6 10 LA SINDROME PROVINCE-SOPPRESSIVA HA COLPITO ANCHE, E STUPISCE, CITTADINANZATTIVA. VENGANO IN VALTELLINA A DOCUMENTARSI…

La sindrome Province-soppressiva ha colpito anche, e stupisce, Cittadinanzattiva. Riportiamo tal quale la sua posizione cui seguirà un breve nostro commento che faremo pervenire al dr.ssa Petrangolini, nella calamità del 1987 presente in Valtellina nella sede della Camera di Commercio in locali allora concessi dal Presidente Dassogno. Citiamo il particolare in quanto qualcosa della nostra zona conosce per valutare meno superficialmente le considerazioni che opporremo.

Il testo tal quale:

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- tra gli altri, per esempio, la ristrutturazione, la manutenzione e la messa a norma degli istituti scolastici - a vantaggio delle comunità locali. Al contrario, negli ultimi anni, abbiamo assistito all'aumento ingiustificato del numero di questi enti, per motivi di esclusivo tornaconto politico". Queste le dichiarazioni di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva.

"Il Governo sembrava orientato ad avviare un taglio delle province con la manovra finanziaria, ma lo ha fatto in modo pasticciato, secondo criteri assai discutibili e senza un disegno complessivo. Comprendiamo tutte le difficoltà di carattere tecnico-legislative, ma, come spesso accade, crediamo che le pressioni del ceto politico - che nelle province gode di un bacino di più di 4mila incarichi - abbiano avuto la meglio. Il Governo ha fatto retromarcia e la riforma è oggi rimandata al cd. Codice delle autonomie. Intervenire in questa direzione, viceversa, avrebbe permesso un risparmio e un miglior uso della spesa pubblica - laddove questa è altamente improduttiva e senza reali effetti per i cittadini - ed una migliore ripartizione di funzioni, competenze e impiegati pubblici".

"A ciò si aggiunga che le Province non sono coerenti con una vera riforma federale della Repubblica", ha quindi concluso la Petrangolini, "la loro origine è quella di mere articolazioni locali del potere governativo centrale ed oggi ormai servono soprattutto alla riproduzione del ceto politico. Viceversa, con una profonda razionalizzazione o, addirittura, con l'abolizione di questi enti - che Cittadinanzattiva ha già suggerito in passato - si potrebbe valorizzare maggiormente il ruolo attribuito dalla riforma del Titolo V alle Regioni. Queste ultime dovrebbero definire il quadro giuridico per le competenze liberate dalle Province e, in questo quadro, si dovrebbero istituire "accordi funzionali" tra Comuni. Potrebbe essere questa un'opportunità, infine, per valorizzare al meglio la sussidiarietà dell'art.118 u.c. della Costituzione e promuovere la partecipazione dei cittadini nella dimensione pubblica locale">--.

Vengano in Valtellina a documentarsi

Torni la dr.ssa Petrangolini in Valtellina e venga a vedere che fa la provincia, se è vero, come dice, che le Province servono soprattutto alla riproduzione del ceto politico.

Secondo lei le Regioni dovrebbero definire il quadro giuridico per le competenze liberate dalle Province e, in questo quadro, si dovrebbero istituire "accordi funzionali" tra Comuni.

Ha presente lei, e chi la pensa come lei, cosa succederebbe in Lombardia, una Regione di quasi 10 milioni di abitanti in diretta connessione, saltando le Province, con 1546 Comuni? Ha presente Lei la pianificazione del territorio con i suoi problemi? Chi se ne dovrebbe occupare. In linea di massima forse, dice, la Regione con un centralismo che le caratteristiche socio-economiche della regione renderebbero o paralizzante o pleonastico. "Accordi funzionali tra i Comuni"? Ma lei ha idea di cosa succederebbe su temi quali quelli della pianificazione, dell'ambiente, delle acque, delle cave, dei distretti, dei trasporti, dei rifiuti e via dicendo, lasciati a intese tra i Comuni senza alcun rapporto gerarchico? Già, dice lei "ma c'è la Regione". Sì il funzionario, neanche magari dirigente, dal quale dovrebbero dipendere scelte su problemi che per forza di cose non può conoscere approfonditamente in posti che magari non sa neppure dove siano. Alla faccia, naturalmente, della democrazia.

Legga gli articoli pubblicati dal nostro giornale, in questo e in numeri precedenti. Poi venga a Sondrio a spiegare, eliminando le Province, come e dove svolgere tutte le funzioni che la provincia sta attualmente svolgendo, con risparmio di denaro pubblico secondo tradizione valtellinese.

Provincia di Roma, Milano ecc. senza senso

Certo, se poi la dr.ssa Petrangolini con Cittadinanzattiva si riferiscono, per farsi un'idea del problema, alla loro Provincia, quella di Roma, è tutt'altro discorso. Abbiamo ripetutamente scritto che là dove sarebbero previste le 14 aree metropolitane (da Roma a Milano e via dicendo) le Province non sono solo ingombranti ma del tutto inutili.

Abbiamo aggiunto che se si vuole razionalizzare, limitandone il numero, l'elemento prioritario è il territorio che è quello che va governato dal cosiddetto, indispensabile, Ente intermedio. A Provincia sparita in Valtellina e Valchiavenna dovrebbe per forza di cose sorgere un organismo sostitutivo con minor potere e più costoso della Provincia perché altrimenti i problemi in questo arco alpino di 200 km non troverebbero sede per trovare soluzione.

La regola del giornalismo

Un'antica regola del giornalismo: non fa notizia un cane che morde un uomo; la fa un uomo che morde il cane.

Su questo problema delle Province succede lo stesso. Le voci a tutela del ruolo delle Province non hanno spazio e, quando lo trovano, si caratterizzano per il loro mimetismo, dì impaginazione, di titolazione, di dimensioni, perché, evitando la sostanza, si va alla questione delle 'poltrone', dei politici, dei Partiti che consentono titoloni di prima pagina e facile qualunquismo.

Consegue che la dr.ssa Petrangolini si guarderà bene, lei o chi per lei, di accogliere il nostro invito a documentarsi presso la Provincia di Sondrio e non in quella di Roma. O anche solo di studiare un momentino di più la materia per arrivare almeno alla sufficienza. Con tutto il rispetto, sia chiaro.

a.f.

a.f.
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