GESU’ AL ROGO. LETTERA ALLA SCUOLA MATERNA "CASA DEL BOSCO" DI BOLZANO

Nella Scuola Materna “Casa del Bosco”, a Bolzano-Oltrisarco, è stata censurata una canzone natalizia in cui figurava una parola pericolosissima: “Gesù” in quanto “potrebbe offendere i compagni musulmani”. Abbiamo indirizzato a Bolzano la se

Direzione, maestre, genitori (e quanti d’interesse)

Sc. Materna “Casa del Bosco” - Via Castel Weinegg BOLZANO casadelbosco@comune.bolzano.it

Abbiamo appreso dalla stampa la Vs. manifestazione di particolare sensibilità nei confronti dei Vs. alunni musulmani. Non certo una novità in quanto viene dopo altri episodi consimili, canzoni ma anche Crocefissi e via dicendo, in vari posti fra cui anche Sondrio dove pure qualcuno ha ritenuto di cimentarsi in questa coraggiosa intrapresa.

Ben si comprende, data la formazione psico-pedagogica che è di pochi, questa attenta sensibilità verso gli ospiti, ché tali sono e restano. Vi chiediamo però due cose.

- Da un lato se questo episodio fa parte di un programma psico-pedagogicamente elaborato. E’ infatti evidente che chi è venuto qui da lontano ha lasciato usi, tradizioni, costumi e si è trovato in un mondo totalmente diverso, come del resto chi ha deciso sapeva. In tutta questa diversità non è sufficiente pertanto far finire nel cestino “Gesù” ma psico-pedagogicamente è indispensabile essere coerenti. Non si parla di Natale? E cosa si dice, che è la festa del giocattolo o dei supermercati? E i fatti. A titolo di esempio supponiamo siano stati eliminati dalla Vs. tabella dietetica della mensa degli alunni prosciutto, salame, mortadella e simili per non parlare delle braciole o di altre parti di quel maiale che i musulmani aborrono per prescrizione religiosa. Sarebbe infatti un offendere i ragazzi musulmani il metterli in tavola. Supponiamo poi che le maestre si comportino come i loro genitori, astenendosi dal mangiare, dal fumare e dal resto nel periodo del Ramadan. Sempre naturalmente per non offendere i ragazzi musulmani,. Supponiamo infine che le maestre si presentino a scuola con una mise dimessa, gonne lunghissime, e se possibile con capo coperto. Non fosse così sarebbe un offendere i ragazzi musulmani. Eccetera.

- Dall’altro lato se Vi rendete conto che non si può, ahimé, non rilevare una certa carenza di preparazione psico-pedagogica nel guardare solo un lato della medaglia, quello della possibilità di “offesa” nei confronti dei ragazzi musulmani con il nominare, guai!, quella pericolosissima parolina “Gesù”.

Già, perché va considerato che i musulmani, come anzidetto, vengono qui in una situazione tutt’affatto diversa da quella dei loro Paesi d’origine. Possono anche non condividere una serie di cose ma devono adeguarsi come fa ciascuno di noi quando lascia casa propria e va a casa d’altri. Né possono offendersi, e in effetti l’esperienza ci dice che non si offendono, se si trovano a convivere con queste cose diverse. Grave invece la situazione inversa. A chi è a casa propria viene infatti tolto qualcosa, provocando quel vulnus che non c’è per gli altri.

Non solo. Il presunto rimedio diventa persino peggiore del presunto male perché chi riceve il vulnus rischia di addebitarne la responsabilità a quei compagni che invece non c’entrano affatto, subendo quindi anch’essi quello che solo con grande generosità può essere definito eccesso di zelo dei loro – in questo caso discutibili – educatori. Mai disarmare. A tutto può esserci rimedio. E così può essere utile per loro una sorta di corso di aggiornamento impartito, solo con la cronaca e implicitamente, da una mamma musulmana.

LA MAMMA MUSULMANA. In un Comune della provincia di Sondrio una Dirigente scolastica evidentemente di formazione psico-pedagogica similare, ha impedito al parroco di benedire la scuola - come da tradizione secolare - durante le ore di lezione. Nella polemica seguita è intervenuta la mamma dei due alunni musulmani per tutelare i quali era arrivato il niet a quella pericolosissima operazione che era la benedizione della scuola. Innanzitutto ha precisato di non essere minimamente entrata nella questione, ma il bello doveva ancora venire. Ella infatti ha informato, e il Parroco ha confermato, che i suoi due figli frequentavano regolarmente le lezioni di catechismo all’Oratorio. Non per convertirsi in quanto musulmani erano e musulmani restavano. Vivendo però in Italia quella madre riteneva che fosse giusto che i suoi figli si informassero e aggiornassero sulla vita dei loro compagni cattolici. Una donna forse con l’equivalente della nostra quinta elementare, ma con virtuale laurea, e master, in buon senso. L’inverso rispetto a tante situazioni di casa nostra.

Un voto augurale, naturalmente natalizio: che l’esempio di quella mamma insegni e serva.

Per Comitato Cittadini Consumatori Valtellina: Alberto Frizziero

curriculum all'indirizzo:

http://www.gazzettadisondrio.it/personaggi/a-03.html


Mentre la presente nota era in spedizione è pervenuta notizia che il buon senso ha prevalso sull’eccesso di zelo (chiamiamolo solo così).

Spediamo, e diffondiamo, ugualmente la presente nota perché per un caso che si conclude positivamente ve ne sono stati e ve ne saranno altri con “eccessi di zelo” di persone più realiste del re – e in qualche caso ideologicamente motivate - che non si rendono conto del contributo che danno così facendo all’abdicazione dei nostri valori.

Per CCCVa: Alberto Frizziero
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