09 10 20 NO. BERLUSCONI NON RESTERA' AL GOVERNO PER 60 ANNI COME DICE CASINI. MA SOLO PER RAGIONI DI ETA', ALMENO SE L'OPPOSIZIONE (POLITICA E NON) NON CAMBIERA' REGISTRO

L'On. Casini ha coronato un suo intervento in Parlamento, rivolto all'IdV, con l'affermazione che se si continua a fargli l'opposizione che si sta facendo, Berlusconi resterà a Palazzo Chigi 60 anni.

Non è possibile ma solo per ragioni di età.

Il Premier ha appena compiuto 73 anni, essendo nato il 29 settembre, giorno di S. Michele Arcangelo ovvero "Mi-ka-El" che significa, neanche a farlo apposta, "chi è come Dio": Sia pure con 15 anni di differenza si tratta del genetliaco anche del prossimo segretario del PD Bersani; che festeggino insieme? . Significativo anche l'anno di nascita. E cioè il 1936, la classe di gran lunga più importante come dimostra la scelta operata per l'€uro (per il centesimi hanno scelto il 27, facile da ricordare in quanto convenzionale giorno di paga, mentre per l'intero si è appunto prescelta la classe migliore in assoluto dalla notte dei tempi ad oggi, 1936).

73 anni che ha sul groppone più i 60 di Casini farebbero 133. Il gerontologo Stefanini sosteneva che ormai l'età biologica è salita a 130 anni. Vale per chi nasce ora anche se poi ci sono le 'trattenute' sul lordo per cui il netto si avvicina al secolo, 'stravizzi' permettendo.

Pur augurando al Premier, come a tutti noi, lunga vita non è certo immaginabile che nel 2069 lui sia ancora a Palazzo Chigi. Se non saranno sessanta per ragioni biologiche rischiano comunque di essere tanti.

I fattori di questa luna vita presidenziale sono tanti.

- Innanzitutto sul versante politico le quotidiane esternazioni di Franceschini servono certamente a galvanizzare le stremate truppe del PD alla ricerca di una identità (D'Alema, Bersani, Fassino, Franceschini, Bindi, Marino ovvero sei personaggi in cerca di autore ma sono mera espressione di palazzo e del tutto controproducenti sull'elettorato. L'uomo della strada andrebbe ben diversamente coltivato, dal lunedì al venerdì con dichiarazioni non polemiche ma costruttive su questo o quel problema del Paese. Il sabato, dopo un breve riassunto dei problemi trattati, zac. La stangata di carattere politico, concedendo poi il riposo domenicale con il leader di turno che commenta il fatto calcistico del giorno o la situazione della Ferrari o magari anche la scelta delle ricette gastronomiche regionali… Il certame, la gara tra Franceschini, o altri del PD, e Di Pietro nel dare addosso a Berlusconi serve per il consenso interno ma non fa guadagnare un voto, anzi ne fa perdere perché obiettivamente eccessivo è l'accanimento. Ha ragione Bersani quando dice che il vero avversario di Berlusconi non è quello che grida di più ma quello che lo farà cadere.

- Sul versante 'parapolitico', ovvero in quel settore apparentemente 'professionale' ma in realtà politicizzato quan qui maxime, si distinguono Repubblica, Espresso e altri per la carta stampata, Santoro ed altri in TV. Anche qui un accanimento controproducente. Ma la sentono la gente fuori del Palazzo ed extra corti varie? In tempi in cui incalzano problemi d'ogni genere le tre prime trasmissioni di Santoro tutte sul Premier, a tema e con abbondanza di lenzuolao, meglio, del sotto-lenzuola. Risultato: tutto questo serve per distribuire il consenso interno alla sinistra ma non fa guadagnare un voto, anzi ne fa perdere perché obiettivamente eccessivo è l'accanimento.

