LA CRISI IN MEDIO ORIENTE VISTA DA SONDRIO. AVEVAMO VISTO GIUSTO. E ORA?

Sull'ultimo numero del 2008, il 30 dicembre, avevamo pubblicato un articolo dal titolo "La crisi in Medio Oriente vista da Sondrio. Hamas ce l'ha fatta ma forse ha sbagliato i conti - Tragedia umana. Protagoniste le armi, diplomazia disarmata. Un'analisi diversa. Rischi. E l'Italia"

Dimostrato

I fatti hanno dimostrato - in calce l'indirizzo del precedente articolo - che la nostra analisi, abbastanza diversa dalla linea che stavano tenendo un po' tutti gli osservatori, aveva centrato il problema. Riportiamo la frase conclusiva del primo punto riferito ad Hamas: "Ce l'ha dunque fatta ma forse ha sbagliato i conti." E quella iniziale del punto dedicato ad Israeele: "Israele - e questo Hamas probabilmente non l'ha previsto - ha fatto tesoro di quel che è successo in Libano quando per la prima volta nella sua storia ha subito una sconfitta". In particolare ha scelto benissimo "la finestra temporale" con gli USA nell'interregno Bush - Obama quando cioè il Presidente ancora in carica di fatto è limitato nella sua azione e quello eletto ma non ancora alla Casa Bianca non può ancora decidere. In passato è ripetutamente successo che le azioni sul campo militare di Israele siano state, eufemismo, "frenate" dagli USA per ovvie considerazioni di politica internazionale. Questa volta, scelta la "finestra", non c'era il rischio di freni.

Hamas isolato

C'è dell'altro. Iran e Al Queida sono stati i soli ad alzare la voce ma, facile a dirsi, invitando quelli di Gaza a resistere (tanto le bombe arrivavano in testa a loro non ai predicatori!). All'unico lancio di razzi dal Libano gli Hezbollah si sono affrettati a dichiarare ai quattro venti che loro non c'entravano. I Paesi arabi, forse per nulla scontenti che Hamas venisse bastonato, hanno brillato per il loro assenteismo con l'esclusione dell'Egitto, Paese confinante. A Gaza si sono levate voci di dissenso perché, detto tutto il male possibile di Israele e delle sue bombe evidentemente la gente, fanatici esclusi, non poteva che riconoscere che era stato proprio Hamas ad innescare la spirale di morte.

Israele sembra avercela fatta

Avevamo ancora scritto: "Ora è Israele che ha il coltello dalla parte del manico. Ha detto che le distruzioni aeree sono solo l'aperitivo, che il grosso, - tante iniziative - dovrà ancora venire. In questo modo è in una posizione privilegiata. Se si tratta ha grosse chanches in mano per cui per starci ha prezzi alti da chiedere. Se non si tratta le operazioni blitz si moltiplicheranno, anche via terra e in modo difficilmente contrastabile vista la geografia dei luoghi". E ancora "La diplomazia ha spazi molto ristretti e poi si sa che in questi casi i tempi delle trattative non sono brevi perché chi ha operazioni militari in corso tende a concluderle".

Orbene i prezzi alti Israele li ha chiesti ed ottenuti. Le operazioni le ha concluse, guarda caso, alla vigilia dell'insediamento di Obama. Chi è stato a Gaza ha parlato di distruzioni enormi. Gaza va sotto tutela. Hamas ha dichiarato che continuerà ad armarsi ma non sarà affatto facile visto il cordone sanitario che verrà stretto intorno a Gaza. Sembra, ripetiamo sembra, che Israele ce l'abbia fatta.In secondo luogo c'è da ricostruire oltre che dare da mangiare e fare fronte alle richieste più elementari di una popolazione martoriata.

Hamas perdente dunque?

Le guerre non le vince mai nessuno. C'è chi perde di più e chi perde di meno. Hamas ha preso una solenne bastonata, ha perso sicuramente consensi ma non dimentichiamo che ne ha acquisiti altri, quelli di gente che non dimentica, anche oltre la propria generazione.

I dati, ahimé provvisori, parlano di 1300 morti di cui oltre 400 bambini. Di almeno 5300 feriti, quasi un terzo dei quali bambini. Secondo l'Amministrazione di Gaza il bollettino delle distruzioni parlerebbe di 5.000 case, 16 edifici governativi e 20 moschee mentre quello dei danneggiamenti parlerebbe di 20.000 palazzi. Le statistiche non possono riportare i danni più profondi, soprattutto nei bambini, quelli psicologici per lo stress di quei giorni e, per alcuni, dei lutti familiari.

Chiunque abbia perduto familiari, parenti, amici; chiunque abbia avuto feriti familiari, parenti, amici; chiunque abbia perduto, o vista danneggiata, la casa propria o di familiari, parenti, amici, è inevitabile conserva il suo rancore nei confronti di Israele. Questo è l'unico elemento che in questo momento resta ad Hamas.

Niente da fare dunque?

Compito difficile, ma se si riesce a stabilire un grosso intreccio internazionale che operi in modo coeso e se Al Fatah riesce là dove era fallito Arafat con i suoi anche per aspetti assolutamente allucinanti, allora, con pazienza, è possibile ricostruire quel clima e quei rapporti che sembravano aver risolto il problema del Medio Oriente. Questo sempre che anche Israele dia, o sia costretto a dare, la sua collaborazione piena.

Alberto Frizziero

Il precedente articolo:

http://www.gazzettadisondrio.it/19385-la_crisi_in_medio_oriente_vista_da...

Alberto Frizziero
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