Referendum, Valtellina per il SI o per il NO? Cosa ci conviene?

Uno solo però sta facendo campagna: Nicolò Renzi

Il lettore si chiederà o chi sia quel tal Nicolò di cui al titolo o se è il giornale ad aver preso una cantonata. Nessuna cantonata ma miscela di nomi, cognomi nonché di immagini. Evocammo l'autore de “Il Principe”, quel Machiavelli il cui cognome ha assunto uno specifico carattere, un mix di spregiudicatezza, di blandizie, ma soprattutto di freddezza badando e mirando a quello che conta, il risultato. Fiorentini entrambi, ispiratore l'uno e come tale maestro, fecondo allievo l'altro. E allora li abbiamo incrociati in stretta sintesi. Non Nicolò Machiavelli e Matteo Renzi ma Matteo Machiavelli e Nicolò Renzi. Una frase: “Uno principe, per tanto, debbe consigliarsi sempre, ma quando lui vuole, e non quando vuole altri; anzi debbe tòrre animo a ciascuno di consigliarlo d’alcuna cosa, se non gnene domanda; ma lui debbe bene esser largo domandatore, e di poi circa le cose domandate paziente auditore del vero; anzi, intendendo che alcuno per alcuno respetto non gnene dica, turbarsene”.

E Gramsci...
E così ecco tradurre, contestualizzando, la linea di cui sopra. Deve ascoltare ma chi e come secondo quel che vuol lui e non gli altri. Gli altri, partendo dalla sua casa, vorrebbero nostalgicamente gli uni, rassegnatamente altri, un Partito, un Governo, una strada quantomeno in parte simile a quella percorsa. Non si riconoscono più in quelli che erano, quale sia la provenienza (PC – DC). La strada è diversa ma non l'ottica della precedente.
Stupisce che non si approfondisca il tema “Renzi, co-partner il migliorista Napolitano”, che non si guardino le cose alle spalle e quelle in corso. Lo si facesse si vedrebbe che la strada, quasi un'autostrada su cui il Premier-Segretario PD marcia, è semplicemente la cosiddetta “via Gramsciana al socialismo”. Certo, non quello di ieri o dell'altroieri, quello, seppur ancora informe, che è stato chiamato Partito nazionale, che non combatte ma si allea con i poteri forti che hanno tutto da guadagnare se il potere si raggruppa, restringendo il democratico confronto.
Ecco conseguentemente sul piano operativo l'autostrada si chiama 'spoils sistem' già definito con il SI alla Riforma costituzionale inevitabilmente connesso con la legge elettorale che assicura al manovratore una guida “serena”, non quella di Letta s'intende.

Tappeto rosso
-   Tolte dall'agone politico le Province in quanto i per ora misteriosi Enti che le sostituiranno avranno solo un ruolo amministrativo.
-   Fortemente indebolite le Regioni con la sottrazione di tutte le competenze indicate nell'art. 117 della vigente Carta costituzionale
-   Impantanati e ridotti al silenzio i Comuni maggiori - che spesso sino ad ora il ruolo politico lo svolgevano e come – in aree metropolitane che così concepite come oggi finiranno in un guazzabuglio tra il Comune capoluogo e la pletora di Comuni minori

Il mosaico è stato ben preparato e che non siamo fuori strada, anzi steso un tappeto rosso ce lo dice un testimone autorevole, Berlinguer che 37 anni fa intervistato da Scalfari, come ricordato da G. Berti – che però arrivava a conclusioni discutibili –  così delineava la strategia:
“«Noi vogliamo arrivare a realizzare qui, nell'Occidente europeo, un assetto economico, sociale, statale non più capitalistico, ma che non ricalchi alcun modello e non ripeta alcuna delle esperienze socialiste finora realizzate e che, allo stesso tempo, non si riduca a consumare esperimenti di tipo socialdemocratico, i quali si sono limitati alla gestione del capitalismo». “

Il Pilastro
Pilastro centrale è però il SI al referendum. Renzi ha forzato legandone l'esito alla sua carriera politica, facendone dunque una bandiera. Il SI apre dunque  le porte per l'Eden renziano e di non breve periodo dopo una sorta di ping-pong sul tavolo istituzionale.
-   A suo tempo scrivemmo che il centrodestra aveva l'occasione per un lungo periodo di stabilità di cui il Paese aveva ed ha bisogno. Fallito.
-   Poi scrivemmo che il centrosinistra aveva l'occasione per un lungo periodo di stabilità di cui il Paese aveva ed ha bisogno. Fallito.
    Da un lato Berlusconi, dall'altro D'Alema e Prodi. Poi la serie di Governi privi di legittimazione elettorale, compreso l'attuale.
Se vince il SI Renzi ha l'occasione di sfruttare al massimo il spoils system

Ma chi vince?
Ma come fa a vincere il SI? Lo spieghiamo con un esempio che non deve stupire. I paragoni sono possibili tra il piccolo, noi, e il grande, i romani. L'esempio è quello del Sindaco di Sondrio Molteni che non ha vinto una sola elezione (in parte l'ultima). Numeri alla mano i lettori penseranno che siamo noi a dare i numeri nel senso delle farneticazioni.
Molteni non ha mai vinto. Sono gli altri che regolarmente hanno perso. Sembra un giocare in tondo ma non lo è. Grosso modo i sondriesi ad ogni elezione politica più di un terzo dei voti non li davano alla sinistra. Poi le Comunali con la sistematica incapacità degli oppositori di Molteni di trovare una quadra arrivando all'ultimo momento quando gli altri erano in campagna elettorale già da due mesi. Se le cose fossero andate normalmente non sarebbe bastata l'indubbia popolarità del Sindaco a colmare il gap con gli avversari

Renzi, lo stesso
Valutando la consistenza delle forze in campo il Palazzo va sul tranquillo perchè per il No è l'intero centro-destra (salvo Verdini e Casini, ma non tutti i suoi peraltro non molti), i 5 Stelle, le sinistre, qualcuno anche del PD. In teoria maggioranza ampia per il NO.
Non è così perchè chi vota sono i cittadini. Anzi per essere più precisi chi non vota sono i cittadini, non il Palazzo. Per fare un esempio basta pensare a Forza Italia che non è certamente radicata nel territorio. La TV, i grandi (si fa per dire vista la loro diffusione ai minimi storici) giornali, poteri forti, totale: al di là dei sondaggi oggi vincerebbe il SI. E domani? Non lo sappiamo perchè bisogna vedere come saprà muoversi il popolo del NO.

Valtellina per il SI o per il NO?
In Valtellina e Valchiavenna ci sono ragioni di contenuto che prevalgono. Il senatore Del Barba ha contestato lo nostre posizioni relative a quelle che abbiamo definito fregature per la Valle ove vincesse il SI. Osserviamo però che via via si stanno incanalando per questa via non solo politici. E avremo occasione di parlarne dopo Ferragosto. Parlarne, naturalmente, ma anche ascoltando.

 

 

Alberto Frizziero
Editoriali