Al sen. Del Barba il compito di difendere la legge 'soldi ai partiti'
E' toccato al sen. Del Barba l'ingrato compito, a nome del PD, di difendere la legge 'soldi ai partiti', rumorosamente contrastata a Palazzo Madama dai cosiddetti 'grillini'. E lo ha fatto, osserviamo, con irruenza e toni accusatori nei confronti dei contestatori che, questo uno dei punti rinfacciati a loro, il bilancio invece non lo hanno presentato.
In effetti non si torna indietro rispetto alla decisione dell'allora Presidente Letta di abolire il finanziamento pubblico ai Partiti a patire dal 2017. Si stabilisce il modo di verificare che i bilanci siano a posto, condizione per avere i finanziamenti già decisi e riguardanti gli anni decorsi.
Naturalmente squilli di trombe, vignettisti a cottimo, titoloni, gente che si straccia le vesti. Dietro l'angolo chi ne gode. Al di qua dell'angolo le vittime che poi si lamentano di fronte allo strapotere delle multinazionali, ai lacci e lacciuoli con i quali ci imbrigliano i burosauri di Bruxelles e via di questo passo. Epperò... epperò chi è causa del suo mal pianga se stesso. Due opinioni:
1. Parere autorevole
Parere autorevole quello del Gesuita Francesco Occhetta S.I., espresso sul 'quaderno' 3286 del 12 maggio 2012 de “La Civiltà Cattolica”, autorevolissima Rivista, e sintetizzato il 30 maggio sulla Gazzetta, sezione Fatti dello Spirito:
“Verso un nuovo modello di partito? Finanziamento pubblico e nuove regole - È davvero importante continuare a finanziare i partiti politici con denaro pubblico? La risposta è sì, ma a tre condizioni. Si tratta di un sacrificio per difendere «il cuore» della democrazia per la quale i partiti sono «le arterie» che portano vita e ossigeno alle istituzioni. Gli atti dell'Assemblea Costituente fanno riemergere le tre condizioni: trasformare i partiti in associazioni di diritto pubblico; prevedere statuti interni che rendano democratica la vita degli iscritti; stabilire norme certe di pubblicità e controlli. Si propone, inoltre, un modello misto di finanziamento”.
2. Nostro Editoriale
Nelll'Editoriale dal titolo "Partiti in sfacelo - La gente nulla conta – La politica affare dei ricchi - Dittatura morbida" pubblicato lo scorso 14 luglio dal nostro giornale ad un certo punto si indicava chi si potrà permettere di occuparsi di politica:
a) Il ricco. Chi è di professione benestante può dedicare tutto il suo tempo alle istituzioni, al Partito, alle sedi culturali.
b) Il pensionato che può dedicare tutto il suo tempo alle istituzioni, al Partito, alle sedi culturali.
c) L'interessato, chi magari per ragioni nobili ma anche chi per ragioni meno nobili, forse anche alle dipendenze di qualcuno non certo spinto da puro mecenatismo.
- Questo l'indirizzo se qualcuno volesse leggere integralmente l'Editoriale:
http://www.gazzettadisondrio.it/editoriali/14072015/partiti-sfacelo-gent...
I lettori ci pensino su.
GdS