6 30 11 DOPO IL MONDIALE GLI INSULTI A LIPPI. SBAGLIATI?

Il commento di Xavier Jacobelli (x) e le nostre osservazioni

Lippi, salito sulla sua barca per star lontano dai tifosi non certo entusiasti ha trovato agli attracchi nell'arcipelago toscano un clima non proprio idilliaco. E questo ha portato il Direttore Jacobelli a scrivere il commento che segue:

"Nel bene e, soprattutto nel male, riusciamo sempre a farci riconoscere. Che la spedizione azzurra ai mondiali sia stata la più fallimentare in cent'anni di storia della Nazionale, è assodato. Che Lippi ci abbia dato la peggiore Italia della nostra vita, pure. Così come è certificato che, dopo il tracollo, l'ex ct sia stato l'unico ad assumersi pubblicamente tutte le responsabilità, comprese quelle di Abete, il quale, infatti, si guarda bene dal dimettersi. Ma che adesso Lippi non possa essere lasciato in pace e venga addirittura insultato se mette piede al Giglio o all'Elba e sia costretto a riparare sulla propria barca, no.

E' inaccettabile, oltre che incivile. Un conto sono le critiche calcistiche a un disastro sportivo senza precedenti. Un altro sono i comportamenti che non devono mai venire meno alle elementari norme di rispetto e di convivenza fra le persone. Non essendo saltati sul carro di Lippi quando vinse il mondiale 2006, impresa della quale gli saremo eternamente grati; avendo purtroppo scritto prima, molto prima, che in Sudafrica sarebbe stata una caporetto suscitando l'ira di qualcuno dentro il Palazzo, vogliamo esprimere massima solidarietà all'ex selezionatore del Club Italia. La vittoria ha molti padri e la sconfitta è sempre orfana, ammonivano gli antichi romani. Il problema è che hanno aperto i cancelli dei brefotrofi".

Xavier Jacobelli (x)

Nostra nota

Il commento è ragionevole ed anche generoso. Un commento che non avrebbe fatto una grinza se riferito a qualsiasi altro tecnico della nazionale, virtualmente rapportato ai giorni nostri.

Non va bene nei confronti di Lippi perché dimentica un dato proprio ed esclusivo soltanto di Lippi. Da parecchi mesi c'era chi, mi pare anche il direttore Jacobelli, diceva e scriveva che c'era qualcosa che non andava con risultanti deludenti. Addirittura nella Confederation Cup siamo stati eliminati nel girone eliminatorio. Dopo aver vinto 3-1 con gli USA abbiamo preso due scoppole. Passi per lo 0-3 con il Brasile, visto che era il Brasile, ma andare a perdere, 1-0, con l'Egitto è stato il colmo. Avrebbe dovuto essere un campanello di allarme ma per Lippi, e Abete, e sostenitori nel e del 'giro' mediatico, evidentemente avrebbero dovuto suonare le maggiori campane in concerto per, forse, riuscire a farsi sentire. Con l'Irlanda due pareggi, uno rimediato al 90°. Con la Svizzera due pareggi, con Cipro (!!!) perdevamo all'80° per 2-1. Ci ha messo due pezze Gilardino all'81° e al 92°. Con l'Olanda reti bianche come con il Camerun mentre alla vigilia dei mondiali, dopo il citato pareggio con gli elvetici, le abbiamo prese dal Messico (1-2).

Chi osava fare qualche affermazione in conferenza-stampa veniva, al minimo, rimbrottato da Lippi. Guai poi a chi avesse qualcosa da scrivere sui giornali. Lesa maestà. Come si permettevano tanti Carneade dal mettere in dubbio le illuminate scelte di Sua Altezza Reale l'allenatore principe, il personaggio d'oro del calcio italiano?

Commissario Tecnico degli Azzurri 2004/2006 e dal 2008 sino al fiasco - Sud Africa. All'attivo il campionato del mondo a Germania 2006, cinque scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe italiane, una Champions League, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale.

Dall'alto di cotale cattedra arrivava un solo messaggio: "Silenzio marrani con le vostre critiche! Che volete sapere voi di calcio?". Campanelli d'allarme, giocatori che furoreggiavano in campionato ma che lui non prendeva in considerazione per chissà quali misteriosi arcani, con la fiducia totale della Federazione e del suo Presidente Abete, che conta?

Nel calcio le cose possono anche andare storte. Con la Corea incassammo un gol su unico tiro fatto dagli asiatici in 90 minuti. In quel frattempo noi di tiri ne avreno fatti 50, o almeno sembravano tali, in continuazione. Un sacco di questi tiri a un millimetro dal successo. E ce ne andammo a casa. Non parliamo del mondiale corean-giapponese, anche allora con un Presidente di Federazione incollato alla sedia nella sua incapacità a farsi valere in ambito internazionale.

Questa volta è però diverso.

Gli insulti, sempre da condannare, vanno a quella incredibile arroganza di cui ha fatto continuo sfoggio in questi mesi Lippi, arroganza da condannare al pari degli insulti, anzi un po' di più perché è in gran parte ad essa che l'Italia è finita nel baratro.

Lippi impari da Mourinho

Non è mai tardi per imparare. Bene, gli proponiamo un modello di riferimento, uno spavaldo come lui: Mourinho.

Solo che l'allenatore ex dell'Inter e ora del Real alle parole ha fatto seguire i fatti. Lippi, un tempo sulla stessa strada, è precocemente invecchiato facendo in questi Mondiali una figura che si potrebbe definire da guascone se non fosse che in questo termine ci sta anche un po' di simpatica indulgenza. Anche gli dei cadono ma quando capita che tonfo!

Lippi, che si merita dunque?

Non gli insulti ma il peggiore dei commenti: il silenzio, come quello dell'aeroporto che è stato molto più eloquente dei pomodori che i giocatori si attendevano al rientro.

Se l'è cercata. Ha voluto essere ed apparire il Padreterno. Si é dimostrato invece l'altra faccia di Germania 2006 non solo in Sudafrica ma da quando è tornato alla guida della Nazionale. La ricetta per lui da un altro toscano: "non ti curar di lui ma guarda e passa". Se lo incontrate mentre ormeggia la sua barca fate come se incontraste me che manco conoscete. Gli farete dire "finalmente un po' di pace". Sì, ma solo all'inizio… S'intende poi, almeno questo, che al primo gol di Cassano o di Balotelli con la maglia azzurra una cartolina con la linguaccia non gliela toglierà nessuno!

Giancarlo Abete

"Ritengo di non aver sbagliato nulla, malgrado l'esperienza negativa". Lippi l'aveva scelto lui. A fronte dell'incedere penoso della Nazionale verso il Sudafrica non gli passa per la mente che qualcosa avrebbe dovuto dire e qualcosa far fare?

Un altro Padreterno che non sbaglia mai: "Non sono presuntuoso. Ritengo solo che anche l'esperienza negativa in Sudafrica abbia testimoniato che le scelte sono state giuste e che la qualità dei rapporti impostati era positiva".

C'È UNA FRASE FATTA CHE FA AL CASO NOSTRO. IN OSPEDALE "OPERAZIONE RIUSCITA PERFETTAMENTE, IL PAZIENTE PERÒ È MORTO"

"Il calcio è gioie e amarezze, l'importante nella vita è che quando si hanno esperienze negative ci si trovi nelle condizioni di capire la qualità dei rapporti creati con le persone e io non mi sono sentito tradito da nessuno. E poi, al di là delle tante critiche, sono arrivati anche tanti attestati di stima..."

Se arrivano gli attestati di stima (!!!) dopo il peggior risultato e la peggior figura di sempre del calcio italiano, c'è da pensare che se fossimo arrivati ai quarti di finale ci sarebbe stato un monumento in piazza, se alle semifinali Berlusconi lo avrebbe fatto Ministro dello Sport. E se avessimo rivinto il Mondiale? Beh, in questo caso la strada a successore di Napolitano sarebbe stata aperta.

Possibile non avere in senso del ridicolo? Attestati di stima ma perché? Forse per avere accettato con serafica e quasi provocatoria disinvoltura il pessimo responso del Mondiale 2010, e incassato son sublime indifferenza il coro sarcastico che tutto il mondo ci ha rivolto, sia pure in condominio con la Francia. Là però non c'è stata la spalmatura di quintali di Attac sulla poltrona del Presidente della Federazione. Proponiamo ad Abete un modello.

Abate impari da Escalettes

Il Presidente della Federazione Francese - che aveva confermato Domenech alla guida della Nazionale così come fatto da Abete con Lippi, lasciandolo fare, come da noi, nonostante i segnali negativi . Jean Pierre Escalettes, dando prova di dignità, ha fatto quello che avrebbe dovuto fare Abete: "I valori che ho difeso per tutta una vita mi sono crollati davanti e ho deciso che mi sarei dimesso. Mi vergono e mi scuso con il calcio francese".

E Escalettes non è una figura di secondo piano internazionale come il nostro Abete. E' quello, in particolare, che ha risanato i conti della Federazione, ma soprattutto che ha vinto una grande battaglia ottenendo per la Francia l'Europeo del 2016 battendo oltre alla Turchia la nostra candidatura.

Una persona, Escalettes, di grande dignità.

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Alberto Frizziero (xx)

(x) direttore www.quotidiano.net

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