Dov'é l'aereo che non ci starebbe in Piazza Garibaldi di Sondrio?

Immaginiamo di essere in Piazza Garibaldi a Sondrio e dovere demolire una parte del Palazzo Lambertenghi per farci stare in lunghezza l'aereo sparito, una settantina di metri di lunghezza. Le ali non ci stanno. Quanto all'altezza il Grand Hotel Posta resta sotto visto che il B777 arriva quasi ai 20 metri, edificio di sei piani. Se volessimo nasconderlo in Valtellina non avremmo nessuna possibilità di trovargli un nascondiglio, posto che si trovasse, nel caso che ve ne fosse uno, il modo di portarlo lì dalla pista in cui fosse atterrato.
Di piste dove un bestione del genere può scendere pare ne esistano al mondo 600. La Cina ha utilizzato 10 satelliti. Gli americani probabilmente anche di più. I nostri geologi possono farci vedere quale definizione riescano ad ottenere nella visione dall'alto delle cose qui in basso.
L'hanno nascosto? E dove trovare un hangar da quasi 100 metri di lunghezza, una settantina di larghezza (ali), e alto ben più di 20 metri per ospitarlo?
Lo possono nascondere? Come, coprendolo? E i satelliti non se ne accorgono?
E i passeggeri? 239 sono tanti, in primis da controllare e poi da alloggiare, sia pure di fortuna e con tutte le esigenze del caso. Un'isola sperduta con una pista sufficientemente agibile e con qualche struttura turistica elementare?
Hanno scartato il collasso per via dei segnali ma anche del messaggio del copilota che dopo il primo distacco delle comunicazioni diceva “tutto bene”. Tutto bene a chi da qualche parte stava aspettando l'aereo per completare l'operazione? L'aereo, hanno detto, potrebbe aver volato per sette ore dati i segnali captati dopo questo tempo. Già, ma completando una enorme operazione di depistaggio che ha portato flotte di navi e di aerei a cercarlo da tutt'altra parte perchè non pensare che il messaggio ultimo sì partito sette ore dopo ma magari da qualche parte dove era atterrato molto prima per utilizzare il tempo disponibile a mimetizzare l'aereo che volando a bassa quota non era radar-visibile?
Infine altra ipotesi, terribile. Se ci fosse stata l'esplosione in volo, come abbiamo visto nel caso di Ustica, il mare sarebbe stato disseminato di rottami. Se ci fosse stato qualcosa per cui l'aereo fosse precipitato – ma il copilota non avrebbe detto “tutto bene” - dato che il mare si comporta come fosse un solido il velivolo si sarebbe spezzato in grandi e visibili tronconi. Ma un ammaraggio, da parte di un pilota espertissimo, non è da scartare. E poi un affondamento lento che non lascia tracce...
Dato che non si può, razionalmente, richiamare il triangolo delle Bermude con le sue leggende tinte di mistero freddamente c'è invece da rifarsi a Ian Fleming, al suo personaggio e soprattutto alla “SPecial Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion”, più semplicemente SPECTRE che in piena guerra fredda ce l'aveva sia con russi che americani cercando di metterli contro (per fortuna poi arrivava lo 007 che metteva a posto le cose finendo, dato che i salmi finiscono in gloria, il suo film con una delle tante sue ammiratrici.

La lezione
Tutte quelle parole, qui sopra, per arrivare alla lezione, serissima, che questo caso ci impartisce. Abbiamo il top della tecnologia fino al punto di avere veicoli su Marte e sulla Luna pilotati da qui e che fanno cose prodigiose. Abbiamo ormai oggetti e strumenti avanzatissimi. Abbiamo sopra la testa centinaia di satelliti artificiali. Abbiamo un “Grande Fratello” (quello di Orwell non quello di Canale 5) che se vuole viene a sapere che cosa ho in programma per cena e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un cascar di braccia che ci sarebbe anche se si dovesse venire a sapere che qualcuno (Russia, USA, CINA) ne sa assai di più di quello che i giornali riportano.
Scienza e tecnica hanno fatto balzi in avanti prodigiosi ma la vicenda di questi giorni, al contrario di molti che hanno una fiducia cieca, assoluta, dimostra che anche scienza e tecnica hanno i loro limiti.
 

a.f.
Editoriali