Giornata internazionale dell’Infanzia ed adolescenza (20 novembre 2013)

Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.  La Convenzione Onu, ratificata da oltre 190 Paesi nel mondo, fu adottata per la prima volta a New York nel 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e fu una conquista per l’umanità e per le libertà delle giovani generazioni.
Secondo gli attuali rapporti Onu, infatti, la Convenzione si è dimostrata più che un successo, proprio perché l’inviolabilità di questi diritti non sono per nulla scontati. Ancora oggi i bambini di tutto il mondo subiscono violenze e angherie, ed in molte parti del globo sono vittime di guerre e catastrofi. La celebrazione e il ricordo mondiale del 20 novembre devono creare una cultura condivisa del rispetto dei minori, ed essere in grado di coinvolgere tutta la società. Fortunatamente nella nostra nazione è venuta crescendo negli anni una più attenta e matura sensibilità ai temi dell’infanzia, dei diritti dei minori e della possibilità di vivere in un contesto sociale a loro tutela e difesa.
La Convenzione Onu del 1989 ci ha indicato la strada da percorrere  e tutti noi che amiamo  i bambini( anche se i nostri occhi piangono lacrime amare per le migliaia di bambini filippini morti per il tremendo uragano Hayan ed ora dei piccoli sardi strappati dalle braccia dei loro genitori) come famiglie ed Istituzioni dobbiamo saper garantire un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita dei nostri giovani.

Che cosa si sta facendo in giro per l’Italia.
Forse non tutti lo sanno o lo immaginano, ma in Italia vivono oltre un milione di minorenni di origine straniera, e più della metà di loro sono nati nel nostro Paese. Chi si occupa di questi ragazzi? Chi difende i loro diritti, spesso non riconosciuti al pari dei coetanei di origine italiana? Per tenere vivo il desiderio di rispondere a tali domande e per festeggiare il 24° anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia si celebra oggi, 20 novembre 2013, la giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.  Quest'anno l'evento è celebrato con una "catena umana" che richiamerà l'attenzione sull'uguaglianza dei diritti di tutti i minori, in particolare dei gruppi più vulnerabili, come appunto quelli di origine straniera. Il tema della tutela dei diritti dei minorenni di origine straniera e la semplificazione delle procedure per il conseguimento della cittadinanza italiana da parte dei minori sono, del resto, tra gli obiettivi che l'Unicef Italia persegue sin dal 2010 con la campagna "Io come tu. Mai nemici per la pelle" e, in occasione del 20 novembre, i comitati locali Unicef hanno organizzato, in collaborazione con Anci, oltre 100 eventi pubblici legati a questa giornata, tra manifestazioni, iniziative, marce, seminari, laboratori e diverse cerimonie.
Tra le tante iniziative, verrà conferita la cittadinanza onoraria ai minori di origine straniera nati o che vivono sul loro territorio, come atto simbolico volto all'inclusione e alla tutela del diritto di tutti i bambini alla non-discriminazione. "L'attenzione verrà rivolta anche alla riforma della legge 91/92 sulla cittadinanza, affinché sia orientata ai principi cardine della convenzione sui diritti dell'infanzia", spiega il presidente di Unicef Italia, Giacomo Guerrera. "La catena umana vuole essere anche una catena di solidarietà che unisce idealmente i bambini che vivono in Italia con quelli delle Filippine, colpiti dal tifone Haiyan".
Tra i Comuni che in passato hanno deliberato cittadinanze onorarie, oltre a Torino che fu tra i primi, ci sono Milano, Ancona, Arezzo, Benevento, La Spezia, Livorno, Napoli, Savona e Rieti.

