SONDRIO. QUESTIONE PROVINCIA. MA QUESTI A ROMA SE NE FREGANO DELLA COSTITUZIONE? 2012.agosto.10.44

L'articolo 133 carta straccia. I Comuni vengono snobbati, Si prende la scorciatoia del CAL. Cervelli all'ammasso. Conclusione. obiettiva, al CAL e poi in Regione: la Provincia di Sondrio non può essere aggregata a nessun'altra per ragioni reali

La Costituzione parla chiaro. All'at. 133. "l mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione" Le iniziative devono essere dei Comuni e non possono essere sosttuite con i CAL (dall'art. 123 "Consiglio delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali.")

Art. 123

In ogni Regione, lo statuto disciplina il Consigli delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali"

Dal testo unico degli Enti Locali:

3. Per la revisione delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione di nuove province i comuni esercitano l'iniziativa di cui all'articolo 133 della Costituzione, tenendo conto dei seguenti criteri ed indirizzi:

a) ciascun territorio provinciale deve corrispondere alla zona entro la quale si svolge la maggior parte dei rapporti sociali, economici e culturali della popolazione residente;

b) ciascun territorio provinciale deve avere dimensione tale, per ampiezza, entità demografica, nonché per le attività produttive esistenti o possibili, da consentire una programmazione dello sviluppo che possa favorire il riequilibrio economico, sociale e culturale del territorio provinciale e regionale;

c) l'intero territorio di ogni comune deve far parte di una sola provincia;

d) l'iniziativa dei comuni, di cui all'articolo 133 della Costituzione, deve conseguire l'adesione della maggioranza dei comuni dell'area interessata, che rappresentino, comunque, la maggioranza della popolazione complessiva dell'area stessa, con delibera assunta a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati;

e) di norma, la popolazione delle province risultanti dalle modificazioni territoriali non deve essere inferiore a 200.000 abitanti;

f) l'istituzione di nuove province non comporta necessariamente l'istituzione di uffici provinciali delle amministrazioni dello Stato e degli altri enti pubblici;

g) le province preesistenti debbono garantire alle nuove, in proporzione al territorio ed alla popolazione trasferiti, personale, beni, strumenti operativi e risorse finanziarie adeguati.

4. Ai sensi del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione le regioni emanano norme intese a promuovere e coordinare l'iniziativa dei comuni di cui alla lettera d) del comma 3

Da Roma alle Regioni

Roma ha girato alle Regioni la palla del "riordino". Ipocrisia dei massimi sistemi ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi, in questo caso un po' come ci richiama il Metastasio, e con lui Orazio, "voce dal sen fuggita..." . Per le province all'inizio fu "soppressione". Poi il vento girò e venne "l'accorpamento". Infine "riordino".

Ritorno al modello fascista

Termine esemplare da leggersi separando con trattino il 'ri' dal resto: "RI" - "ORDINO". 'Ri' perché ri-torno sull'argomento, ma soprattutto "ORDINO" in quanto coerente con lo sviluppo costante e coerente di una logica "dirigista" a tutto campo. Basti pensare che il modello di riferimento, come abbiamo dimostrato in precedente articolo, per quanto riguarda ilo quadro delle Province é addirittura l'Ordinamento fascista varato da Mussolini! Cambia solo la nomenclatura: era Preside oggi é Presidente, erano Rettori ora sono Consiglieri provinciali.

Dalle regioni al CAL

Per Roma il Consiglio delle autonomie locali di ogni Regione a statuto ordinario o, in mancanza, l'organo regionale di raccordo tra regioni ed enti locali, nel rispetto della continuità territoriale della provincia, approva una ipotesi di riordino relativa alle province ubicate nel territorio della rispettiva regione e la invia alla Regione che a sua volta trasmette al Governo, una proposta di riordino delle province ubicate nel proprio territorio,

Il Cal lombardo

Il Consiglio delle Autonomie locali (CAL) trova esplicita previsione nel rinnovato articolo 123 della Costituzione, in base al quale ogni Regione disciplina, attraverso il proprio Statuto, il CAL "quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali".

L'articolo 54 dello Statuto d'autonomia della Lombardia contiene una prima disciplina dell'istituto, rinviandone ad apposita legge regionale la definizione puntuale della composizione, dell'organizzazione e del funzionamento.

E' appunto la l.r. 23 ottobre 2009, n. 22 il provvedimento normativo con il quale il Consiglio Regionale della Lombardia dà operatività ad un'assemblea di rappresentanza delle autonomie locali, coinvolgendo il sistema stesso nella definizione ed attuazione delle politiche regionali.

Chi c'é

Il CAL è composto dai 12 Presidenti delle Province, fra cui Sertori, dai 12 Sindaci dei Comuni capoluogo di provincia, fra cui Molteni, da un Presidente di Comunità montana, da un Presidente di Unione di Comuni, dal Presidente dell'Unione Province Lombarde, dal Presidente di ANCI Lombardia, dal Presidente della delegazione regionale dell'Unione Nazionale Comuni, comunità ed enti montani, dal Presidente dell'Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa, da 12 Sindaci di Comuni con oltre 3000 abitanti, da 3 Sindaci di Comuni con popolazione pari o inferiore a 3000 abitanti.

Tale composizione è integrata da altri 15 membri, in rappresentanza delle Università lombarde, delle Camere di Commercio, del Forum del terzo settore e delle organizzazioni sindacali qualora ci si debba esprimere sullo Statuto regionale, sul PRS e sui suoi aggiornamenti, su piani e programmi relativi all'innovazione economica e tecnologica, all'internazionalizzazione e alla competitività.

Il CAL è stato costituito con deliberazione n. 3/2011 dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale e si è insediato il 21 genaio 2011, presso l'Aula Consiliare del Consiglio Regionale. L'allegato A, parte integrante della citata deliberazione, riporta la composizione dell'intero organismo.

Il Presidente è l'On. Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano e il Vice Presidente è il Sig. Lorenzo Guerini, Sindaco di Lodi.

Che deve fare?

La Provincia di Milano diventa città metropolitana.

Le altre Province vengono assemblate insieme in modo che soddisfino ai requisiti statistici (2500 kmq e 350.000 abitanti).

Sondrio resti

Rimane Sondrio. Il CAL comprova e documenta (basterebbero i dati portati nei nostri articoli ad evidenziare una situazione unica ma per persone che usino le rotelle per un ragionamento sereno basterebbe dare un'occhiata alla geografia e uno sguardo alla rete delle infrastrutture!) che la Provincia di Sondrio non é accorpabile. Pronti però a TAR, Consulta, ex art. 700, ricorsi per ognuno dei singoli provvedimenti eccetera.

GdS

GdS
Editoriali