Sondrio 14.2 VISTO DA QUASSU': 1) ECCO CHI SARA' IL FUTURO PAPA 2) IL 'RITIRO' E LE NOSTRE ELEZIONI 3) ADDIO, EUROPA SENZA FEDE
Premessa. Come chiamare la decisione presa dal Pontefice? Non abdicazione, non rifiuto e non dimissioni perché sono termini legati alla vita civile. Il termine giusto, coerente con la spiritualità dell'incarico che ne costituisce grande parte, e con la stessa dichiarazione del Papa é 'ritiro' che poi é termine costante della Chiesa ad indicare i momenti di riflessione profonda (quella ciclica iniziativa che vien chiamata "i ritiri spirituali').
1)Papa
Tutti fanno congetture, ipotesi, analisi per identificare chi sarà il 266° Pontefice, successore di Benedetto XVI°, preceduto da Giovanni Paolo II , Giovanni Paolo I, Paolo VI, Beato Giovanni XXIII, Pio XII e via via gli altri.
L'unica certezza che si può avere é che, come in passato, 'chi entra in Conclave Papa ne esce Cardinale', secondo un detto che ha solcato la storia confermandosi da un secolo all'altro, da un Papa all'altro. Sarebbe un'eccezione se non fosse così. Appuntamento al 23 marzo (annotare).
2) Il 'ritiro'
Il Papa si ritira quando manca uno scampolo di giorni ad un contrastatissimo appuntamento elettorale in Italia. Si sono domandati in molti se può esserci un condizionamento, comunque qualche conseguenza sul voto e semmai in che misura. Intanto dobbiamo osservare che siamo in due campi enormemente diversi. In secondo luogo si potrebbe dire che vi é un sottile incitamento al rinnovamento. Persino il Papa, unico sovrano al mondo a vita - lo sono alcuni reali ma di fatto privi, o quasi, di poteri effettivi al contrario del Pontefice - stabilisce dunque il principio che si può rinunciare. Se lo fa il Papa evidentemente ne traggono alimento le tendenze al rinnovamento presenti in tutti i campi anche se spesso all'insegna del detto "armiamoci e partite" Tendenze che però devono fare i conti con le necessità richieste dal dover mandare avanti le cose nel modo migliore dato che occorre sì l'entusiasmo dei nuovi ma con un equilibrato mix perché l'esperienza é elemento fondamentale per quell'ingrediente che risulta sempre essenziale ovvero la competenza.
L'unica conseguenza pratica quindi sulla vicenda elettorale é che l'evento ha sottratto nei media grande spazio. E magari non é un male: qualche contumelia in meno da parte di tutti compreso il Premier, sino a qualche tempo fa esempio di aplomb inglese...
3) Europa
Quando si stava tentando di varare la Costituzione europea che dopo essere stata faticosamente redatta in oltre un anno e mezzo di lavori e ufficialmente presentata a Roma dal Presidente Giscard d'Estaing (uno due due vice era Giuliano Amato) il 18 luglio del 2003 e sei anni dopo finita nel cestino per il no di Francia e Olanda, il tema venne fuori, chiaro. C'era stata ampia richiesta, e non solo dai cattolici, di inserire nel documento il riferimento alle radici giudaico-cristiane dell'Europa. Una cosa fin ovvia perché in proposito, comunque la si pensi, é semplicemente storia. Opposizione durissima da parte della illuminista Francia e dei Paesi del nord-Europa, dove alberga ancora un antistorico "antipapismo", durissima e vincente.
Un chiaro segno di una giusta laicità istituzionale divenuta laicismo (ir)razionalista. Tutto in Europa va in questa direzione in una scristianizzazione della società che ha letteralmente dilagato
Abbiamo, in proposito, trovato, e significativamente sul sito dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, l'articolo che segue (stralcio) apparso su La Civiltà Cattolica, 18 ottobre 1997). Merita attenzione.
«La crisi che in questa fine di millennio sta attraversando il cristianesimo nel mondo occidentale - e di riflesso in tutto il pianeta - ha un doppio aspetto. Da una parte, per molti uomini del nostro tempo, il cristianesimo sembra aver perduto ogni senso e quindi ogni interesse: molti lo ignorano del tutto e non si curano di conoscerlo o di farsene almeno un'idea; altri lo ritengono una cosa del passato, di cui non vale la pena occuparsi; altri si sentono assolutamente estranei a esso, in quanto realtà religiosa che pretende di incidere sulla vita umana, in particolare sulla vita morale, e perciò non soltanto rifiutano tale pretesa, ma la combattono aspramente. Tutte queste persone sono "fuori" dal cristianesimo: questo è "assente" dalla loro vita senza che tale assenza sia avvertita o faccia problema.