I 14 punti di Telefono Azzurro. L'appello, "a nome dei bambini italiani" in 14 punti, "per tornare ad accompagnare bambini e adolescenti"  avanza una serie di richieste. Fra queste: l'istituzione di un dipartimento interno al Consiglio dei Ministri responsabile delle scelte strategiche e politiche che incidono sulla vita dei bambini; la disposizione di maggiori fondi per la loro tutela; la predisposizione di un sistema centrale in grado di coordinare efficacemente la lotta al bullismo; il riconoscimento della cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia e la tutela dei minori extracomunitari non accompagnati; la lotta alla spettacolarizzazione di casi relativi a minori da parte dei media.
Combattere la povertà: la proposta di Save the children alle Regioni. Sono 10 milioni e 837mila le bambine, i bambini e i teenager del nostro Paese, il 17% della popolazione dell'Italia. Il 15% - pari a circa 2 milioni - vive in povertà relativa, in famiglie cioè con redditi inferiori alla media nazionale, e ancor più allarmante il dato che riguarda la povertà assoluta, poiché si è passati dai 653.000 nel 2010 ad oltre un milione di minori nel 2012, con il Mezzogiorno che registra i tassi di povertà più elevati. I dati, ricordati da Save the Children, sono allarmanti e necessita  adottare interventi e misure concrete in favore dei minori che vivono nei loro territori. Hanno accolto la proposta  14  Consigli regionali : Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia.

- Il problema della mancanza di medicinali. La giornata per i diritti dell'infanzia  è anche l'occasione per ricordare i 112mila  bambini che in Italia sono vittime della povertà sanitaria. Come denuncia l'osservatorio donazione farmaci della fondazione banco farmaceutico, in base a una ricerca effettuata su un campione di 1500 enti che si occupano di assistenza sanitaria infantile, la povertà sanitaria negli ultimi anni sta colpendo tutte le fasce della popolazione, compresi i più piccoli. Dei 1500 enti assistenziali che beneficiano dei medicinali raccolti dal banco farmaceutico, ben 641 si occupano di assistenza sanitaria a livello pediatrico, con una percentuale media di utenti minori vicina al 42%. E risulta in forte aumento il numero di enti che fanno richiesta di prodotti specificatamente rivolti all'infanzia.

- "I have dreams", uno spot per i sogni degli adolescenti. L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ha dato il via alla campagna "I have dreams", che fa seguito all'iniziativa lanciata dal Garante lo scorso 28 agosto, in occasione del cinquantesimo anniversario dal celebre discorso di Martin Luther King a Washington. La campagna consiste nel lancio di uno spot, ideato e realizzato da Ivan Cotroneo, prodotto da Francesca Cima e Nicola Giuliano per Indigo Film e da 21, con la fotografia di Luca Bigazzi.
"I ragazzi hanno ridimensionato i loro sogni, ovvero la loro fiducia del futuro e nella società. Un diritto, quello di sognare, che è essenziale perché racchiude in sè tutti i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Onu. La campagna, quindi, si rivolge da un lato agli adolescenti, promuovendo e incoraggiando la loro capacità di sognare; dall'altro al mondo degli adulti, dalle istituzioni alle famiglie, ovvero a tutti coloro che oggi hanno la responsabilità di creare condizioni adeguate affinché i diritti fondamentali dei ragazzi siano realmente esigibili"( Cfr. il Garante, Vincenzo Spadafora). Lo spot, realizzato grazie al coinvolgimento dei professionisti che vi hanno preso parte e dei ragazzi di tre scuole che ne sono i protagonisti, è in onda in questi giorni sulle reti Rai e sarà diffuso nelle prossime settimane attraverso i principali canali televisivi, le sale cinematografiche e il web, con particolare riguardo ai social network.

- Il diritto a entrambi i genitori. Anche l'ufficio della Garante per l'infanzia e l'adolescenza della provincia di Bolzano, insieme al Gruppo di lavoro sui diritti di bambini e adolescenti, ha deciso di celebrare la giornata dedicando quest'anno lavorativo al motto "Diritto a entrambi i genitori" e promuovendo una serie di iniziative sul tema, con l'obiettivo di attirare l'attenzione sul fatto che madre e padre, quale team genitoriale, mantengono la responsabilità sui propri figli anche quando la relazione di coppia non funziona più, e che i figli hanno pieno diritto ad una buona relazione con entrambi i genitori. Contemporaneamente, alcune organizzazioni aderenti al Gruppo di lavoro sui diritti di bambini e adolescenti lanceranno iniziative parallele.

