Costo della vita e mondo della scuola

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in considerazione delle dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Isabel Schnabel del Comitato esecutivo della Bce, in merito alle previsioni di crescita dell’inflazione, determinate da uno shock da offerta ed al rallentando della crescita, chiede urgentemente al Governo in carica ed alla classe politica di attivare e proporre nei propri programmi elettorali misure adeguate per salvaguardare la classe docente di ruolo fuorisede e le famiglie fragili. Attualmente il costo della vita sembra inarrestabile e dopo l’aumento già avvenuto delle bollette e di molti beni di consumo, per non parlare dei mezzi di trasporto low cost e non, costringe interi nuclei familiari a sacrifici inauditi e sconosciuti evidentemente a chi non vive tale situazione. Scegliere tra la bolletta del gas in una grande città del Nord e la visita ai propri congiunti, magari bisognosi, sta diventando un’eventualità poco remota. Per esempio, il dramma della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, docenti assunti con la legge 107/2015, e bloccati completamente, nonostante l’anzianità di servizio e anagrafica, da più di sette anni nel Centro- Nord, senza possibilità di evoluzione e con una qualità della vita inadeguata a rischio povertà, dovrebbe trovare finalmente riscatto e risoluzione. La mancanza di fondi ha rallentato l’individuazione e la nomina, in molti istituti scolastici italiani, dell’assistente educativo e dell’assistente per l’autonomia o la comunicazione, causando a volte gravi difficoltà nell’organizzazione scolastica. Ci auguriamo che sin da settembre vengano ultimate tutte le operazioni necessarie e che le future forze di Governo siano sensibili alle questioni sollevate.

La fuga dalla scuola che si sta verificando in buona parte del Paese è causata principalmente da stipendi ormai palesemente insoddisfacenti rispetto al costo dei servizi. Con 1.400 euro mensili e affitti, anche di posti letto, pari almeno a un terzo dello stipendio, bollette, trasporti e vitto esclusi, si rischia l’accattonaggio. Occorre una rimodulazione seria degli stipendi e l’elaborazione di misure atte a prevenire situazioni di disagio economico irreversibile. Molti giovani amano la scuola e sognano un futuro tra le cattedre: attualmente la retribuzione scoraggiante frena l’entusiasmo di tanti. Speriamo di assistere presto a un’inversione di rotta.    

prof. Romano Pesavento presidente CNDDU

Editoriali