D'altra parte, c'è una crisi che è "interna" al cristianesimo, in quanto fatto propriamente religioso, che per i cattolici ha la sua espressione visibile nella Chiesa: taluni - un tempo cristiani - confessano di non credere più e di aver abbandonato da molto tempo ogni pratica religiosa (in particolare, di non partecipare quasi mai alla Messa domenicale); altri cristiani non sanno se credono o no: ad ogni modo hanno gravi dubbi sulle verità fondamentali del cristianesimo o si dichiarano agnostici nei riguardi di esse; altri accettano alcuni punti della fede e della morale cristiana, ma ne rigettano altri: così, senza tener conto di quanto insegna la Chiesa, fanno una "scelta" nelle verità da credere e nelle norme morali da osservare, secondo i propri gusti e le proprie esigenze individualistiche; altri sono fortemente critici circa alcune decisioni attuali della Chiesa (rifiuto di ammettere all'E ucaristia i divorziati che hanno contratto un nuovo matrimonio; mantenimento del celibato sacerdotale; contrarietà al sacerdozio femminile); altri ancora si sentono attratti da forme nuove di religiosità, che essi ritengono più vive, più capaci del cristianesimo di far nascere in essi forti emozioni religiose e di dare loro quel calore umano e quel senso di fraternità di cui talvolta mancano le assemblee eucaristiche domenicali, individualistiche, fredde e distaccate; altri infine si convertono all'islam, perché lo ritengono una religione più semplice, oppure diventano "praticanti" buddisti o indù sotto la guida di lama tibetani e di guru indiani».
Vogliamo aggiungere il prepotente influsso del consumismo associato a un edonismo diffuso nonché ad alternative che oggi ha chi sente ancora quello spirito che un tempo era autenticamente religioso. Ci riferiamo al volontariato oggi molto diffuso rispetto a quella parte dei giovani per la quale - espressione di colore - oltre la discoteca ci sono altre cose, più importanti.
Abbiamo sentito dire "Europa terra di missione". Qualcuno a Roma se ne é accorto ma qualcun altro a Roma non se ne é ancora accorto e va avanti pensando di andare avanti non accorgendosi che il mondo, la società cammina invece molto più in fretta persino calpestando valori universali - si veda il cinismo dei mercati finanziari -. E nell'anno Domini 2013 c'é, per fare un esempio, ancora la Sacra Rota alla quale si rivolgono, a caro prezzo per inciso, in 8000 ogni anno dimostrando, ovviamente a posteriori, che il loro matrimonio "non é mai avvenuto" perché solo così il legame é sciolton in quanto appunto "mai avvenuto". Nella stragrande maggioranza dei casi c'é da pensare all'ipocrisia eretta a sistema.
E per i preti cattolici proibito fare quello che fanno altre religioni, cristiane e non, e cioé sposarsi quando il veto potrebbe avere una logica solo per chi va in cura d'anime. E per le donne, serie B per un misoginismo quasi congenito, quando tutti pensano, altro esempio, che Madre Teresa di Calcutta, come altre donne, avrebbe benissimo potuto essere cardinale. Non sono conformi, queste valutazioni, alla dottrina ufficiale della Chiesa che, come tutte le regole, deve adeguarsi al tempo che corre. Negli anni dal 1545 al 1563, quando si svolse il Concilio di Trento che lo sancì, il celibato dei preti aveva presupposti storici ed esigenze proprie della società del XVI° secolo. Sono passati 450 anni e magari, anche se i Pontefici lo hanno sempre sostenuto una parziale revisione sarebbe di avanzamento e non di arretramento. Basti pensare al nucleo 'famiglia cristiana' nella società odierna.
Europa senza fede.
E' vero che si può vivere anche senza averne o per scelta di ateismo o per un sentire agnostico. Scelte razionali e quindi da rispettare. Ma c'é tanto vuoto non per scelta ma per una deriva quasi inconsapevole. E' qui che per la Chiesa dovrebbe aprirsi almeno un varco considerando di operare in terra di missione, dove i Don Abbondio sono un peso, dove occorrono tanti Padre Cristoforo.
L'Europa senza fede non merita un Papa europeo. Il Conclave dovrà fare i conti con questa realtà.
Alberto Frizziero