TRE MAGNIFICI ASSI PER L''ITALIA

Appena qualche settimana fa eravamo immersi in un mare oscuro di tristezza, di politica fasulla e distruttiva, con tante maledizioni ai nostri politici che ci avevano portato sull'orlo del precipizio. Non c'era più speranza, non esisteva più sorriso, amicizia, amore, condivisione. Ci guardavamo in cagnesco quasi fossimo di un altro mondo.

C'era poi nel Vaticano che finora ha trafficato malamente in Italia, il Conclave e c'era- per un puro caso della sorte- l'elezione del Nuovo parlamento italiano con inciuci a non finire e con partiti contro partiti.

E' proprio vero che il "Mondo" lo dirige Dio e sa quando deve intervenire. Ecco, allora, il primo Botto.

L'elezione di Papa Francesco in Vaticano, eletto così in breve tempo, tanto che si faceva l-0 per l'itali, è STATO ACCOLTO all'unisono come un Papa globale, ma anche europeo grazie alle radici piemontesi. Ha un carattere aperto e caldo tipico dei figli dell'America delle pagliette, come gli emigranti calabresi chiamavano l'Argentina per distinguerla da Canada e USA. Ma è soprattutto un Gesuita, per giunta argentino: rigoroso e capace di dire di no, figlio di un ordine dal tratto militare ispirato dall'ex soldato Sant'Ignazio di Loyola.

E' un Papa che inizia il suo pontificato all'insegna della semplicità. Papa Francesco, il primo pontefice gesuita, ha scelto subito di ispirarsi a San Francesco, il santo dei poveri per eccellenza. Nato 76 anni anni fa a Buenos Aires in una famiglia umile di origini piemontesi è il quarto dei cinque figli di Mario Jose, funzionario delle ferrovie, e di Regina Maria Sivori, una casalinga con discendenze piemontesi e genovesi. Diventato pontefice a 76 anni, ha subito colpito l'immaginario dei fedeli per la sua sobrietà. Ecco i 10 gesti simbolici che fanno di Francesco il Papa Semplice. Elenchiamo- ma non sono tutti né possono piacere a chiunque i segni che hanno colpito il cuore dei credenti e non.

1. Il nome: è eletto Papa come Francesco. È il primo papa a scegliere questo nome. Immediato il riferimento a San Francesco, simbolo di povertà e sobrietà.

2. Indossa una croce di legno e non una croce d'oro come previsto per i papi (via quei fasti raggelanti, via quegli apparati ridicoli, oggi!).

3. Abiti sobri. Ha impartito la benedizione senza l'abito corale. Soltanto al momento della benedizione, il Pontefice ha indossato la stola, che però ha subito tolto. Mostrandosi senza stola e mozzetta (la mantellina corta), Papa Francesco ha subito rotto una tradizione.(Bene, bravo, bis).

4. Si è definito «Vescovo di Roma» e non Papa. Formalmente la definizione non è certo nuova, ma ha colpito che presentandosi al mondo - nel suo primo intervento pubblico - abbia deciso di utilizzare questa formula (ma lui conosce le dispute acerrime che esistono tra le varie religioni)

5. Dopo aver esordito con un semplice «buonasera», si è inchinato davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, chiedendo una preghiera per il suo operato. Non era mai accaduto. Meno male! Gesù non ha mai detto io sono il figlio di Dio presentandosi alle folle che lo seguivano.

6. Ha recitato delle preghiere semplici, alla portata di tutti: il Padre nostro, l'Ave Maria. Solitamente dalla Loggia Vaticana si ascoltano orazioni in latino, auliche, distanti dalle persone: Papa Francesco, invece, ha pregato con le parole che le persone pronunciano ogni giorno (meno male, il Padre nostro, l'Ave Maria, il Gloria Patri sono le prime preghiere che i cristiani imparano dalla mamma).

7. Gesti concreti: quando fu nominato cardinale, Bergoglio persuase centinaia di argentini a non accompagnarlo nelle celebrazioni a Roma, e a dare il denaro dei biglietti aerei ai poveri( che smacco per i tanti nostri ricchi vescovi!).

8. Fino a ieri non aveva un'autista, una macchina blu. Per spostarsi usava la metropolitana e la bicicletta. E quando viveva a Buenos Aires, usava l'autobus (questa sarebbe una cosa bella se la continuasse a fare in Italia. Francesco, non farti "ammorbidire" dalla Curia romana!).

