Verso il voto: attività frenetica in Valle

Non si parla d'altro, non ci si occupa d'altro... Ma è proprio così?

Visto da sopra
Frenetica ultima settimana di campagna elettorale in Valle. Piazze piene, ovunque. Non come quelle di Papa Francesco ma poco meno. Spazi per le affissioni elettorali strapieni di manifesti che si alternano quasi quotidianamente. Bar dove non si parla d'altro. Negli uffici, pubblici e privati, non si fa altro che discutere di politica e il lavoro resta indietro. Non parliamo poi delle televisioni. C'é chi ha organizzato una sorta di pool per registrare tutte le trasmissioni, e sono tante, per vederle poi insieme evitando il rischio di perderne qualcuna. Le cassette della posta traboccano di messaggi di questo o quel candidato. I “santini”, quei cartoncini formato biglietti da visita che in genere sono diffusi dai candidati, dappertutto in milioni di copie.Le cene si susseguono una dopo l'altra chiamando con le gambe sotto al tavolo i propri supporter.
Una Valtellina – Valle della Mera pure, compresa nei valori che guarda a Strasburgo e Bruxelles, speranza del mondo (non tutti, pare), che sa cosa vuol dire Europa anche se il nostro confine è per 200 km con un Paese extracomunitario che ha appena , nel rapporto di tre a uno, rispedito al mittente la proposta referendaria di dare un salario minimo che sarebbe una cifra fantastica per milioni di italiani.

Visto da sotto
Vedendo le cose dal piano terra, al livello cioè in cui gli uomini, donne comprese, si muovono apiedi, in bici, in moto, in auto e magari anche a cavallo l4 si vedono con gli occhi del realismo. E il realismo ci dice di prendere quanto sopra scritto e rivoltarlo a tutto campo in modo da avere la rappresentazione reale della realtà. La quale realtà in Valle è la seguente: alla stragrande maggioranza non gliene frega niente a nessuno o addirittura è ostile a questa Europa che è lontana miliardi di km da quella concepita da De Gasperi, Adenauer, Schuman, quando cioè l'Italia contava nonostante che fosse uscita da poco dalle macerie, anche morali, della guerra.
Il candidato valtellinese
L'unico elemento che dà a molti – e qui non entriamo nel terreno politico – una prospettiva è che fra i candidati c'è anche un valtellinese, Massimo Sertori che, in tempi in cui tutti invocano il rispetto della meritocrazia, alla guida della Provincia aveva dimostrato di saperci fare. Un pensiero comunque va pure espresso su questa Europa del 2014/2019. Non ne esprimiamo uno oggi in quanto potrebbe assumere una coloritura politica, anzi partitica. Richiamiamo quello che abbiamo sempre scritto, fin dal millennio passato, via via aggiungendo perla dopo perla, vedendo afflosciarsi progressivamente l'Europa dei tre grandi padri e crescere l'Europa dei soldi. Ripetutamente abbiamo pubblicato stralci della Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee fedele riproduzione di una sempre più potente tecnocrazia con un sempre decrescente potere politico che perdendo l'elemento essenziale, la sintesi, ha di fatto prodotto un autentico karakiri, persino ai tedeschi anche se finora non se ne sono accorti.
Riciamiamo Bartali e la sua famosa espressione: “tutto sbagliato, tutto da rifare”.
Tutto no, ma quasi tutto sì.
a.f.
 

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