DICO O DIXI? MINISTRI IN PIAZZA INVECE CHE A PALAZZO CHIGI, PARLAMENTARI IN PIAZZA INVECE CHE IN PARLAMENTO. CI SONO COSE CHE VANNO RICONOSCIUTE, MA DISCITENDO CON CHI RAGIONA E CON MUSO DURO CON CHI URLA

DICO in piazza con i Ministri ma ricordiamo il referendum? - La nostra proposta originaria, ribadita e confermata - Ministri in piazza per i DICO - Altri Ministri in piazza per la famiglia (con turbata o no?) - Figuraccia del Governo o machiavellica scel

DICO in piazza con i Ministri ma ricordiamo il referendum?

Manifestazione a Roma a Piazza Farnese a sostegno della proposta di legge sui DICO. Normale che si manifesti, secondo gli argomenti e le visioni di ciascuno. Tenendo un punto fisso: che non possono essere i 20.000, secondo la polizia, colà confluiti, neppure i 50.000 secondo gli organizzatori compresi, pare, un centinaio tra deputati e senatori, ma neanche fossero un milione a determinare il risultato. Lo abbiamo visto tempo fa. Piazze che urlavano, fra l’altro anche slogans maldestri che squalificano gli autori, per il progresso rappresentato dalla vittoria nel referendum sulla fecondazione assistita. Anzi, bastava il 40% per avviare l’offensiva in Parlamento. Poi uscito il risultato dalle urne delusione cocente: gli italiani non la pensavano affatto come le rumorose piazze. L’on. Bertinotti definì “terribile” la sconfitta.

La nostra proposta originaria, ribadita e confermata

Premettiamo che noi abbiamo a suo tempo indicato, e successivamente ribadito e confermato, una via percorribile ripresa da un autorevole personaggio in TV citando proprio fonte e luogo. Si sostiene che ci sono problemi (assistenza, ospedali, casa ecc.) non risolti e che esiste il diritto (e i doveri?) ad averli e che ci si muove proprio per riconoscere questi diritti. Bene, partiamo da qui. Intanto uomo e donna hanno il matrimonio religioso, quello civile, la separazione, il divorzio. Non vogliono sposarsi? Affare loro. La possibilità di sistemare i problemi l’hanno andando se non vogliono in Chiesa in Municipio. Perché bisogna premiare chi vuol fare i propri comodi? Ci sono tante cose che ci sono date in un certo modo mentre magari le vorremmo in un altro, ma una società organizzata non può e non deve inseguire le ubbie dei singoli. Qualcuno obietta però che ci sono magari situazioni particolari. Possibile. Per le situazioni particolari allora si preveda il ricorso, rigoroso, allo stesso Magistrato che si occupa di separazioni e divorzi.

Per quanto riguarda coppie dello stesso sesso si integri il Codice Civile con alcune appropriate norme ma non nel libro secondo, della famiglia, bensì nel libro quarto, delle obbligazioni. E sia il notaio ad operare come qualsiasi altro tipo di obbligazioni e non l’Ufficiale di Stato Civile.

Se chi parla dei “diritti” non ha riserve mentali questa soluzione dovrebbe bastare. Certo, se si considerano i DICO, o qualsiasi provvedimento simile, come il cavallo di Troia per fare scendere il ponte levatoio entrando nel castello in pace ma poi, alla prima occasione, levare la maschera e arrivare a soluzioni Zapateriane o addirittura svedesi (Nazione civilissima: le coppie omosessuali possono adottare bambini. Attenzione però: che non siano bambini svedesi! Un caso di razzismo vero e proprio ma tutti tacciono…), allora è un altro discorso. Come al poker: “vediamo” se c’è o no il bluff.

Ministri in piazza per i DICO

I Ministri Alfonso Pecoraro Scanio, Paolo Ferrero e Barbara Pollastrini hanno partecipato, nonostante che il Presidente del Consiglio Prodi non fosse d’accordo, alla manifestazione organizzata da Arcigay, Cgil e numerose sigle dei movimenti omosessuali. Singolare, a dir poco. Ancor più singolare la motivazione data: “siamo per sostenere la proposta del Governo”. Infatti è stato addirittura Capezzone a questo proposito a dire che allora di Ministri avrebbero dovuto essercene 28, non tre. Fra i tre la co-autrice Pollastrini, con risultato di evidenziare lo stacco con l’altra Ministro co-autrice, Rosi Bindi.

