09 10 10 IL MONDO HA FATTO:OH! (BARAK OBAMA, NOBEL PER LA PACE

Grande è stato lo stupore e la meraviglia all'annuncio che il Premio Nobel per la pace per il 2009 è stato assegnato al giovane, semplice, religioso Presidente nero degli USA, quel Barak Obama che già tanta ammirazione ha suscitato per il suo comportamento spontaneo e le sue dichiarazioni politiche che si possono così sintetizzare: disarmo e non proliferazione, promozione della pace, preservazione del pianeta e un'economia che offra opportunità a tutti..

E' presidente degli Stati Uniti dal novembre del 2008, dopo una clamorosa vittoria contro lo sfidante repubblicano, John McCain divenendo - così- il primo presidente afroamericano nella storia degli States. La speranza e l'idealismo unificatore sono i grandi temi che hanno richiamato grandi folle ad ogni sua apparizione pubblica, evocando paragoni con Martin Luther King e John F. Kennedy. L'atmosfera intensa dei comizi di Obama, che spinge qualcuno ad ascoltare a mani giunte le sue parole, non è dovuta solo alla sua indubbia abilità oratoria, ma anche al contenuto del suo messaggio. La promessa di "cambiare" le cose a Washington è per lui solo il primo passo verso il progetto ben più audace ed ambizioso di "cambiare l'America e poi il resto del mondo". A porlo sulla mappa politica degli Stati Uniti e nel cuore della gente fu uno straordinario discorso alla Convention Democratica del 2004, intitolato "L'Audacia della Speranza", dove l'idealismo di impronta kennedyana era esaltato da una oratoria alla King (per forza, è stato un buon predicatore della sua chiesa cristiana) Senza dimenticare che la speranza per un mondo migliore è una "radice" molto profonda del Vangelo e Obama (= Benedetto) la sta mettendo in pratica. Nulla lo spaventa o lo intimorisce e non ha paura di correre incontro ai "nemici". Proprio come suggerisce Gesù.

La sua infanzia è stata difficile, come grande è la sua carriera.

Nato il 4 agosto 1961 a Honolulu (Hawaii) da un padre di colore (giunto negli Usa dal Kenya con una borsa di studio) e da una madre bianca (nata in Kansas e poi trasferita nelle Hawaii con i genitori) Barack Hussein Obama ha avuto una infanzia instabile: a due anni ha perso la figura del padre (andato via da casa per studiare ad Harvard), a sei anni è finito in Indonesia (col nuovo marito della madre), a dieci anni è tornato da solo nelle Hawaii per vivere con i nonni materni. Bravissimo negli studi, entra poi alla Columbia University a New York, lavora come assistente sociale a Chicago, viene accettato alla prestigiosa Harvard Law School. Rifiuta le offerte d'impiego delle corporation di New York per tornare a Chicago per inseguire una missione sociale e anche l'amore: qui vive infatti Michelle Robinson, la ragazza che dopo un paio di anni diventerà sua moglie e la madre delle loro due bambine, Malia e Natasha. A Chicago svolge opera di assistenza legale per i poveri ed insegna legge. Ma i suoi obiettivi sono più ambiziosi. Nel 1996 viene eletto al Senato dell'Illinois. Nel 2000 si candida al Congresso Usa come deputato ma viene battuto. Nel 2004 ci riprova, stavolta per il Senato Usa, e vince alla grande diventando il quinto senatore nero nella storia del Congresso americano. Nel 2007 si candida alla Casa Bianca: l'annuncio ufficiale arriva il 10 febbraio dalla stessa piazza davanti al Campidoglio di Springfield (Illinois) dove Abramo Lincoln quasi 150 anni prima aveva pronunciato uno storico discorso sulla necessità di restare uniti. Un simbolismo perfetto. Il 4 novembre del 2008 la trionfale vittoria che lo conduce alla Casa Bianca, da dove, in pochi mesi, rilancia il dialogo con il mondo musulmano, affronta il delicato tema dei rapporti con l'Iran, avvia una intensa campagna contro la proliferazione nucleare, solo per citare i principali temi della sua azione in ambito internazionale.

Questo nostro mondo, così difficile e complicato, con immensi problemi, eppure con lui troverà la strada verso la pacificazione e - probabilmente, sebbene sia ancora un obiettivo tanto lontano- la fratellanza.

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Editoriali