"Unicuique suum (sesta puntata): "VELTRONI (POLITICAMENTE) È MORTO E QUINDI NON PUÒ MORIRE". ERA QUESTO IL TITOLO DELLA PRIMA PUNTATA, IL 20.11.2008. AVEVAMO VISTO GIUSTO

Allora - Citazioni di quell'articolo - Peggio del peggio - Campania, Umbria, Sardegna. Un, due, tre - Aveva tentato - Adesso - Troppo "Palazzo", poca "base" - Poi il controproducente "dalli al Berlusca" - Cambiare (e risolvere le contraddizioni) - Profe

Allora

Il 20 novembre scorso abbiamo pubblicato un acuto editoriale dell'allora nuovo collaboratore, "Epidicus", dal significativo titolo "Unicuique suum (1): VELTRONI (POLITICAMENTE) È MORTO E QUINDI NON PUÒ MORIRE".

L'inizio: "Un malessere, neanche tanto sottile, pervade il Partito Democratico ai diversi livelli", e poi "…il malessere citato che anzi è qualcosa ben più che un malessere".

"non mi piace - diceva l'in. Boccia - "il clima di sospetti e di veleni che c'è nel partito, un clima da resa dei conti" citando che il noto caso in cui il sen. La Torre aveva passato un bigliettino in TV un pizzino al collega del PdL aggiungeva "va evitato che 'anche' questa vicenda si trasformi in una contesa tra dalemiani e veltroniani".

Citazioni di quell'articolo:

- Rutelli in sonno dopo aver perso a Roma contro Alemanno per i voti mancati, quelli che c'erano invece stati per il Presidente della Provincia.

- D'Alema in barca a vela… (non aveva certo digerito "la vicenda delle alte cariche di Stato".

- Prodi sia partito per la tangente andandosi ad occupare d'altro,

- Prodiani, Parisi in testa, in fibrillazione permanente.

- Teodem, o comunque alcuni dei "vari" cattolici in agitazione.

- Epifani nella CGIL, con i riflessi e i condizionamenti conseguenti per Veltroni, ostaggio della sinistra oggi non parlamentare.

- Linea di Veltroni "diventata ondivaga".

- Rapporto con il Governo diventato "maledettamente complicato".

"Ci fermiamo" - scrivevamo allora, anche se ci sarebbe stato e ci sarebbe da analizzare il fenomeno Di Pietro, terribile spina nel fianco di Veltroni e del PD -. "Ce n'è abbastanza per procedere alla stesura del certificato di morte (politica) del segretario PD. A quando i funerali?".

Peggio del peggio

E qui l'errore di quell'analisi.

Si scriveva: "Non ci saranno funerali. Il PD è così in cattive condizioni - lo sussurrano molti all'interno - che un funerale di questo genere costerebbe di più di quelli che si facevano a Napoli con grande carro, tiro a più cavalli, sfarzo del lutto". Era inimmaginabile che il PD andasse oltre arrivando al peggio del peggio. Veltroni "politicamente morto" con una sola piccolissima chanche.

La riportiamo tal quale traendola dal finale di quell'articolo: "L'ultima carta di Veltroni che un antidoto alla Cagliostro potrebbe far emergere dal catafalco. Un antidoto fatto di Sindaci e Presidenti di Provincia con la speranza che a propiziarlo sia lo stesso Berlusconi. Berlusconi !?!?!?!. Sì, lui. Nelle amministrative degli anni scorsi il centro destra ha fatto a gara in situazioni fluide per offrire su un vassoio d'argento le chiavi delle città e delle province ad esponenti del centro-sinistra, Palazzo Pretorio di Sondrio compreso".

Cieravamo sbagliati perché, in effetti, non ha fatto in tempo neppure ad arrivare alle amministrative.

Campania, Umbria, Sardegna. Un, due, tre

Recentemente Veltroni in TV aveva fatto appello alla forza del PD a livello periferico, a quel 70% di Enti Locali in cui il PdL è costretto all'opposizione, con un forte legame con le Regioni - molte e importanti quelle del centro-sinistra - che sia sul piano legislativo che su quello amministrativo fortemente condizionano la periferia. Ebbene andiamo a trovare i Governatori. Di quello della Campania parleremo dopo. Del Turco, in Abruzzo è finito sotto i colpi della Magistratura (anche se lui si proclama innocente) e la Regione a fette. Dal 15 dicembre il PdL ha il Governatore e 27 seggi su 45.

