LA QUESTIONE DEI DIRITTI. DOVE FINISCONO E COMINCIANO I PRIVILEGI 11 1 10 11
- La bufera In questo periodo in cui una crisi mondiale ha flagellato tutti i Paesi, tutte le economie, tutti i settori, l'Italia, almeno sinora, se l'è cavata meglio di tutti gli altri. Forse, come in privato ammettono quelli che pubblicamente lo criticano, bisognerebbe ricordarsi che è stato del tutto tempestivo, anzi preveggente, il Ministro Tremonti di nascita e crescita valtellinese. Pagando un prezzo naturalmente. Il fatto che ce la caviamo molto, molto meglio di Paesi che venivano additati come esempio di sviluppo non significa che siamo passati indenni. Troppo forte era la bufera che ha percorso tutti i 40.056 km dell'equatore e i 39.921 dei meridiani lasciando ovunque morti e feriti, in Italia solo qualche ferito e neanche tanto grave.
- I tagli Si sentono le invettive contro i tagli. Sanno tutti, anche quelli che pubblicamente criticano, che un prezzo da pagare c'era. Stringere la cinghia per evitare quello che è successo a Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo ed anche altri Paesi che sembravano più forti di noi.
- Debito e PIL Fare questo tenendo presente che siamo nel mondo al sesto posto come incidenza del debito pubblico sul PIL (1,1520), sulla ricchezza prodotta. Questo significa che per pagare il debito dovremmo guadagnare, senza spendere un centesimo un un anno intero, il mese successivo di gennaio e ancora 11 giorni di febbraio, visto e considerato che ogni famiglia italiana di quattro persone è indebitata, in quanto partecipe dello Stato italiano, per 122.083 €uro.
- Diritti a debito É proprio questo aspetto che pone la questione dei "diritti", che pone la questione del confine tra diritti e privilegi. In quella voragine, in quel debito enorme c'è la partecipazione e il contributo di tanti, direi anzi di noi tutti. Per anni, a partire dalla fine degli ottanta, abbiamo fatto spese a debito. Abbiamo concesso e ottenuto 'diritti' a spese delle future generazioni finanziando con debito oneri di parte corrente. Analogia con una famiglia che per impossibilità va a debito per il principale dei diritti, quello all'esistenza, comprando cibi, vestiario, l'indispensabile per la casa ecc. Questo rientra certamente nella categoria dei diritti. Ma se poi finanzia col debito, ottenendo quello che chiede, le vacanze, le feste e quant'altro questo è privilegio. In vacanza ci si va se si hanno i soldi. Il pane lo si prende anche se non si hanno i soldi perché i bambini non possono farne a meno. L'elenco di diritti pseudo, in realtà veri e propri privilegi sarebbe troppo lungo. Ci va di ricordare quella docente che a poco più di trent'anni era già in pensione. !0nanni sei mesi un giorno di lavoro. E come mai? Dovevano essere 19, 6, 1 con pensione al 40%. Anticipazione per i figli e per il riscatto della laurea. Poi avendo avuto alcuni figli non ha neppure lavorato 10 anni ma assai meno. Stando larghissimi di manica diciamo che ha lavorato 2000 giorni. In base alla vita probabile 2000 giorni di lavoro e 15 - 16.000 a spese dello Stato e non con il 40% per via dell'indennità integrativa. Questa in crudi termini monetari portava la suddetta a prendere quasi l'80% di quando lavorava… Esempi comunque da tutte le parti, evasori fiscali a iosa, grandi aziende a succhiare soldi con il ricatto dei licenziamenti eccetera eccetera
Tutti diritti. Doveri, che sarà mai questa parola?
Diritti e pseudodiritti alla Fiat
Facciamo un discorso del tutto impopolare ma reale. Dire le cose come stanno è dovere di onestà intellettuale.
Pochi anni fa la Fiat sembrava sull'orlo del fallimento. Stava per iniziare la solita tiritera, tutti alleati naturalmente, un deja vu insomma. Allora fu Maroni a dire che la Fiat era stata pagata tre volte il suo valore dallo Stato e che ora toccava agli azionisti. Sono bastati due o tre anni per vedere, con Marchionne, la Fiat tornata in attivo e distribuire utili. Adesso Marchionne ha detto (con una certa dose di inopportuna arroganza, va precisato) che gli investimenti li fa se alle sue condizioni. Se il referendum dà un esito positivo i soldi ci sono.
- Dare e avere Il Sindaco di Firenze, l'uomo nuovo del PD, ha detto chiaramente che finora la Fiat i soldi li ha presi. Ora c'è qualcuno che ce li mette e non va bene?!? Se l'esito è negativo le auto da produrre a Torino verranno ugualmente prodotte ma in Canadà o in altri posti. Ricatto? Certo ma imposto dalle circostanze, vale a dire i conti. Nell'Est europeo si fanno più auto a costi assai inferiori, la concorrenza è serrata, l'Europa, come dice Tremonti, langue nelle sue divisioni. Ma i diritti dei lavoratori? Distinguiamo, come si diceva. Ci sono 'diritti' ottenuti per un'anomalia aziendale, perché cioè pagava qualcuno extra-azienda, noi. Le facilitazioni alla Fiat consentivano, nella pace sociale, di dare ai lavoratori quello che in altre aziende, in altre zone, in chi doveva fare i conti col suo rapporto profitti/perdite non era possibile.
Diritti ovunque
- Diritti. Alti lai della Scala di Milano al punto da vedere il Direttore, il maestro argentino-israeliano Daniel Barenboim, improvvisarsi imbonitore per un comizio sui tagli prima di dirigere Valchiria, inaugurazione della Stagione. Comprensibile se non fosse per quello che è stato reso noto da qualche giornale, ovvero che rispetto agli altri teatri di tradizione europei la Scala ha un sacco di dipendenti in più e in compenso realizza decine e decine di serate in meno e per giunta paga molto di più gli artisti. La saggezza popolare si è espressa: 'aiutati che il ciel ti aiuta. Trattandosi di lirica il commento a tale proverbio lo lasciamo al cremonese Monteverdi nella sua opera "Il ritorno di Ulisse in patria" (il testo è però del Badoero) quando fa dire alla nutrice di Ulisse Ericlea "Un bel tacer mai scritto fu".
- Diritti. Alti lai del cinema e poi vediamo che i contributi in questo settore finiscono quasi a pioggia anche a pellicole che nessuno vedrà.
- Diritti. Alti lai nel mondo della scuola ma intanto ci sono 200.000 precari. Duecentomila! La Gelmini ha detto che lo Stato, quale sia il colore politico del Governo, non potrà mai assorbirne così tanti. Ma come è andata? Semplice. Diminuivano gli studenti per denatalità, e di oltre un milione, ma per strani meccanismi aumentavano i docenti di 150.000. Cifre imponenti quelle del Ministero della P.I. ma in questo modo si spiega poi come mai il 96% dei soldi vada in stipendi e manchino per altre cose importanti.
- Diritti. Alti lai dei pendolari che pagano molto molto di meno che non negli altri Paesi d'Europa con risultato che la differenza grava sulle spalle di tutti gli italiani
Doveri?
Doveri? E che sono? E dove sono? Boh, proviamo all'ufficio oggetti smarriti a vedere se sono là.
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