Rimozione cardiologa, il dr. Baratelli (Gravedona) polemizza. Nostra nota

Riceviamo da chi si firma “Dr Giorgio M Baratelli Direttore Unità di Senologia Ospedale Moriggia Pelascini, Gravedona" la missiva che segue. L'autore ci dà dentro, come si suol dire, cominciando in modo non gentile con noi ma con una pomposa sfida (la parola 'coraggio'!) che presumibilmente dovrebbe servire ad ottenere la pubblicazione. Non occorre. Tono e contenuti sono incredibilmente tali da destare interesse, giornalisticamente parlando, anche per una maggiore diffusione possibile onde siano tanti i lettori che possano giudicare e magari imparare qualcosa sul cosa fare e sul cosa non fare, sul cosa dire e sul cosa non dire, sul come agire e sul come non agire.
Ci attendiamo in ogni caso una decorazione o un riconoscimento perchè diamo dunque straordinaria prova di coraggio pubblicando la Sua lettera. Eccola:
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Lettera dr. Baratelli
“Io ho messo la mia firma, a  voi il coraggio di pubblicare
Cose italiane
Ho letto, con molta sorpresa e dispiacere, della vicenda della dottoressa Tavasci, rimossa dall’incarico di Primario di Cardiologia per la mancanza di un requisito fondamentale al momento dell’assunzione, ossia quello di aver maturato almeno sette anni di lavoro nella sanità pubblica, come puntualmente denunciato da una segnalazione anonima.
Alcune considerazioni:
1 la meschinità e la piccolezza dell’anonimo segnalatore, proprio perché non ha avuto il coraggio di metterci la faccia
2 l’invidia, che ovviamente fa parte dei piccoli meschini, è il movente vero della vicenda
3 la burocrazia italiana che ha “dovuto” (ma è veramente un obbligo morale?) seguire il suo iter, in ottemperanza ad una autoreferenzialità interna, fondamentale per mantenersi in piedi e non crollare con tonfi pesanti e fragorosi, e che quindi privilegia i requisiti formali subordinando ad essi i requisiti sostanziali, che sono la qualità professionale del medico
4 il direttore generale di “un’azienda ospedaliera” (non più di un ospedale come si diceva una volta), che non ha avuto il coraggio di far prevalere la qualità del medico e sulla quantità di anni lavorati (magari a passar carte) nel pubblico, perché è politicamente corretto (e sicuramente vantaggioso) attenersi alle regole, anche se stupide
5 tutto questo ha portato ad un provvedimento “formalmente” ineccepibile ma che assomiglia molto ad un autogol, in una squadra, la sanità pubblica, che fa acqua da tutte le parti e che pensa di risolvere i problemi affidandosi alla semantica facile e facilona, che con una delibera ha in un attimo trasformato gli ospedali in aziende; ma se poi le aziende continuano ad essere governate dalla burocrazia sono destinate a fallire.
Conosco personalmente la dottoressa Tavasci, perché ha lavorato nel “privato” Ospedale di Gravedona e ho avuto modo di apprezzare la sua grande professionalità.
In particolare le sono riconoscente per aver salvato il cuore e la vita di un mio carissimo amico.
Le mie considerazioni comunque non vogliono essere una difesa di parte e neppure una contrapposizione tra pubblico e privato, ma vogliono sottolineare che il requisito fondamentale, la qualità, che è quella che interessa ai pazienti, non è riconosciuta dal nostro sistema.
Infine una supposizione: penso che il segnalatore anonimo abbia una laurea in Medicina e Chirurgia; non è difficile prenderla, basta studiacchiare un po’ e avere pazienza per 6 anni; ma essere medici è tutta un’altra cosa.
E la dottoressa Tavasci è un Medico.

Dr Giorgio M Baratelli
Direttore Unità di Senologia
Ospedale Moriggia Pelascini, Gravedona

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Nostra nota:
a) Non conosciamo la dr.ssa Tavasci. Non entriamo nella vicenda del licenziamento della Primario cardiologo di Sondrio. Da sempre siamo abituati a scrivere di quanto si conosce e a richiedere che i collaboratori facciano lo stesso. Non abbiamo sufficienti elementi; li abbiamo per la lettera.

b) Sul metodo dunque sì. Accuse, e loro ragioni, nei confronti dell'anonimo segnalatore (e perchè non segnalatrice?). Tutto quel che si vuole ma il busillis è forse questo? Non è invece per caso ...un documento mancante? Non è per caso ...anche una mancanza duplice all'atto dell'assunzione, visto che ci sarà ben stata una commissione di concorso?

c) Prevalenza della qualità sugli aspetti formali. Bisogna essere dei minus quam ad affermare il contrario ma se, come Ella chiede, il Direttore Generale avesse avuto “il coraggio di far prevalere la qualità del medico e sulla quantità di anni lavorati (magari a passar carte) nel pubblico”, come sarebbe andata a finire? Come andrebbe? Magari con un avviso di garanzia, no? E Lei forse, nella stessa situazione, lo farebbe?

d) Riportiamo la Sua chiosa: “ Infine una supposizione: penso che il segnalatore anonimo abbia una laurea in Medicina e Chirurgia; non è difficile prenderla, basta studiacchiare un po’ e avere pazienza per 6 anni; ma essere medici è tutta un’altra cosa.”

e) Non sappiamo se il dr. Baratelli a mente fredda si sia reso conto della gravità della sua affermazione. Se la vedano gli Ordini professionali di Como e Sondrio di fronte alla notizia di come oggi taluni arrivino alla laurea, si iscrivino all'Ordine e comincino poi a fare diagnosi e indicare terapie. Se la vedano gli altri soggetti istituzionali coinvolti. Non pensiamo che sia proprio così ma vorremmo che fossero i soggetti citati a rimettere le cose a posto

f) Diciamo conclusivamente che comunque dispiace. Diciamo però anche che da noi le cose andavano meglio quando c'erano ospedali e non agenzie. Quando c'era un Consiglio di amministratori locali.

Mi firmo anchio: Alberto Frizziero, da 46 anni con firma in testata dei giornali quali direttore
 

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