In Sardegna - incredibile che lo scrutinio di quelle regionali sia fermo a 1692 sezioni su 1812 e quello delle circoscrizionali addirittura a 1522 con la conclusione dello spoglio per le sezioni mancanti affidata al Tribunale!!! - Soru, nonostante un apporto personale di oltre il 5%, è finito distaccato di circa 9 punti da Cappellacci. Disastroso il risultato delle liste con il PD sotto di 18/19 punti rispetto al PdL. In Campania Bassolino è riuscito, faticosamente, a restare in sella giusto perché Berlusconi voleva e doveva vincere la guerra dei rifiuti, oltre che per ragion politica anche per questione di immagine internazionale. Non aveva quindi nessun interesse a litigare con la Regione - e, di riflesso, con il Sindaco di Napoli. Il Governatore, da parte sua, aveva una sola via di salvezza, e cioè quella di collaborare in toto con Berlusconi, cosa che ha fatto, salvando la pelle (politica) il suo licenziamento essendo rimasto volontà unicamente di Di Pietro, e forse neanche di tutti i suoi.

Tre Regioni per vari motivi implose. Tre fallimenti del PD. A questi si è aggiunto, politicamente gravissimo, lo smacco di Veltroni che voleva il rinnovamento a Napoli, piazza pulita di chi c'era per voltare pagina. Il Sindaco ha confermato gli assessori che il segretario nazionale non voleva. In Regione le cose sono andate avanti 'alla Bassolino'. Salvo un intervento specialissimo di San Gennaro l'ammaina-bandiera del PD sul Palazzo della Regione

Ultima botta quella di Firenze dove il favoritissimo candidato-Sindaco, sponsor appunto Veltroni, è stato sconfitto alle primarie da un ex Margherita.

Aveva tentato

Veltroni aveva tentato. La rovinosa esperienza di Prodi aveva lasciato il segno. In parte la responsabilità, oggettivamente e non solo secondo l'abituale regola del capro espiatorio, è stata la sua, peraltro condivisa con qualche suo consigliere o meglio sconsigliere. Nella situazione che al Senato era uscita dalle urne la sua intransigenza nell'escludere ogni tipo di rapporto, istituzionale, con l'opposizione, e l'insistenza nel dichiarare che il suo Governo sarebbe durato 5 anni, hanno fatalmente portato alla dissoluzione, molto più che non la sconfitta. Intanto gran parte degli analisti il giorno della elezione a segretario di Veltroni aveva previsto l'anticipata fine del Governo. Il giorno della nascita del PD in TV Prodi aveva, raggiante, dichiarato di aver lavorato otto anni per questo risultato. Non, aggiungiamo, per essere messo da parte come, di fatto e forse ineluttabilmente, era capitato. Pensava di poter essere leader del suo progetto ma non aveva fatto i conti con l'oste, nella fattispecie rappresentato dai DS, peraltro con una certa ragione da parte loro data la loro presenza nella società oltre che nella politica, dati i collegamenti, l'organizzazione, la struttura, anche gli aspetti economici.

A veltroni é andata male, malissimo, alle elezioni. Non tanto per la sconfitta che era superscontata, univoco essendo il messaggio che veniva dai sondaggi. Gli è andata male perché l'intera sinistra è rimasta fuori dal Parlamento e quindi obbligata a concentrarsi nel lavoro esterno, di base, oltre che a far sentire la sua voce dove poteva, Enti Locali e Sindacato, da cui la politicizzazione inevitabile della CGIL divaricata rispetto a Veltroni e alla sua linea. Gli è andata male perché l'Italia dei Valori ha occupato spazi notevoli logorando il PD. Gli è andata male perché alcune contraddizioni hanno cominciato a manifestarsi senza lasciare il tempo alla segreteria di tentare sintesi adeguate. Gli è andata male anche perché il centro-destra a furia di sbagliare, contrariamente a Sondrio, ha serrato le fila. Gli è andata male anche perché la direzione politica del PD ha certamente peccato di scarsa collegialità, anche se a questo proposito Veltroni non aveva alternative se voleva portare avanti la sua linea.

Adesso?

