BRUTTO COLPO PER ISRAELE (E NON SOLO)

Per la prima volta cade il mito dell’invincibilità della macchina bellica di Israele. Paradossale: gli stessi errori di Göring e degli USA in Vietnam. Quel che è successo va però oltre il Medio Oriente e avrà, ahimé, le sue conseguenze, negative

Il mito infranto

Pura cronaca. Israele si è mosso militarmente in risposta alle provocazioni degli Hezbollah. Ufficialmente per liberare i due soldati fatti prigionieri. In realtà l’obiettivo era quello di fare piazza pulita del sud del Libano onde evitare che i 12.000 razzi katiuscia in dotazione agli Hezbollah potessero colpire Haifa e zone circostanti, come è avvenuto questo mese.

La creazione di una fascia “pulita” sino al fiume Litani avrebbe costretto a lanciare i razzi più a nord ma in questo modo la possibilità di colpire Haifa e altre località di Israele ci sarebbe stata solo per i vettori più potenti, quelli che han colpito Nazareth e altri centri lontani. Di queste armi ce ne sono poche e non il numero spropositato dei katiuscia. Dicono infatti che ne sono stati lanciati in questo periodo oltre 4000. Ma ce ne sono disponibili il doppio, e sorge spontanea la domanda non sulla provenienza (Siria e Iran) ma sui flussi continuati nel tempo visto che non si tratta di sigarette da nascondere ad esempio nei camion fra la verdura…

Era dunque l’occasione per un redde rationem conclusivo. Sorpresa. Non è stata affatto una passeggiata, anzi. Abbiamo sentito l’ammissione da fonte ufficiale israeliana che gli Hezbollah militarmente hanno la migliore preparazione del mondo. Per la prima volta lo stesso numero dei caduti non è stato come altre volte di un soldato israeliano per cento e più nemici, ma addirittura quasi uguale. Un mito infranto. In tutto il mondo arabo gli Hezbollah sigli scudi con un grosso risultato politico e con, sul piano militare, la considerazione che anche Israele può essere battuto sul campo.

Gli stessi errori di Hermann Göring e degli USA in Vietnam

Va in premessa chiesto scusa per l’accostamento, ma la finalità rende proponibile il paragone. Israele ha da mditare e da imparare. Già si sono levati voci critiche contro il Ministro della Difesa e l’apparato militare accusati di aver puntato troppo sull’aviazione. E’ quel che aveva fatto Göring, ovviamente del tutto d’accordo Hitler. Per l’operazione “Leone Marino”, ossia l’invasione dell’Inghilterra, era indispensabile la distruzione della RAF. Per garantire infatti un attraversamento della Manica abbastanza tranquillo bisognava che la Lutwaffe avesse il dominio del cielo: operazione Adler (aquila) destinata a eliminare la RAF in quattro settimane. I tedeschi avevano una superiorità qualitativa e quantitativa anche se dovettero sperimentare negativamente i radar che gli inglesi avevano approntato (per inciso in Italia il “radiolocalizzatore” proposto alla Marina era stato scartato dagli ammiragli in quanto non serviva... E così nelle battaglie navali gli italiani sparavano mirando nel modo tradizionale mentre gli inglesi, per via del radar, sparavano a ragion veduta!).

Il 13 agosto 1940 partì l’operazione con l’impiego di 1485 aerei dei 4000 di cui disponevano. A fine settembre l’operazione “Leone Marino” veniva rinviata da Hitler perché la distruzione della RAF non c’era stata anche se le perdite inglesi erano state notevoli. Erano intanto iniziati i bombardamenti in grande stile su Londra. Il seguito venne con le “bombe volanti. Il 15 giugno del 1944 cadde la prima delle V1 su Londra. Poi fu la volta delle V2 più perfezionate che sfuggivano, rispetto alle V1, all’abbattimento.

Gli obiettivi dell’offensiva aerea non furono raggiunti. Così come in Vietnam.con circa 125.000 missioni di bombardamento da parte dei giganteschi aerei B52 che nel solo ’68 sganciarono 60.ooo tonnellate di bombe. Tutti sanno come è andata.

Torniamo ad Israele. L’aviazione è stata fondamentale nei conflitti armati con i Paesi arabi, sia nel colpire con precisione assoluta, gli aerei a terra che obiettivi strategici. E’ stata utile nel colpire una serie di obiettivi mirati palestinesi. E’ servita a poco con gli Hezbollah e la dimostrazione viene dal fatto che mentre il Governo israeliano dichiarava di aver raggiunto importanti risultati il lancio dei katiuscia non solo proseguiva ma l’ultimo giorno toccava il record con 250 spediti in territorio israeliano. Le truppe di terra hanno sì ottenuto risultati ma a carissimo prezzo, trovando a competere con loro forme raffinatissime di guerriglia supportate da tecnologie e armamenti di ultima generazione.

Le conseguenze

La conclusione dovrebbe garantire, se esercito libanese e forze ONU ce la faranno, una coesistenza ma in un clima profondamente cambiato. Inutile nascondere la realtà: in Libano ma anche nei vari Paesi arabi gli Hezbollah sono salutati come vincitori. Nel Libano hanno in Parlamento 14 rappresentanti su 128 ma il loro peso reale oggi è notevolmente superiore a quello numerico, a prescindere poi dall’aspetto militare che ne incrementa ulteriormente tale peso.

In base alla risoluzione dell’ONU a tenere a bada gli Hezbollah (in teoria addirittura dovrebbe disarmarli) dovrebbe essere l’esercito libanese, solo supportato dai 15.000 caschi blu. E chi ci crede? Con il peso che hanno nella vita interna del Libano e sul Governo?

E questo è il primo dato. Poi c’è un secondo dato, preoccupante non solo per Israele ma per tutto l’Occidente. Tutti i piani fatti per il Medio Oriente devono essere cambiati. E occorrerà un arretramento di posizioni, di tutti, Israele compreso. E rapporti più dialoganti persino con Iran e Siria visto e considerato che l’Irak ha dimostrato che la politica muscolare non serve visto che la situazione è peggiorata rispetto al regime di Saddam, persino in tutto l’Irak. Il guaio è che talune dissennate operazioni di bombardamento con stragi gratuite di civili, in particolare di tanti bambini, nel mentre non hanno portato a risultati positivi hanno ottenuto effetti spaventosamente controproducenti. L’inchiesta in corso in Israele dovrebbe mettere in gioco responsabilità.

Un elemento positivo (Condoleeza Rice)

C’è un elemento positivo. Quella che potrebbe essere la prima Presidente donna degli USA, quella che potrebbe essere la prima Presidente nera degli USA, si sta dimostrando di gran lunga il miglior personaggio della politica americana (quando la Tatcher fu nominata la prima volta sottosegretario un giornale inglese uscì col titola “La Tatcher l’unico vero uomo del Governo”). Per l’Irak non ci ha pensato due volte a dire che sono stati compiuti migliaia di errori tattici. E riconoscere gli errori è la prima via per correggere il tiro e cercare di imboccare la strada giusta, anche se là ce ne vorrà per recuperare una situazione accettabile dopo i disastri compiuti sul piano militare, politico, sociale, etnico. Miracoli neppure la Condoleeza Rice sarà in grado di farne, ma certo rappresenta un gigantesco passo avanti rispetto al falco dell’Irak, quel Rumsfeld che ha in grandissima parte contribuito a dissipare quel patrimonio di amicizia e solidarietà che gli Stati Uniti avevano acquisito nel mondo dopo l’11 settembre.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali