Mortirolo, enorme occasione persa. Se ne riparla ma il passato ammonisce
All'Aprica si parla del traforo del Mortirolo. Non sarà inutile spendere qualche minuto per avere una visione corretta di come sono andate le cose visto che cambiano i personaggi visto che la ruota del tempo non intende fermarsi per nessuno e svaniscono delle nebbie tante notizie. Un esempio per tutti: quasi nessuno ricorda che l'ultima versione del progetto prevedeva una soluzione integrata strada-ferrovia (scartamento metrico tipo la Retica) con transiti alternati e che la lunghezza del traforo era inferiore a quella dell'ultima galleria della SS38 prima di arrivare a Bormio che è di 7925 metri. Dato significativo visto che allora parlare di traforo di 7 km virgola qualcosa - tale la lunghezza sia di Mortirolo che di Stelvio - sembrava una ipotesi gigantesca.
Così abbiamo perso il traforo del Mortirolo
Il 1 agosto del 2014 La Gazzetta di Sondrio pubblicava, dopo diversi altri, un altro articolo avente per tema il traforo del Mortirolo con un titolo eloquente: “Così abbiamo perso il traforo del Mortirolo” e sottotitolo “Avevamo avuto un'occasione irripetibile. Testimonianze di un fallimento” all'indirizzo
“http://www.gazzettadisondrio.it/editoriali/01082014/cosi-abbiamo-perso-t...
In 11.765 caratteri si rifaceva una parte della storia, quantomeno l'essenziale. Di altro articolo in quel testo viene dato l'indirizzo e se si va su un motore di ricerca se ne trovano altri ancora.
Di tempo ne è passato parecchio sotto i ponti per cui qualcuno può dire bando alle malinconie, alla nostalgia, magari anche alla rabbia nel vedere come sono andate le cose. Un po' come se uno avesse vinto allora una cifra colossale al Totocalcio e avesse deciso di non ritirarlo perchè invece del Totocalcio era meglio comprare i biglietti della Lotteria Italia.
Facciamo un ripasso
Facciamo dunque un ripasso, ripubblicando pari pari l'articolo di allora. Lunghissimo certo ma il Mortirolo come altre opere rilevanti non le si fanno twitterando.
Avevamo dunque avuto un'occasione irripetibile. Come e qualmente colpevolmente sprecata:
Così abbiamo perso il traforo del Mortirolo
"Avevamo avuto un'occasione irripetibile. Testimonianze di un fallimento
Brutta pagina per la Valtellina quella del traforo del Mortirolo. Brutta pagina perchè potevamo avere un primo traforo con la prospettiva di averne un altro, magari anche nel giro di qualche lustro ma le visioni strategiche non sono di breve periodo. Avviato il Mortirolo era scontato che lo sguardo si posasse pubblicamente sullo Stelvio essendo già culturalmente acquisita l'idea di un asse Brescia-Cenrtro Europa.
Lo abbiamo ampiamente documentato quando il 30 giugno dello scorso anno riprendemmo l'argomento in base alla sollecitazione pubblica fatta dal Presidente degli autotrasportatori Pozzi a favore del Mortirolo.
La realtà delle cose
- Il titolo: Documenti: Traforo del Mortirolo: un'occasione d'oro follemente buttata via
- Il sottotitolo: Il bresciano Ministro dei LL.PP. Prandini l'aveva inserito nel piano triennale ANAS 1991/93. C'erano i soldi (tanti, quelli che bastavano). Il bando era stato pubblicato. Occasione follemente persa. I dati (replica)
- L'indirizzo: www.gazzettadisondrio.it/problemi/30062013/documenti-traforo-del-mortiro...
La sfida
Al termine della nota di cui sopra concludevamo così: “Prima di concludere un invito, anzi una sfida: se qualcuno ritiene che le cose siano andate diversamente da come le ho rappresentate scrivano pure e pubblicheremo”. Ovviamente nessuno è stato in grado dio farlo perchè noi avevamo consegnato alla cultura di Valle una testimonianza reale, anzi c'è stati chi ha scritto riconoscendolo.
San Tommaso
In occasione delle assurde polemiche sulla tangenziale di Morbegno abbiamo ricordato che se vogliamo ripetere la folle esperienza del Mortirolo era molto semplice. Bastava rimettere in discussione il progetto. In giro per l'Italia ci sarebbe stato qualcuno ben contento di vedere arrivare per la sua opera i soldi originariamente destinati alla tangenziale del Bitto. Sono arrivati echi di “se” e di “ma” sulla questione da noi ricordata del Mortirolo, che “era ancora di là da venire” e via dicendo con posizioni destituite da ogni fondamento. C'è un Santo che ci è particolarmente simpatico ed è San Tommaso, il simbolo dell'incredibilità, perchè avendo a che fare con i suoi eredi, difficili da convincere, si è stimolati prima di dire qualcosa di accertare che la bocca sia collegata con il cervello e prima di scrivere lo sia la tastiera del computer che si sta usando. Ecco allora che siamo andati a cercare una testimonianza indubbia che, pur richiedendo un certo impegno per trovarla, appare assai interessante. Eloquente la foto che pubblichiamo ma ancora più eloquenti i testi che, occorrendo, pubblicheremo integralmente.
La fonte
La fonte, integralmente, è “Pagine valtellinesi”, “Quindicinale di informazione politica e sociale del P.C.I.” - Anno IV – N. 20 – Una copia L. 1000. La data: Sabato 24 Novembre 1990.
Primo titolo di prima pagina, taglio centrale, 4 colonne
“PRANDINI IGNORA LA STATALE 38 E INVENTA IL TRAFORO MORTIROLO-STELVIO” (preceduto dall'occhiello “Presentato nei giorni scorsi al Parlamento il Piano triennale ANAS) con sottotitolo: “Immediata la reazione del PCI. Interrogazioni in Provincia del capogruppo Patrizio Del Nero, e in Parlamento dell'on. Vincenzo Ciabarri. Il documento della Giunta Provinciale.
Il primo testo
Il testo inizia in prima pagina e, dopo 71 righe, prosegue in seconda pagina con altre 97 righe e la firma che è quella dell'on. Vincenzo Ciabarri. Parlamentare stimato pur essendo nei banchi dell'opposizione diede un positivo contributo in una fase difficile dell'iter della Legge Valtellina sventando un'insidiosa azione dei Verdi. La sua posizione, e quella del PCI, non solo dipendevano dal ruolo di oppositori ma riflettevano anche una posizione simile PSI ed una prevalente all'interno della DC come del resto dimostra il secondo titolo.
Secondo titolo di prima pagina, taglio laterale, 1 colonna:
“LA RISPOSTA DELLA PROVINCIA”
Il secondo testo:
Il testo inizia in prima pagina e, dopo 25 righe, prosegue in seconda pagina con altre 22, senza firma in quanto è il comunicato ufficiale emesso da Palazzo Muzio.
Stralcio fondi per la SS38
Nel Piano Triennale ANAS presentato dal Ministro Prandini – è lo stesso on. Ciabarri a smentire il titolo del suo giornale visto che non è vero che il Ministro ignori la SS38! - sono riportati i contenuti della “tabella 8.2.3.2” che indica 60 miliardi per la Colico-Sondalo, 30 per la variante di Tirano, 25 per la variante di Bormio e 9 per la variante di Isolaccia. Si può non condividere questa o quella scelta ma il risultato è quello indicato da Ciabarri: “124 miliardi rappresentano un decimo di quanto destinato alla Lombardia”, e facciamo presente che la Lombardia aveva allora una popolazione di circa 55 volte quella della provincia di Sondrio. Sul merito poi c'era la SS38 con le sue necessità ma nel resto della regione c'erano situazioni anche peggio (Regina, Gardesana Occidentale, Valcamonica ecc.)
Strada della Rinascita
Teniamo per giunta presente che l'on. Prandini era riuscito, richiamando tutti i residui, a finanziare la Strada della Rinascita sino a Bormio che di miliardi ne ha richiesti circa 600...
Mortirolo
E arriviamo al Mortirolo, sempre citando l'on. Ciabarri a garanzia di obiettività. Testuale: “La chicca maggiore però si scopre alla tabella 8.1.1 dove accanto ad un elenco di tratti autostradali, da realizzare con contributo dello Stato e con indicazione di priorità assoluta con finanziamento 'fuori quota' rispetto ai riparti regionali si trova il Traforo Mortirolo-Stelvio con appostamento di 200 miliardi. Qui non solo si forza un'impostazione rovesciando la priorità ma si fa un'invenzione intollerabile. Non si trovano i soldi per risolvere i problemi della SS38 e, al di fuori di ogni verifica di consenso e di ogni inquadramento programmatico, si decide di fare un traforo...” poi continua criticamente e si impegna a contrastare a Roma, con il suo gruppo, questa opera. Conclude auspicando che le istituzioni provinciali “dovrebbero battere un colpo”. Cosa che la Provincia farà subito, più o meno sulla stessa linea dell'on. Ciabarri e del PCI.
Suggestiva ipotesi
Vigeva una ipotesi suggestiva. Quei soldi mettiamoli nella SS38 e lasciamo stare il traforo. Suggestiva. Comprensibile nei discorsi al bar o la domenica sul sagrato. Un po' meno, anzi per niente, per addetti ai lavori, almeno così avrebbe dovuto essere. Il Piano Triennale è stato elaborato con il concorso delle Regioni. Dalla stessa tabella dell'on. Ciabarri si ammette che 124 miliardi per la nostra 38 erano entrati, così come altre strade in Lombardia. Noi aggiungiamo i 600 miliardi decisi da Prandini per la Strada della Rinascita e gli oltre 30 per la tangenziale di Sondrio.
Fuori sacco il Ministro, era scontato, portava un intervento, di un certo peso. Prandini, bresciano (nato a Calvisano, una ventina di km dal capoluogo, centro portato agli onori delle cronache per le prillanti performances della sua squadra di rugby, poi residente nel vicino Leno, aveva scelto un'opera di portata strategica. Non sarebbe stato fine a se stesso il Mortirolo ma da Ravenna, da Modena e via dicendo sarebbe partito un asse attraverso anche lo Stelvio verso il nord Europa. Per inciso quel traforo delle Stelvio che è stato per decenni sogno accarezzato dai valtellinesi.
Era fatta
Per i fautori del traforo sembrava cosa fatta. Il preforo di 4 metri di diametro per oltre 8 km, già finanziato. Il bando per la concessione già pubblicato. 200 miliardi già indicati. Si era anche chiusa la fase del consenso. Mercoledì 5 febbraio 1992 il Consiglio Comunale di Tovo, con 8 voti a favore, un astenuto e tre contrari (ma non barricadieri) chiudeva la partita approvando l'imbocco del tunnel e le relative condizioni, peraltro di fatto già accolte. Gli altri due Comuni interessati, Lovero ed Edolo, avevano già deliberato l'approvazione. Le cose sembravano in positiva, e veloce, evoluzione ma per la verità i fautori non erano molti. Con i tiranesi di fatto c'era soltanto un gruppetto di sondriesi, da tempo culturalmente impegnati secondo logiche programmatorie e di pianificazione territoriale, ed inoltre sono certamente mancate iniziative di robusto sostegno pert contrastare il fronte e contrario e dell'indifferenza.
Non era fatta
Paradossale. L'iniziativa di Prandini era stata accolta positivamente, in qualche caso con entusiasmo, non solo in Valcamonica e nel Bresciano ma ben oltre. E non solo a livello istituzionale e politico ma anche sui versanti economico-sociali. In provincia invece, il colmo, non solo c'era freddezza ma molto di più.
Il PCI
Che il PCI remasse contro rientrava nella logica di un Partito di opposizione che aveva anche un obiettivo alternativo teoricamente valido pur se impossibile a praticarsi (il trasferire i 200 miliardi sulla SS38; non erano nel corpus del Triennale e se fossero stati dirottati sull'ordinario ci sarebbe stata la rivoluzione perchè tutti in Italia avrebbero voluto concorrere ad ottenere qualcosa per le proprie zone). Ecco quindi l'interrogazione al Presidente della Provincia come si vede in foto, addirittura con la richiesta “di assumere una iniziativa di 'stigmatizzazione' contro Prandini per il metodo con il quale si sono spostati 200 miliardi” (non è vero che fossero stati 'spostati', erano stati aggiunti che è cosa ben diversa) “destinandoli ai trafori e ad altre improvvisate indicazioni in Alta Valtellina”. Sbagliamo a definire singolare lo 'stigmatizzare' chi arriva a portarci 200 miliardi... ?
Non solo il PCI
Sempre dall'articolo dell'on. Ciabarri: “Con positiva tempestività, la Giunta Provinciale” (era DC-PSI)”accogliendo sostanzialmente le proposte del PCI, ha approvato un ordine del giorno in cui “DISSENTE NETTAMENTE SUL METODO UTILIZZATO DA PRANDINI che prefigurerebbe una soluzione tecnica 'senza tenere conto di possibili alternative ferroviarie e ribadisce la necessità di utilizzo prioritario dei fondi sulle statali dello Stelvio e dello Spluga, individuando nel piano programma previsto dalla Legge Valtellina il filo conduttore degli interventi.
L'acquolina in bocca
Evidente che tutti sapendo essere fantapolitica pura pensare di spostare i 200 miliardi sulla SS38 l'acquolina in bocca è venuta a tanti una posizione come quella. Le raccolte della stampa locale dell'epoca testimoniano quanto si sosteneva ossia che o si faceva il traforo oppure quei soldi sarebbero migrati in ben altri lidi, cosa puntualmente successa.
Stop al traforo, ma i soldi volati altrove
Dopo quasi tre anni di permanenza al Ministero di Porta Pia, Governi VI e VII Andreotti, il 28 luglio 1992 subentrava a Palazzo Chigi Amato. Prandini non c'era più, il traforo del Mortirolo via lui non si faceva più ma...
...ma i 200 miliardi sono andati altrove. Ci sono voluti quasi 22 anni per avere 7 km di SS38 con la prospettiva di arrivare ad Ardenno fra 4 o 5 anni, di avere la tangenziale di Tirano fra 10-12 e il completamento della tangenziale di Sondrio fra 15
Historia magistra vitae
Maestra sì di vita ma solo se la si studia, la si valuta, si cercano gli errori e li si vivisezionano per evitare di ripeterli
Come in precedenza la stessa conclusione: “Prima di concludere un invito, anzi una sfida: se qualcuno ritiene che le cose siano andate diversamente da come le ho rappresentate scrivano pure e pubblicheremo”
Alberto Frizziero
PS Siamo a sufficiente distanza temporale dagli eventi per cui se ne può parlare liberamente in modo distaccato, senza tentazioni di parte e senza omissioni. Men che meno per attribuzioni di responsabilità che il tempo trascorso renderebbe evanescenti.