1 20 CASO FOSSATI, SPECULAZIONE EDILIZIA, USO URBANISTICO, VALORI (E PLUSVALORI) FONDIARI, POSTI DI LAVORO. QUALCOSA DA FARE C'É

Su Vaol, il quotidiano telematico di Chiavenna una lettera - pubblicata in appendice - a firma Vonk contesta la posizione assunta dal Sindaco Molteni sul caso Fossati e sostanzialmente auspica che si dia campo libero ai privati per intervenire sull'area al Piazzo. Di seguito il nostro commento:

Il commento di "Vonk" obbliga ad intervenire. Non tanto per l'attribuzione politica - da molti anni non faccio più politica attiva anche se collaboro con le Istituzioni là dove può servire una merce in decremento e cioè l'esperienza - ma per la sostanza di quanto afferma. 'Intervengano i privati' è il suo messaggio in polemica con il Sindaco Molteni per le sue dichiarazioni che riportiamo avanti e per le quali deduce che il "no alla speculazione" equivalga al "no ai privati".

Il Sindaco

Il giorno dopo la notizia che il Fossati chiude il Sindaco rilascia queste dichiarazioni al quotidiano 'La Provincia di Sondrio' che le pubblica lo scorso 15 gennaio a pagina 9:

1) «La notizia in qualche modo era nell'aria - ricorda il sindaco -, ma questi ultimi sviluppi della situazione sono arrivati in modo inaspettato rispetto a quanto emerso dai colloqui con la proprietà, che si era impegnata a presentare un piano industriale che tenesse conto della richiesta di mantenere, a Sondrio o nei dintorni, un insediamento con una prospettiva per il futuro».

2) «Che non si pensi di poter fare della speculazione su quell'area - dice Alcide Molteni -, chiudendo la fabbrica e facendo saltare posti di lavoro per realizzare villette o condomini».

3) «Qualsiasi parola spesa su quell'area, sull'eventualità di un possibile recupero a fronte di uno spostamento dell'impianto con il mantenimento dell'attività, a questo punto decade - afferma il sindaco -. Le riflessioni sulle problematiche relative all'attuale collocazione dello stabilimento e alla sua inadeguatezza rispetto alle nuove necessità potevano anche essere condivisibili, ma a questo punto, fermi tutti: diamo un segnale assolutamente negativo rispetto ad eventuali speculazioni».

La società

Per quanto attiene al punto 1), dato ovviamente credito a quanto sostiene il Sindaco, il comportamento della società, che gli altri due stabilimenti li mantiene, meriterebbe una censura. Usiamo il condizionale perché l'argomento resta aperto qualora la società avesse qualcosa da dire.

Molti dubbi quindi sulla soluzione proposta. Canna del gas: di 72 dipendenti (x) 50 vengono affidati agli ammortizzatori sociali per un paio d'anni e così la metà va in pensione. Gli altri? Venti andrebbero in un capannone per ora fantasma nei pressi di Sondrio ma, date le premesse, con quali garanzie di continuità?

Quasi unanime però, si dice, l'adesione. Per forza. Chi sta morendo di fame e sete accoglie entusiasticamente chi gli porta pane secco e acqua. Perché però cotale capannone? Al Piazzo no forse per via del degrado? Lo si scopre solo ora?

Malizia, con il commento di Andreotti che si sbaglia ad usarne ma magari si indovina: capannone fuori Sondrio per poter usare urbanisticamente l'area? Se tuttavia così non fosse non c'è allora nessuna urgenza a dare diversa destinazione rispetto all'attuale.

Pesano come macigni inoltre le parole del Sindaco di cui al punto 3). La società dunque avrebbe dribblato Sindaco e Comune non solo per il piano industriale ma anche sulle "parole spese" relativamente alla destinazione dell'area.

Villette e condomini

Per quanto attiene al punto 2) sono d'accordissimo con il Sindaco. D'altronde si tratta di una posizione da me sempre sostenuta. Ho anche dichiarato - giornale citato, 15.1.2010 pag. 9 - che se fossi Sindaco oggi, chiederei al Consiglio Comunale di deliberare che l'area exFossati, per cui nel Piano di governo del territorio si ipotizzano insediamenti civili, è destinata esclusivamente ad un re-insediamento industriale (per inciso c'è anche l'adduzione diretta al depuratore che a suo tempo abbiamo progettato e realizzato anche per reflui industriali), perché Sondrio non può perdere in questo modo sessanta posti di lavoro. Secondo Vonk è sbagliato perché l'unico modo è solo quello di far intervenire i privati.

Non è vero. Il primo punto è il congelamento della situazione, premessa per qualsiasi discorso, evitando creazione artificiale di plusvalore fondiario. Poi si potrà vedere, chiarita la situazione e messi i punti fermi, cosa si può fare. E ce ne sarebbe ma non di piccolo cabotaggio bensì volando alto in abbinamento con l'area ex-manicomio. Non diciamo come. Le cose importanti vanno trattate in modo diverso da quelle di piccolo cabotaggio.