Letta, quello, bravo, del PD nipote di quello, bravo, del PdL, ha definito la sconfitta in Sardegna pesantissima. Da un punto di vista numerico si tratta di poca cosa se riferita al Paese: circa un milione di voti validi in tutto. Quello che conta non sono i numeri ma la politica. Erano due i confronti-scontro. Uno fra l'uscente Soru e Cappellacci per la conquista della Regione. L'altro fra Berlusconi e Veltroni, fra centro-destra e centro-sinistra per la continuazione del trend di supremazia per il primo, di inizio del riscatto per il secondo.

Tra le diverse dichiarazioni dell'ex Segretario ne cogliamo due.

- La prima è la morale che si trae dei sedici mesi di sua segreteria e una indicazione, saggia, di futuro: "Non chiedete, con l'orologio in mano, a chi verrà dopo di me di ottenere dei risultati. Un grande progetto riformista ha bisogno di tempo per essere realizzato". In pochi anni abbiamo bruciato 6 o 7 leader…- anche se qui mette insieme PD, Ulivo, DS, forse PCI -".

- La seconda parte da una constatazione che è il punto debole di una sinistra che non ha colto le trasformazioni in essere nella società. Dice: ''Berlusconi ha vinto una battaglia di egemonia nella società perché con i suoi mezzi ha stravolto il sistema dei valori ed ha costruito un sistema di disvalori contro i quali bisogna combattere con coraggio''.

Troppo "Palazzo", poca "base"

Nelle ultime politiche si è visto che quartieri popolari di antica tradizione "rossa" votavano il centro-destra ed in particolare la Lega. Si sono interrogati in molti nella sinistra sulle ragioni di una svolta di questo genere ma poi la pagina è stata chiusa e ha continuato il solito refrain su Berlusconi. Era magari il momento di sentire anche i sociologi, che in larga parte militano proprio a sinistra. Era il momento di capire che ci sono aspirazioni popolari diffuse anche, e soprattutto, nell'elettorato che era quello tradizionale di sinistra. La delinquenza extracomunitaria ha prima affiancato e talora soppiantato quella indigena. E' certamente nobile, e religiosamente meritorio portare avanti la linea dell'accoglienza, quella della redenzione dei colpevoli, eccetera eccetera. Ma lo si vada a far capire a chi vive la realtà delle periferie, per giunta al 70% guidate dal centro sinistra a testimoniare che su certi problemi c'è difficoltà per tutti.

E poi il controproducente "dalli al Berlusca"

Un elemento controproducente. L'on. Berlusconi dovrebbe infatti intaccare le proprie solide risorse ordinando l'intera produzione di Dom Perignon da destinare ai suoi detrattori. Non occorre scomodare grandi analisti, basta la psicologia spicciola a evidenziare il macroscopico errore della demonizzazione continua del Presidente del Consiglio. Lo ha fatto anche Veltroni in Sardegna, ogni giorno. Risultato? Lo si è visto. Troppo ascolto, suo e della dirigenza, per le voci del Palazzo, gli editorialisti, i salotti televisivi nei quali magari conta il "conflitto d'interesse" che nelle periferie c'è, reale,ma è ben altro, quello fra la vita di ciascuno e o tizi che davanti al portone di casa spacciano e peggio.

Cambiare (e risolvere le contraddizioni)

Motivando il suo gesto lo ha detto anche Veltroni: "''Dobbiamo superare personalismi e divisioni e passare da una sinistra salottiera, giustizialista, pessimista e sostanzialmente conservatrice ad un centrosinistra non conservatore ma innovatore, non salottiero ma capace di recuperare il giusto rapporto con la vita reale dei cittadini''.

Sorvola lui, comprensibilmente, sorvolano gli altri sul tema di fondo, tuttora irrisolto e quindi contraddizione permanente, se in superficie o sotto non importa in quanto comunque esistente: il modo di riuscire a fare sintesi fra le due anime, fra le due culture dalle quali è nato il PD, premessa indispensabile per la risalita della china anche se per questa, salvo clamorosi errori del centro-destra, si profilano tempi lunghi.

Profetici?

Era stata profezia quella del 20 novembre, quella di tre mesi fa? "Politicamente morto" il titolo. Non era affatto profezia ma semplice, semplicissima logica politica, quella di cui stranamente si fa poco esercizio.

Epidicus

Epidicus
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