GUERRA ALLA SPECULAZIONE MA LASCIAMO ANCHE PERDERE GLI ANALISTI FINANZIARI

Una massa finanziaria pari a 24 volte il PIL mondiale - Lo studente cinese: stop ai carri armati in Piazza Piazza Tien an Men - Il valtellinese Tremonti: stop ai carri armati della speculazione - "È ora di fermare gli speculatori" - Gli analisti. Non ci

Gira per il mondo, in tempo reale, una massa finanziaria pari a 24 volte il PIL mondiale, vale a dire la ricchezza prodotta in un anno in tutto il mondo. Altro che tsunami, visto e considerato che le ondate si susseguono alle ondate attratte non solo dal privilegiato petrolio ma colpevolmente pronte a insidiare qualsiasi cosa - pecunia non olet - arrivando al massimo del degrado morale con l'assalto persino a generi alimentari di prima necessità.

La vergogna è che tutto questo accade nel quadro di una sorta di filosofia di vita che si è - meglio: che è stata e ad opera di potentissime lobbies - diffusa nel mondo: il libero mercato assurto a totalizzante divinità pagana. Per essere precisi diciamo "mercatismo" per stare con lo splendido ultimo libro di Tremonti "La paura e la speranza".

Schiavi del WTO, schiavi di un Moloch sfuggito ad ogni possibilità di controllo. Con la rabbia di vedere le Autorità politiche europee mondiali ripetere l'esperienza della Palude francese i cui deputati nell'Assemblea Legislativa hanno fatto dire: "La storia passava davanti a loro e manco se ne accorgevano".

Lo studente cinese: stop ai carri armati in Piazza Piazza Tien an Men

Ci è venuta però in mente la scena nell'enorme Piazza Tien an Men con quello studente, camicia bianca, disarmato davanti al primo dei quattro imponenti carri armati, costretti a fermarsi.

Il valtellinese Tremonti: stop ai carri armati della speculazione

Un inusuale transfert: il nostro Ministro dell'Economia, il convalligiano Tremonti, come quel giovane studente cinese, davanti ai tanks della speculazione internazionale per cercare di fermarli.

Non gli hanno dato retta da almeno una decina di anni fa ad oggi. Quasi solitario in polemica permanente con gli incredibili burosauri di Bruxelles, con la politica europea, con l'e aperture a pieno regime, indifesi, a Cina & C., e magari anche con certi ambienti di casa nostra. Non contro il libero mercato ma contro il Moloch, il mercatismo.

Poco alla volta, dapprima timidamente e poi via via in crescendo i Governi si stanno rendendo conto dei guai in cui sta per finire l'intero pianeta sulla base della ideologia vincente, quella del business sopra tutto, e magari della politica come fastidio. Alcuni hanno capito, e altri ci stanno pensando, che non si può lasciar fare al mercato quando le regole non sono più quelle di un corretto rapporto tra domanda e offerta, ma le contrattazioni obbediscono a calcoli di matematica finanziaria che valgono indipendentemente da quale sia l'oggetto o la merce sul tavolo.

Meglio tardi che mai, certo. Ma non tutti hanno ancora capito che se non si fa quello che dice Tremonti, in particolare la lotta serrata alla speculazione, sarà questa a travolgere tutto, persino se stessa.

"È ora di fermare gli speculatori".

Il quotidiano "Il Tempo" ha pubblicato in questi giorni un interessante commento dal titolo significativo: "È ora di fermare gli speculatori". Il petrolio è andato alle stelle e qualcuno vorrebbe spingerlo ancora più in su eppure, sostiene il giornale, c'è "il progressivo impoverimento di grandi masse popolari nei Paesi produttori di petrolio" Nota ancora come in 15 anni le guerre civili siano scese da da 17 a 5 ma, guarda caso, tutti i cinque i Paesi vittime della guerra sono Paesi produttori di petrolio. E ancora "più della metà dei Paesi dell'Opec sono più poveri oggi che trenta anni fa. Gli africani chiamano il petrolio "la cacca del diavolo"; forse non sarà cacca ma si porta addosso una maledizione economica e politica perché arricchisce artificialmente i Paesi, sopravvaluta le monete, penalizza le produzioni locali e le esportazioni, favorendo le importazioni. In attesa del 2050, quando si cominceranno a intaccare le riserve petrolifere del mondo, la speculazione mondiale agita le sue mani voraci. Come non confortare il Ministro Tremonti col consenso nazionale a una lotta alla speculazione mondiale?". Il giornale non si ferma all'interrogativo ma va oltre in quella che potrebbe essere una crociata di nuovo tipo, "anti-Moloch" diciamo noi: "fortunatamente, nell'opposizione parlamentare vi sono persone di buon senso, per citarne alcuni, D'Alema, Bersani, Enzo Bianco, che potrebbero, in modo bipartisan, assistere il governo in una difficile azione presso i grandi Paesi consumatori contro la speculazione mondiale. Tremonti propone, tra l'altro di fissare limiti di prezzo per gli acquisti da parte dei grandi Paesi industrializzati. È possibile, oggi, ingaggiare una grande battaglia liberale di democrazia e di progresso contro gli speculatori, per difendere gli interessi nazionali e quelli dei Paesi produttori che, nonostante la ricchezza formale, soffrono di un progressivo impoverimento".

Gli analisti. Non ci prendano in giro per favore!

Al tourbillon che agita tutte le piazze finanziarie mondiali corrisponde una incredibile superficialità degli analisti. Li sentiamo dare il loro illuminato parere di fronte ad ogni brusco scossone, all'insù o all'ingiù dei mercati. Ne sentiamo di orbe. Per fare un esempio di fronte agli astronomici aumenti del prezzo di riso o di grano ci siamo sentiti propinare spiegazioni assurde come, per fare un esempio, la riduzione delle terre coltivate, come se questo fosse un fenomeno di tipo temporalesco. Se c'è questa riduzione la si conosce da lungo tempo e non può certo, all'improvviso, portare i suoi funesti effetti, come è stato all'inizio dell'anno, in poche settimane. E così ad ogni variazione dei corsi.

GdS

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