9. I suoi preti più amati sono quelli che lavorano nelle ''villas miserias'', le baraccopoli di Buenos Aires .I suoi preti sarebbero altrettanto amati se si occupassero del degrado di Roma)

10. Cucina da sé. Ha sempre avuto l'abitudine, alla sera, di cucinarsi da sè cose semplici: un uovo al tegamino, della frutta. Io, caro papa Francesco, vado a letto digiuna e dormo benissimo. Voglio ricordarle la setta dei Giaina: quella di Gandhi- che vivevano con una mela al giorno.

Ma che è Francesco???

Francesco d'Assisi ha partecipato alla quinta Crociata, non per benedire la guerra santa ma proprio per portare un messaggio di pace, lui che chiese ed ottenne dal delegato pontificio il permesso di poter passare nel campo dei Saraceni e salutare e portare un messaggio di pace al Sultano. Fu l'unico, Francesco, povero e disarmato, ad arrivare al campo avversario non per benedire le armi ma per portare la pace. Mi sembra che questo nome davvero sia il nome di una missione grande, specie oggi Egli ha davvero un cuore di padre e il suo buonasera sono un modo per la Chiesa di mostrarsi nella sua vera e limpida umanità". Ciò non toglie che come gesuita non sia stato un cardinale intransigente: nel difendere la morale cattolica, nel denunciare la condizione dei poveri della sua Argentina, nella scelta di vivere sobriamente. Moderato (seppur molto critico) nei rapporti con la politica locale, ha bollato come "infamanti" le accuse di complicità con la dittatura che ha insanguinato il suo Paese dal 1976 al 1981. Di origini italiane - i genitori hanno vissuto nell'astigiano prima di emigrare in Argentina - vanta una brillante carriera ecclesiastica, che lo ha portato a soli 36 anni a ricoprire l'incarico di Superiore della Compagnia di Gesù in Argentina. Ordinato sacerdote nel 1969, è diventato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998, e cardinale tre anni più tardi. Se i gesuiti latinoamericani hanno spesso appoggiato le rivendicazioni popolari nel solco della 'teologia della liberazione' (pensiamo a quelli salvadoregni strenuamente difesi da monsignor Romero fino alla sua morte), Bergoglio ha fatto eccezione aprendo fin dagli anni 70 una forte dialettica con la Congregazione, in Argentina, schierandosi con l'ala più conservatrice della Curia romana a sua volta non del tutto in sintonia con l'allora pontefice Paolo VI. Durante la terribile mattanza militare guidata da Jorge Videla:, feroce dittatore autore delle scomparse ed eccidi di Plaza de Majo. Pare che, però, il nostro Jorge - bene o male - ne fu coinvolto- Infatti. in più di un'occasione, nel 2011, Bergoglio è stato chiamato a testimoniare in processi riguardanti la tragedia dei desaparecidos (in patria ma anche in Francia) mentre nel frattempo alterne vicende caratterizzavano la sua attività pastorale di arcivescovo di Buenos Aires. Il porporato argentino ha mostrato tratti di spietata intransigenza sul terreno della morale cattolica (scagliandosi contro la fecondazione assistita gratuita, l'utilizzo di preservativi e i matrimoni gay mentre una recente legge argentina dava loro il via libera) non ostacolando però un confronto ecumenico con le altre religioni monoteiste. In ambito sociale, pur mantenendo una forte distanza dal progressismo teologico di stampo latinoamericano, ha spesso spronato le Istituzioni a favore di interventi più decisi contro la diseguaglianza, rifiutando di vivere tra gli sfarzi del palazzo arcivescovile e scegliendo piuttosto un comune appartamento "riscaldato da una stufa".

In Vaticano, da più parti, si invocava un papa 'pastore' dopo gli otto anni di governo di un pontefice 'teologo', la netta impressione è che l'anima popolare della chiesa possa ritenere di aver compiuto alcuni passi avanti. Più controversa appare la riflessione sulle istanze di possibile rinnovamento del frastagliato microcosmo cattolico (dallo Ior ai veleni della curia romana fino all'ultima parrocchia di periferia in crisi di 'consenso'): di certo i cardinali riuniti in conclave hanno provato a chiudere il cerchio spostando l'attenzione su un prelato sudamericano (ovvero il primo proveniente dalla culla del cattolicesimo di base) non così distante dal grido dei poveri. Benché di orientamento moderato, inoltre, è da sempre attento al rispetto degli equilibri politici secolari però (fin dal nome che ha scelto) intende farsi guidare del frate di Assisi vissuto nel 1200 (anche se alcuni sostengono si sia invece ispirato al gesuita Francesco Saverio). Se è vero che la chiesa ha bisogno di essere (almeno parzialmente) rifondata, il nuovo pontefice vuol dimostrare di essere in grado di provarci. Con l'aiuto dello Spirito Santo che lui invoca spesso per se e per i cristiani.Amen!!!