Torniamo alla dichiarazione del Sindaco: «Che non si pensi di poter fare della speculazione su quell'area - dice Alcide Molteni -, chiudendo la fabbrica e facendo saltare posti di lavoro per realizzare villette o condomini». Con la delicatezza del caso, senza intento polemico ma per mettere le cose al posto giusto non si può dimenticare che "villette e condomini" sono comparsi nella bozza del Piano di Governo del Territorio presentati in sede ufficiale dall'assessore all'urbanistica e dal progettista pochi mesi fa ad attività industriale ancora in corso. Ovviamente nessun intento speculativo e men che corretto ma certamente - usiamo i termini più soft possibile - una scelta imprudente e inopportuna. Non vogliamo pensare che sia stata la spinta alla decisione di chiudere ma sicuramente la società non l'ha presa male. La società? Quale? La madre, la figlia? La SpA o la SrL?

Non importa. Si può capire quale importanza avrebbe il documento, possibilmente unanime, del Consiglio Comunale che dichiarasse ritirata la bozza di destinazione per l'area al Piazzo e che la vincolasse a "reinsediamento industriale", traducendo così la mia posizione che é anche quella indicata dal Sindaco al punto 3).

Parliamo di soldi

L'altroieri. L'area, gran parte coperta, di alcuni ettari, quanto valeva tempo fa, ad esempio ad inizio 2009? Esperti di estimo industriale al lavoro con altri del settore immobiliare e definizione di una cifra, sia pure con un certo range. Valore definito medio V1 non indifferente

Ieri. Alla presentazione della bozza di PGT, con la previsione di insediamenti civili, non cambiava la situazione formale dato che la normativa restava e resta quella in vigore. Si creava però un valore di attesa V2. Un plusvalore fondiario che si sarebbe concretizzato al momento della definitiva approvazione del PGT.

Oggi. Se questa sera il Consiglio Comunale procede come da noi indicato l'annullamento del plusvalore fondiario è consequenziale. Di più. Non torna neppure al valore V1 perché l'attività industriale è cessata. Siamo all'archeologia industriale. Siamo ad un valore V3 che è addirittura NEGATIVO!

Domani. La proprietà dell'area è quindi un peso per la società. Sempre maggiore perché il degrado aumenta con il tempo. Il Comune può attendere tempi migliori, magari la maturazione dell'idea relativa anche all'area dell'ex manicomio. Sempre che si abbandoni il piccolo cabotaggio e si torni a pensare in grande. Neanche un €uro alla società, salvo che si riconsideri tutto.

In primis i posti di lavoro?

Spente le illusioni della proprietà di sostituire l'obsoleta cementificazione industriale con quella deliziosa delle villette presentate nel PGT utilizzando il plusvalore fondiario, chiamata anche Confindustria al tavolo allora sì, egregio signor Vonk, che si possono anche aprire mille discorsi sia sui posti di lavoro che sulle destinazioni urbanistiche. Senza però nessun regalo di questo non indifferente plusvalore fondiario.

Alberto Frizziero

(x) Per la verità l'accordo del 9 gennaio ha riguardato 218 lavoratori, 72 di Sondrio e 146 di Cogno in Valcamonica ma, salvo dimostrazione contraria, solo per la Cigs e la mobilità.

Non sappiamo da dove venga l'ipotesi dei 20 nel capannone per ora fantasma

APPENDICE. La lettera a Vaol del sign. Vonk

"2. Fossati, si alla speculazione?. Aggiunto il 18.01.2010 da Vonk

Pur dispiacendomi per i posti di lavoro persi penso che la chiusura del vecchio "Fossati" sia da accettare. Sono finiti i tempi dei contributi pubblici a pioggia a sostegno di attività non più redditizie. Ripeto, spiace, ma le ragioni storiche non sono sufficienti per sostenere ad oltranza un'attività che non ha più ragione d'essere ne per ubicazione ne per tipo di produzione. Non mi trova in accordo però nemmeno la tesi di Molteni che l'area non deve essere oggetto di speculazione (vuol dire interventi privati). Cosa facciamo, teniamo un'area così vasta e la trasformiamo in un museo di archeologia industriale? Mi sembra un'ipotesi quantomeno azzardata. Primo, chi metterebbe i denari per la ristrutturazione (almeno qualche decina di milioni di euro)?. Quale Ente Pubblico locale potrebbe sostenere l'onere finanziario per l'acquisto dall'attuale proprietà? Chi verrebbe poi a visitarlo? Non siamo a Sesto San Giovanni con un potenziale bacino di 20 milioni di utenti a mezz'ora d'auto. Questi fatiscenti capannoni non hanno nulla a che fare con le centrali idro, queste si vere e proprie opere d'arte. Faccio una proposta controcorrente. Sia raso al suolo (la memoria storica conservatrice in questo caso è un alibi insufficiente) e diamolo in mano ai privati senza per questo gridare alla speculazione. Abbiamo una giunta "comunista" e un ex sindaco ora leghista che potranno vigilare. Un progetto valido, condiviso dalla comunità, magari ci farebbe scappere qualche centinaio di nuovi posti di lavoro. Credo sia l'unica soluzione. In alternativa lo vedremo autodistruggersi perchè, ne sono più che certo, i vari Enti si palleggeranno le NON decisioni e così rimmarrà li per decenni e decenni.".

Alberto Frizziero
Editoriali