PROVINCE: TUTTO RINVIATO DI UN ANNO. COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Dopo la rinuncia del Governo a insistere per la conversione in legge del decreto sull'accorpamento delle Province, richiamando quanto ripetutamente scritto, così abbiamo testualmente commentato: "Le conseguenze - Impossibile prevedere l'esito. Si possono solo fare ipotesi. Potrebbe affacciarsi anche quella - estrema ratio - di un rinvio di tutta la materia di un anno. Anche questo, il colmo" (dall'articolo con il titolo "D.L. SULLE PROVINCE A RISCHIO. A ROMA SI TEME IL CAOS ISTITUZIONALE. HANNO SCOPERTO QUELLO CHE ABBIAMO SEMPRE SCRITTO! LE CONSEGUENZE PER NOI".

Perché il colmo? Per la semplice ragione che tutto quello che via via hanno scoperto a Roma era tutto, nulla escluso, stato esposto ai lettori da e su questo giornale, in buona compagnia comunque. A un certo punto avevamo addirittura dipinto i "riformatori" come dilettanti allo sbaraglio che convinti che veramente le Province non servissero a niente, che veramente si risparmiasero soldi sopprimendone una parte (sarebbe stato il contrario), che la difesa delle Province fosse difesa delle poltrone, che si potesse impunemente bypassare la costituzione, hanno infilato una dopo l'altra le tessere di un mosaico che da qualsiasi parte preso non si poteva comporre.

E allora? Dopo la rinuncia alla conversione del Decreto ci si é accorti che si piombava nel caos istituzionale perché incombeva la data del 1 gennaio, giorno in cui nessuno sapeva più chi doveva amministrare, dare i servizi, decidere, pagare.

Ecco l'emendamento alla Finanziaria, anche se non si chiama più così, che é un capolavoro di burocrazia giuridica. Si tratta dell'Atto Senato 3584, Commissione programmazione economica, bilancio, emendamento 1.7000 all'art. 1 comma 87b. 27 righe.

Che dice? Quello che avevamo proposto noi: tutta la materia rinviata di un anno (e commissari alle Province con organi che scadono nel 2013). Anticipiamo, si annoti, che il 31 dicembre 2013 non sarà la data ultima ma ci sarà un nuovo rinvio, giustificato. A fine febbraio infatti le elezioni. I tempi, non brevi e non facuili, per il varo del nuovo Governo. L'avvio dell'attività parlamentare con l'elezione dei vari organi, l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, l'avvio della sua attività. L'arretrato da smaltire in Camera e Senato. La questione Province é plausibile riparta dopo le ferie quando ci si sarà convinti che il problema della distribuzione di funzioni, competenze e servizi fra Regioni, Province e Comuni non é cos' semplice e immediato e poi non é la stessa cosa variando il contesto dalle Alpi alle Piramidi.

Per quanto ci riguarda ovviamente teniamoci stretta la qualifica di Provincia Montana con le iniziative del caso.

f.

F.
Editoriali