Evviva Laura Boldrini!

Quando la nominarono Portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (UNHCR), per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. Epoi si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo, svolgendo numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda, ne fummo felici perché finalmente una donna "DRITTA POTEVA RICOPRIRE INCARICHI MAI PRIMA AfFIDATI AD UNA DONNA. E questa donna era italiana. Laura Boldrini che- per grazia di Dio e chissà se non guidati da quello Spirito che non ci vuole gettare sotto le pietre, ora tra urli ed evviva è diventata Presidente del Parlamento Italiano, il 16 marzo 2013, ottenendo 327 voti su 618 votanti,

Chi è Laura

Figlia di un avvocato e di un'insegnante di arte e antiquaria, entrambi di Matelica , cresce nelle campagne vicino a Jesi (in provincia di Ancona) insieme a tre fratelli e una sorella. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma nel 1985, lavora in Rai, sia per la televisione sia per la radio. E' giornalista pubblicista dal 2 dicembre 1986.

Nel 1989 ha cominciato la sua carriera all'ONU lavorando per quattro anni alla FAO, dove si occupava della produzione video e radio.

Dal 1993 al 1998 ha lavorato presso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) come portavoce per l'Italia. Dal 1998 al 2012 è stata Portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (UNHCR), per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. In questi anni si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo. Ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana (2004), il Premio Consorte del Presidente della Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell'Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009). Il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero 1 del 2010, l'ha indicata quale italiana dell'anno 2009, in ragione del «costante impegno, svolto con umanità ed equilibrio, a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo» della «dignità e (...) fermezza mostrate nel condannare (...) i respingimenti degli immigrati nel Mediterraneo effettuati» nell'estate del 2009.[2] È stata insignita nel 2011 del Premio Renato Benedetto Fabrizi, premio nazionale ANPI.

Nell'aprile del 2010 pubblica per Rizzoli Tutti indietro, un libro in cui racconta la propria esperienza nell'affrontare le principali crisi umanitarie e descrive l'Italia della solidarietà, dei tanti uomini che rischiano la vita per salvare i naufraghi che vengono dalle coste africane e di coloro che lavorano gomito a gomito per realizzare un'integrazione vera di immigrati e rifugiati. Scrive in diverse riviste e tiene il blog Popoli in Fuga[ sul sito del quotidiano la Repubblica e The Huffington Post Italia.

A Cesena, il 14 dicembre 2011, Boldrini ha ricevuto il premio Cesena Città della Pace nella "Sala degli Specchi" del Palazzo Comunale.

È stata sposata con il giornalista Luca Nicosia: dal matrimonio è nata nel 1993 sua figlia Anastasia

Chi è Pietro Grasso

Pietro Grasso è stato scelto dal Senato al suo secondo giorno di convocazione come nuovo presidente. Grasso, ex procuratore nazionale antimafia aveva annunciato in una conferenza stampa insieme a Pier Luigi Bersani lo scorso 28 dicembre la sua intenzione di candidarsi alle elezioni con il Partito Democratico, presentando al Consiglio Superiore della Magistratura la richiesta di aspettativa per potersi candidare e insieme la domanda di pensionamento anticipato a partire dal 28 febbraio: sarebbe altrimenti potuto restare in servizio fino al gennaio del 2020. E' nato a Licata, in provincia di Agrigento, il primo maggio del 1945: ha quindi 67 anni. Ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1969, diventando pretore a Barrafranca, in provincia di Enna, dove è rimasto fino al 1972 quando è diventato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo. Qui dalla metà degli anni Settanta ha seguito indagini sulla criminalità organizzata e sull'amministrazione pubblica e ha anche guidato l'inchiesta sull'omicidio del presidente della Sicilia Piersanti Mattarella, avvenuto nel 1980. Nel 1984 è stato giudice a latere (cioè uno dei due giudici che siedono a fianco del presidente e formano insieme a lui il collegio giudicante) del presidente Alfonso Giordano nel maxiprocesso a Cosa Nostra in cui erano imputate circa 400 persone per reati legati alla criminalità organizzata. Insieme a Giordano, Grasso è stato anche l'estensore della sentenza, di circa ottomila pagine, che ha assegnato 19 ergastoli. Dopo la fine del maxiprocesso è stato nominato consulente della Commissione antimafia e nel 1991 è stato chiamato da Giovanni Falcone come consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia. Dopo l'assassinio di Giovanni Falcone, ne ha preso il posto nella Commissione Centrale per i programmi di protezione di testimoni e collaboratori di giustizia.

