EGREGIO MINISTRO. LEI E' PER UNA SFIDA. LA PROVINCIA DI SONDRIO, DA 205 ANNI VIVA E VEGETA, E' GIA' PIU' AVANTI. LO VERIFICHI E DECIDA DI CONSEGUENZA

E.S. Ministro Patroni Griffi Ministro Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione

Ho letto subito, appena pubblicato, il Suo Vademecum dal titolo "LE PROVINCE:istruzioni per l'uso" e la Sua successiva dedica. "«…perché le popolazioni sul territorio sono più avanti di noi tutti e i territori sapranno cogliere la sfida per ammodernare il sistema di governo.»

Una prima osservazione.

Ella si rivolge ad una platea composita. C'é certamente chi ha bisogno di uscire dalle caverne cercando di guardare oltre l'orizzonte. Ma. Signor Ministro, C'É CHI LA SFIDA DI CUI ELLA PARLA L'HA GIÀ SPERIMENTATA DA TEMPO E ASSUNTA COME MODERNO SISTEMA DI GOVERNO. Sarà per questione di valori, per costume amministrativo, per esperienza consolidata da 205 anni di vita come Provincia, nata e poi sviluppatasi in tempi in cui il rigore era la regola con realizzazioni da terzo millennio come ad esempio l'incredibile strada dello Stelvio, opera alla pari solo degli incredibili murazzi della Serenissima Repubblica di San Marco.

Ella deve sapere che qui, in cima all'Italia, in questo arco alpino di 200 km (quasi tutti di confine con la Svizzera), in questa provincia interamente montana - metà territorio oltre 2000 metri- e che il prof. Alberto Quadrio Curzio ha definito, dimostrandolo, "Regione Alpina", la consuetudine all'impegno e al sacrificio é regola di vita. Non c'é chi sappia di persona cosa voglia dire il sacrificio che possa portare nel Governo della comunità, partendo dalla più piccola, dalla contrada, alla frazione, al borgo, al comune e via dicendo lo spirito di servizio.

Condizione necessaria, indispensabile ma da sola non basta. Ecco quindi, Signor Ministro, i tre ingredienti della modermità del Governo di questa comunità di 183.000 anime, divise in 78 Comuni, in centinaia di frazioni e contrade sparse su un territorio per larga parte inospitale, che però questo territorio devono governare. Conoscendo e coesistendo con 1300 dissesti idrogeologici, parte dei quali affrontati con opere di prevenzione ma per larga parte non affrontabili. Basta pensare alle 105 convalli dei 105 affluenti dell'Adda e alle loro pendenze di versante per le quali c'é poco da fare.

Dei tre ingredienti il primo é la capacità di iniziativa, una caratteristica che é condizione di vita in qualsiasi zona montana e che qui non é mai mancata. Il secondo la capacità di proposta, per tradurre le idee in concreto. Il terzo é l'efficienza. Un sistema di governo moderno deve sapere rispondere alle esigenze giuste dei cittadini, secondo razionalità e principi di buona amministrazione.

Signor Ministro, non parliamo a caso.

Nel 1987 la Valtellina, come le zone adiacenti anche della Svizzera, ha retto al periglio più grande e violento della storia. Potremmo scrivere libri al riguardo. Una sola citazione. Il 18 e 28 luglio ci fu il finimondo che riempì le pagine dei giornali anche di altri Paesi. Lo stesso anno, il 23 dicembre, in una giornata tersa ma freddissima avveniva la consegna delle chiavi delle case costruite non solo a tempo di record - praticamente tre mesi - ma anche a costi record e non al rialzo come accade altrove ma al ribasso e di una qualità ancor oggi verificabile un quarto di secolo dopo. NON SI OTTENGONO QUESTI RISULTATI SE NON SI FA SISTEMA E SE NON C'É QUELLO CHE ELLA CHIEDE, OVVERO UN MODERNO SISTEMA DI GOVERNO che deve per giunta venire a capo del freno rappresentato da quello che moderno non é nella pubblica amministrazione.

Idee ma anche olio di gomito. Una sola citazione: per cercare di realizzare un ammodernamento di qualche km degli oltre 130 dell'unica strada, quella di fondovalle, la SS 38, costruita dall'Imperial Governo Asburgico quasi due secoli fa, qui si é fatta colletta, pagandola noi in parte notevole andando così incontro allo Stato. Non si é atteso il Santo in Paradiso che arrivasse il giorno dell'Epifania... Un prodotto di un moderno sistema di governo che, qui, attinge ad un antico e tradizionale sistema di governo che vuolem si guardi avanti. La realtà evolve. Deve farlo la società, prendendo esempio dalle montagne che non sono immutabili ma in evoluzione continua.