Un po’ di storia
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Essa esprime un consenso su quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia:
-Tutti i paesi del mondo (eccetto Somalia e Stati Uniti) hanno ratificato questa Convenzione.
-La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.
-Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati.
-La Convenzione è composta da 54 articoli.
-La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini. La creazione della convenzione è ricordato ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Il documento ha avuto una lunga evoluzione:
1924 per la prima volta si fa riferimento al bambino in quanto tale nella Risoluzione, riconosciuta dalla comunità internazionale, che includeva la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nota come Dichiarazione di Ginevra;
1959 Dichiarazione sui Diritti del Bambino promulgata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in vigore tutt'oggi.
Il processo che ha portato alla creazione della Convenzione delle Nazioni Unite si è sviluppato grazie a due eventi:
la nuova concezione e rappresentazione dei bambini;
il rafforzamento del diritto internazionale. L'8 marzo 1989 la Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti dell'Uomo, in occasione della sua 45ª sessione, rende nota la bozza della Convenzione sui Diritti del Bambino all'Assemblea Generale, tramite l'Economic and Social Council (ECOSOC).
Il 20 novembre 1989 il testo viene adottato senza alcun voto contrario.
Nuova concezione dei diritti dei bambini
Nel 1924 con la Dichiarazione di Ginevra, la quinta Assemblea generale della Società delle Nazioni approva un documento in cinque punti dove per la prima volta si fa riferimento ai "diritti del bambino".
Nel 1948 da tale documento si sviluppa una Dichiarazione in sette punti adottata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). In seguito, il 20 novembre 1959, viene promulgata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione in vigore oggi, cioè la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. I temi sui quali si sono sviluppate tutte queste dichiarazioni sono la necessità ed il diritto del bambino di ricevere protezione e cura.
La nuova Dichiarazione include diritti non previsti nella precedente Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo:
il divieto di ammissione al lavoro per i minori che non abbiano raggiunto un'età minima;
il divieto di impiego dei bambini in attività produttive che possano nuocere alla loro salute o che ne ostacolino lo sviluppo fisico o mentale;
il diritto del minore disabile a ricevere cure speciali.
Durante l'Anno del Bambino (IYC) del 1979, la Dichiarazione del 1959 è stata pubblicizzata celebrando il suo ventesimo anniversario e dando così spunto per la stesura di una Convenzione sui Diritti del Bambino.
Strumenti giuridici internazionali di riferimento
I principali strumenti giuridici internazionali di riferimento per la stesura della Convenzione internazionale sui Diritti del Bambino sono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed è maggiore trattati internazionali in materia di diritti umani:
il Patto internazionale sui diritti civili e politici;
il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;
la Convenzione contro la tortura, e ogni altra forma di trattamento o punizione crudele, inumano o degradante;
la Convenzione internazionale per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale;
la Convenzione internazionale contro ogni forma di discriminazione contro la donna;
la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia. (Come può essere la convenzione stessa?)
Ognuno di questi trattati rappresenta uno strumento giuridico importante per imporre agli stati l'adempimento degli obblighi internazionali assunti in protezione e promozione dei diritti umani.
Il Preambolo è l'introduzione della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e spiega i motivi per cui è stata stesa la Convenzione.
Prende in considerazione:
la Carta delle Nazioni Unite del 1945;
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948;
la necessità di far crescere i bambini all'interno di un ambiente familiare sano e sereno;
l'idea di dover rivolgere particolare attenzione e protezione ai bambini, come dichiarato anche sulla Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), nella convenzione di Ginevra (1924) e nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948);
la consapevolezza che ci siano bambini che hanno bisogno di particolari attenzioni perché in seria difficoltà;
l'importanza della cooperazione internazionale. I diritti garantiti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia sono raccolti in un documento onnicomprensivo senza distinzioni né suddivisioni perché ogni articolo è di uguale importanza, indivisibile, correlato agli altri e interdipendente.
La Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia è stato il primo strumento di tutela internazionale a sancire nel proprio testo le diverse tipologie di diritti umani: civili, culturali, economici, politici e sociali, nonché quelli concernenti il diritto internazionale umanitario.
Il testo contiene anche articoli rivolti alla protezione contro l'abuso e lo sfruttamento e si impegna a far sì che il bambino faccia valere il proprio pensiero.
Il primo articolo con cui si apre il Documento recita «ai sensi della presente Convenzione si intende per bambino ogni essere umano avente un'età inferiore ai 18 anni» e prosegue mettendo in luce dibattiti e compromessi riguardo alla protezione del bambino prima della nascita.
Gli articoli della Convenzione possono essere raggruppati in quattro categorie in base ai principi guida che informano tutta la Convenzione.
I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:
Principio di non discriminazione: sancito all'art. 2, impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori;
Superiore interesse del bambino: sancito dall'art. 3, prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente;
Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: sancito dall'art. 6, prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l'impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo;
Ascolto delle opinioni del bambino: sancito dall'art. 12, prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L'attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento e di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l'ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all'età.
Il diritto di espressione]
Il diritto di espressione è sinonimo di libertà.
I bambini imparano a parlare in modo graduale, ma consapevole.
Hanno il diritto di essere ascoltati in particolare quando vengono espresse scelte e sentimenti che si allontanino da quella degli adulti.
La Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia presta attenzione alla partecipazione del bambino e della conseguente possibilità di prendere parte a questioni che lo riguardano. Per la prima volta la questione fu introdotta dalla Polonia nel 1980 con la bozza stesa della Convenzione.
L'art. 12 ha avuto merito nel successo della Convenzione ONU dei Diritti del Bambino.
Presupposti
L'infanzia è un periodo delicato e richiede la creazione di condizioni favorevoli che accompagnino il bambino fino allo sviluppo.
La Convenzione deve essere vista nella sua totalità, per questo anche l'art. 12 è in stretta relazione con l'art. 2 (Non Discriminazione) e l'art. 3 (Miglior Interesse del Bambino).
In certi casi l'art. 3 è in contraddizione con l'art. 12 in quanto spesso genitori ed educatori si oppongono all'autonomia del bambino.
La Convenzione ONU dei Diritti del Bambino protegge diritti e doveri dei genitori nel crescere e nell'educare i propri figli (art. 5, 7, 9).
Il genitore deve comunque valutare lo sviluppo e le capacità del figlio.
Contenuto
L'art. 12 è chiaro e dettagliato e per questo potrebbe essere messo in atto immediatamente.
Considera il bambino come soggetto attivo, capace di espressione e di pensieri validi.
Il bambino deve poter esprimersi riguardo a tutte le questioni che lo interessano, come il matrimonio e i cambiamenti dell'ambiente che lo circondano.
L'art. 12 stabilisce un legame tra il bambino e la sua vita quotidiana.
Si focalizza sulle circostanze più vicine al soggetto: legami familiari, educazione, scuola, tempo libero, salute.
È collegato allo sviluppo della persona del bambino.
L'art. 12 permette anche al bambino di avere un ruolo attivo.
Capacità di giudizio e libertà
Il bambino deve essere capace di esprimere la propria opinione senza pressione o influenza esterna, in tal caso non viene presa legalmente in considerazione.
I genitori hanno l'obbligo di porre attenzione anche a modo di porre le domande perché anche questo potrebbe intimidire il bambino e influenzarlo nelle risposte.
Inoltre l'importanza data all'opinione del bambino è direttamente proporzionale alla scelta da prendere.
L'Italia ed i suoi rapporti
L'Italia ha attuato la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia con legge del 27 maggio 1991, n. 176, depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre 1991( Cfr.: Wikipedia).
Per ricordare in modo speciale la ricorrenza, su RAI1 stasera andrà in onda  “Il bambino cattivo” di Pupi Avati, che narra di un ragazzino che assiste impotente al disgregarsi della propria famiglia. Purtroppo, attualmente, troppe famiglie si sfasciano per tanti motivi, spesso futili, dovute all’egoismo. Personalmente, credo che il “peccato” principale di cui oggi i genitori sono affetti è il non sapere guardare all’altro con occhi misericordiosi e amorevoli, il pensare soltanto al proprio benessere. Ma quello si raggiunge se si sta insieme accettandosi per come si è e per amore di quei piccoli che abbiamo fatti nascere in questo mondo sporco, ma ancora meraviglioso.

Maria de falco Marotta & Team
Editoriali