Nel gennaio del 1993 Grasso è stato nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia, dove ha coordinato le indagini sulle stragi di mafia del 1992 e del 1993. Dal 1999 al 2004 è stato procuratore della repubblica di Palermo: ha fatto arrestare 1.779 persone per reati di mafia e tredici mafiosi latitanti tra i trenta considerati più pericolosi. Nell'ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia (fortemente contrastato da quelli che avrebbero voluto a quel posto il dr. Caselli anche se molti lo hanno dimenticato o fatto finta di dimenticarlo come tutti hanno dimenticato le polemiche contro Falcone proprio nel Palazzo di Giustizia di Palermo... - ndr - ) : ha collaborato alle indagini che hanno portato all'arresto del boss mafioso Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, e ha riaperto - anche in seguito alla testimonianza del pentito di mafia Gaspare Spatuzza - le indagini sulle stragi di mafia del 1992-1993.

Nel 2011 Grasso si è fortemente opposto al processo breve definendolo «un modo per far morire il processo, piuttosto che per trovare le eventuali responsabilità dei colpevoli o l'eventuale assoluzione di innocenti», e alla riforma della giustizia del governo Berlusconi, incentrata sulla separazione delle carriere tra la professione di giudice e quella di pubblico ministero da attuarsi attraverso due concorsi separati per l'accesso. Grasso infatti aveva criticato la riforma sostenendo che «quella che vogliono far passare per riforma della giustizia, più che una riforma della giustizia è una riforma dei magistrati. Vogliono intimidire, minacciare, bloccare i magistrati e soprattutto i pm».

Nel maggio 2012 creò molte discussioni una sua intervista alla trasmissione radiofonica La Zanzara, in cui aveva detto che avrebbe dato «un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia», spiegando che aveva «introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi: siamo arrivati a quaranta miliardi di euro». Sempre in quell'occasione aveva criticato il giudice Antonio Ingroia per aver tenuto un comizio al congresso dei Comunisti italiani, dicendo che «fa politica utilizzando la sua funzione, è sbagliato. Come ha sbagliato ad andare a parlare dal palco di un congresso di partito. Deve scegliere. E per me è tagliatissimo per fare politica». A maggio del 2012 Grasso aveva anche criticato Beppe Grillo che aveva sottovalutato il problema della mafia dicendo che, contrariamente allo stato, «non strangola i propri clienti, chiede il pizzo». Grasso aveva risposto dicendo che Grillo «dovrebbe vivere un per un po' di tempo qui in Sicilia e magari aprire un esercizio commerciale. Forse così potrebbe capire se viene strangolato o no». Da settembre 2012 Grasso ha condotto per RAI Storia Lezioni di Mafia, dodici puntate dedicate a spiegare cos'è e cosa è stata Cosa Nostra. Ha scritto anche alcuni libri, tra cui Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia e Per non morire di mafia. Riguardo un suo possibile impegno in politica aveva sempre detto «mai dire mai», senza escluderlo del tutto, ma nel gennaio 2012 aveva anche precisato di non guardare «a un'eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito una "lista civica nazionale"».

lla consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi», ha detto poi Grasso.

«Penso al Senato come a una casa di vetro». «Penso alla politica che va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano. Quest'aula spero diventi come una casa di vetro», ha aggiunto. «Quanto sia radicale e urgente il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un'attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone». «Voglio rivolgere a nome dei senatori un mio personale e deferente saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, supremo garante della Costituzione e dell'unità italiana che con saggezza e salda cultura costituzionale esercita il suo mandato di capo dello Stato».

Maria de falco Marotta &Team


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Maria de falco Marotta &Team
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