Ho letto quel che Ella scrive. Sottolineo oraquanto Ella dice a pagina quattro:

"La crisi internazionale che coinvolge anche il nostroPaese e l'esigenza di farvi fronte hanno indubbiamente ispirato il riordino delle province, non a caso collocato appunto, nel decreto cosiddetto"SpendingReview".

In particolare, l'esigenza di intervenire con misure incisive e definitive, è stata condivisa anche dalle autorità europee che hanno ritenuto necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane, incoraggiando il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa. Sul punto, di particolare rilevanza, L'ESPLICITA RICHIESTA EUROPEA DI UN FORTE IMPEGNO AD ABOLIRE O A FONDERE ALCUNI STRATI AMMINISTRATIVI INTERMEDI, COME LE PROVINCE. Il percorso prefigurato nel decreto legge, poi convertito in legge nel mese di agosto, rapido e concertato con le autonomie territoriali, sarà ultimato entro la fine dell'anno. Ciò consentirà di approdare verso un sistema composto da un numero di province radicalmente inferiore a quello attuale. Finalmente, la Provincia costituirà l'ente intermedio di "area vasta"che lo connota rispetto agli altri livelli di governo".

Egregio Signor Ministro

Ella sa certamente le altre suituazioni nel nostro continente. La Francia al 1.1.2011 aveva 36.697 comuni (36.568 nella Francia metropolitana) e nessuno in Europa ha detto che sono troppi e che vanno ridotti. Ci sono 101 Dipartimenti istituiti più di due secoli fa, come la Valtellina, allora Diparimento dell'Adda, capoluogo Sondrio. Qualcuno in Francia ha avanzato l'idea della loro soppressione. E' finito male per l'opposizione quasi generalizzata essendo l'Ente più sentito dai cugini d'Oltralpe. E nessuno da Bruxelles ha detto 'riducetene il numero'.

Oso sperare che il riferimento ad una "richiesta europea" di sopprimere o fondere le Province sia una posizione forzata, ad adiuvandum per facilitare i provvedimenti riduttivi, e quindi semplice cosa di casa nostra. Fosse vero quanto affermato saremmo di fronte ad un intervento di carattere coloniale di assoluta gravità. Un intervento esterno che entra nel vivo di quello che é un ordinamento costituzionale di uno dei Paesi membri. Lo si facesse nei confronti della Francia, della Germania, del Regno di Albione cosa succederebbe?

Sarebbe triste ma non senza conseguenze che la Provincia di Sondrio venisse annessa ad altra Provincia con scompensi e problemi gravissimi e con aumento di costi subendo un diktat di fatto predisposto da parte di qualche eurocrate e avallato dalle Autorità politiche comunitarie.

Egregio Signor Ministro

Il Suo curriculum é specchiato. Il Suo rigore noto. La sua esperienza quasi abissale. Ella nell'introduzione ha parlato di sfida. Abbiamo l'immodestia di dirLe che la sua giusta posizione in questo estremo lembo di italianità per duecento km di Alpi contiguo ad un Paese extracomunitario ha già un esempio concreto.

Mandi Suoi inviati. Verifichi. Può venirne qualche spunto per tutti quegli Enti che devono indossare l'abito a loro volta di sfidanti per vincere la Sua sfida. Un'intera comunità, solidalmente Istituzioni, forze politiche, culturali, economiche, sociali, la gente comune non sta facendo una lotta di retroguardia. Ha capito che da posizioni di avanguardia quale sono ora il rischio é di fare passi indietro, tanti, se non si riesce a far capire a Roma semplicemente come stanno le cose quassù e quale danno, anche nel sistema di governo, ne verrebbe se dopo 205 anni si dovesse inntonare il De Profundis.

Alberto Frizziero

(x) Il calendario

Alle spalle la determinazione dei requisiti minimi demo-territoriali da parte del Consiglio dei Ministri. (La deliberazione è stata approvata il 20 luglio 2012 e pubblicata in G.U. il 24 luglio 2012)

entro 70 giorni dalla data di pubblicazione in G.U. della deliberazione governativa: approvazione di un'ipotesi di riordino da parte del Consiglio delle autonomie locali o di analogo organo di raccordo (2 ottobre 2012)

entro il giorno successivo dall'approvazione di un'ipotesi di riordino: trasmissione ipotesi di riordino a ciascuna Regione interessata (3 ottobre 2012)

entro i successivi 20 giorni: le regioni inviano al Governo una proposta di riordino delle province formulata sulla base delle ipotesi CAL (23 ottobre 2012) oppure, in caso di mancata trasmissione ipotesi di riordino da parte dei CAL, entro 92 giorni dalla pubblicazione in G.U. della deliberazione governativa (24 ottobre 2012)

Al termine di questo iter, un atto legislativo di iniziativa governativa perfezionerà il riordino delle province.

Alberto Frizziero
Editoriali