La vera motivazione, non quella di facciata, era l’evidenziare che con i DICO loro, e Pollastrini in particolare, hanno fatto il possibile, visto il freno della stessa Bindi – finita poi in un angolo per una soluzione né carne né pesce che ha scontentato e gli uni e gli altri -, di Fioroni, non parliamo poi di Mastella, dei teodem e via dicendo.

Altri Ministri in piazza per la famiglia (con turbata o no?)

Se i Ministri scendono in piazza per i DICO logico che altri Ministri, come hanno detto, scendano in piazza per la famiglia, anche se qui è pronta la turbata e si vedrà se sarà realizzata. Dando un carattere generale alla difesa della famiglia, tenendo lontano il discorso dei DICO, qualcuno cerca di creare le condizioni perché in piazza ci vadano non solo alcuni Ministri ma ancha tanti altri, se non addirittura una delegazione ufficiale del Governo perché tutti dicono di voler salvaguardare, appunto, la famiglia…

Figuraccia del Governo o machiavellica scelta?

Il Presidente della Commissione Giustizia del Senato on. Salvi (sinistra DS) ha dato una sberla al Governo, duo Pollastrini-Bindi in primis, escludendo la possibilità che il DdL del Governo sui DICO, all’esame della sua Commissione con altre nove proposte di legge, possa essere assunto come testo-base. Lacunoso. Beh, che sia lacunoso lo abbiamo dimostrato spiegando come le co-autrici non siano riuscite a eliminare del tutto la poligamia, neppure con il comma aggiunto all’ultimo secondo, e non si siano accorte di lasciare spazio al ripudio (!). L’on. Salvi ha detto che se fosse stato assunto a testo-base sarebbe morto subito e di DICO non se ne sarebbe parlato per lungo tempo. La spiegazione regge e fa pensare a una scelta alquanto machiavellica concordata forse addirittura con Palazzo Chigi per evitare un tonfo al Senato con inevitabili complicazioni di carattere politico. Lo fa pensare il silenzio che nella maggioranza ha circondato questa sberla data al Governo. La Pollastrini se l’è cavata andando in Piazza. La Bindi a piedi. Mastella sempre più furioso, ha cominciato a parlare di rischi per il Governo, proprio lui che fino all’ulrimo ha cercato di evitare che dei DICO se ne occupasse l’esecutivo, lasciando la questione in mano ai Gruppi parlamentari, neutrale il Governo, al riparo dunque da rischi. In realtà Prodi è stato costretto, come abbiamo avuto recentemente modo di spiegare, dalla successione di eventi. Le sinistre radicali del suo schieramento hanno dovuto ingoiare grossi rospi in serie. Quella dei DICO era l’unica “soddisfazione” che il Governo poteva dare, e l’ha data, anche se entro certi limiti. Prodi infatti ha affermato che i DICO non ci sono nei 12 punti del rilancio del Governo perché questo ha esaurito il suo compito approvando in Consiglio dei Ministri la proposta relativa. Singolare anche questo visto che normalmente sui DdL presentati dal Governo nelle Commissioni e in aula sugli articoli, i commi, gli emendamenti, gli odg viene costantemente chiesto il parere del Governo.

A muso duro contro certi urlatori

A muso duro diciamo a certi urlatori di andare a quel paese, con “p” minuscola. autoproclamatisi paladini del progresso, della civiltà e quant’altro non trovano di meglio che offendere chi la pensa diversamente da loro in mille modi compresa magari l’accusa di essere servi del Vaticano.

Vadano a quel paese. Abbiamo già visto in passato dove conducano certe battaglie cosiddette di civiltà.

Altro discorso con chi non urla

Con chi non urla, che ragiona, anche magari pensandola in modo nettamente diverso, altro discorso.

Ad esempio, si risponda alla nostra proposta sulla questione delle convivenze eterosessuali o sull’altra del Codice Civile. In fin dei conti anche i dibattiti e i confronti servono, anzi sono il lievito della crescita.

a.f.

A.F.
Editoriali