- Giustizia. 106 procedimenti sono tanti. In linea teorica, ragiona l'uomo della strada, può anche supporre che su qualcuno di questi potesse esserci qualcosa di, diamo, dubbio. Ma 106 sono un'enormità col risultato di creare, di fatto, un martire con le conseguenze che il famoso esempio del 'al lupo, al lupo' viene a determinare. E ovviamente alla sinistra tutto questo non fa guadagnare un voto, anzi ne fa perdere perché obiettivamente eccessivo appare l'accanimento anche se Berlusconi sbagliava quando se la prendeva 'con tutta la Magistratura' generalizzando. Da un po' di tempo l'ha capita e si limita a censurare una minima parte di magistrati 'politicizzati'. Ce ne saranno sicuramente. Ma bisogna anche considerare un altro aspetto, sottovalutato. Il magistrato, chiunque sia, procede sulla base di una serie di elementi che possono avere fondamento o meno. Tocca a lui di accertare. E allora perché il Premier, e i suoi, non tengono conto di quest'aspetto? Ci può essere chi, per evidente interesse politico, può fornire ai magistrati elementi più o meno validi, più o meno autentici. Se fasulli emergerà ma qui scatta il secondo passaggio caro al 'Grande vecchio' ossia la fuga di notizie. A Milano in particolare il segreto istruttorio é sempre stato un colabrodo, con i conseguenti effetti di tipo politico. Dato che l'azione penale è obbligatoria ci sarebbe da chiedersi come mai non siano stati aperti, almeno in qualcuno delle centinaia di casi, procedimenti per queste violazioni del segreto. Comunque sia ormai si è determinato un clima del tutto colpevolista a sinistra e da martirio al centro e a destra col risultato di non far guadagnare un voto alla sinistra, anzi ne fa perdere perché obiettivamente eccessivo appare l'accanimento, quand'anche ci fossero ragioni a giustificarlo.

- Mesiano. Non siamo dell'opinione prevalente. Siamo dell'idea che se al giudice Mesiano è stata attribuita la classe settima, il massimo anche in stipendio, alla unanimità vuol dire che era una cosa in marcia da tempo e non strettamente collegata alla vicenda processuale Fininvest. Per l'esattezza meglio dire non strettamente collegata alla sentenza di condanna della holding di Berlusconi al pagamento di 750 milioni di €uro. Una sottigliezza non da poco.

Se anche quindi si trattasse di cosa giusta profondamente sbagliato è il metodo. Una vicenda di 20 anni fa, diconsi venti anni fa, viene fuori ora (fra parentesi la tratta un giudice monocratico, una cosa che non sta né in cielo né in terra che una persona da sola assuma decisioni di questa portata), viene decisa in un contesto di bordate di artiglieria in vari campi contro Berlusconi. Esce la notizia. Pochi giorni dopo il magistrato viene promosso. Quantomeno per senso di opportunità si poteva aspettare, tanto lui ha comunque diritto agli arretrati, cospicui. Cosa pensa la gente? Cosa pensano perfino, pur contenti, gli avversari di Berlusconi? Il risultato è che obiettivamente eccessivo viene così interpretato l'accanimento, quand'anche ci fossero mille ragioni a giustificarlo.

La via Gramsciana al socialismo nel terzo millennio non paga più.

Nonostante errori di Berlusconi, o del suo staff, che periodicamente si ripetono specie in sue battute a caldo, il risultato è che il consenso degli italiani continua a mantenerlo. E se in qualche momento rischia di perderne una fetta ecco che arriva il 'soccorso rosso' di buona memoria a rinsaldarlo. La via Gramsciana al socialismo nel terzo millennio non paga più. Ha ottimamente funzionato in chiusura del secondo ma le cose sono cambiate, in gran parte per errori strategici e tattici del 'grande vecchio'. Il prossimo segretario del PD, ovviamente Bersani, la cui scontata elezione sarà forse l'ultimo episodio della citata via Gramsciana al socialismo, ha il delicato compito di cambiare rotta. Nel PD riuscirà nell'intento per consolidata professionalità, ma questo non basterà. Tutto dipende se riuscirà a far cambiare rotta al 'grande vecchio', rotta che invece Berlusconi si augura resti inalterata per mantenere inalterato il suo consenso.

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