8 10 9 ROMA: 1) ELEZIONI. NON DIPENDONO DA BERLUSCONI 2) L'IPOTESI DELLA GRANDE ALLEANZA 3) ELEZIONI SI ; MA, IN QUESTO CASO, CON QUALE GOVERNO?

1) ELEZIONI. NON DIPENDONO DA BERLUSCONI

Il PdL ha dichiarato che o il Governo ha la fiducia sui quattro punti che proporrà o si va al voto. Bossi ha detto quasi la stessa cosa. Perché quasi? Perché non ha detto "si va al voto" ma "meglio il voto".

Non si riesce a capire come a Roma gli strateghi politici del PdL abbiano perso la sinderesi, forse distratti in fatto di razionalità da quel campione di grande emotività che è divenuta, e contraccambiata, la rissa con Fini e i finiani. Vorremmo sapere quale sia il ragionamento logico che porti da un eventuale voto di sfiducia e quindi dalla caduta del Governo all'automatico scioglimento del Parlamento. Il Presidente della Repubblica, preso atto del venir meno della maggioranza, ha comunque il dovere di vedere se ci sono altre soluzioni. C'è l'ipotesi della Grande Alleanza?

2) L'IPOTESI DELLA GRANDE ALLEANZA

Persino Di Pietro ora ci sta ad una soluzione 'con tutti' evidentemente in questo modo riuscendo nel suo obiettivo da sempre e cioè quello di 'far fuori' Berlusconi. Sono diversi quelli che dicono di essere pronti alle elezioni ma in realtà il voto è temuto da tutte le opposizioni attuali, dai finiani che rischiano forte ma anche da quqlacuno nel PdL che ha fatto i conti ed ha magari scoperto che PdL e Lega potrebbero avere ancora, sì, il voto popolare ma non a sufficienza per governare, né vi sarebbero alternative. Probabilmente qualche problema nascerebbe per il Premier ma potrebbe spuntarla Casini (Non Luca di Montezemolo, sarebbe un ulteriore oltraggio agli elettori. Non lo sarebbe se lui facesse come gli altri presentandosi e ricevendo i voti…). E dopo? La Bindi ha già detto cosa fare: la nuova legge elettorale. E lì ci sarebbe, purtroppo, da ridere a mettere d'accordo il diavolo e l'acqua santa.

3) ELEZIONI SI ; MA, IN QUESTO CASO, CON QUALE GOVERNO?

Mettiamo infine il caso che in definitiva si debba andare al voto. Nel momento che Berlusconi sale al Quirinale e restituisce il mandato a Napolitano questi, effettuate le consultazioni ha due ipotesi. O verifica la formazione della "Grande Alleanza" e quindi assegna un mandato ristretto (nuova legge elettorale, situazione economica) per poi andare al voto. O verifica che di maggioranze possibili non ne esistono per cui chiama Schifani e gli fa fare il Governo elettorale con scioglimento del Parlamento.

Un bel busillis. Si conferma quanro scritto dal nostro giornale all'indomani della rottura nel PdL: successo tattico di Berlusconi ma errore strategico. Quanto poi agli sviluppi ce ne sono per tutti i gusti, con, in particolare, quella secondo la quale la stabilità di governo passa attraverso la successione di Fini a Napolitano. Con i voti di chi è interessante domanda con più interessante risposta.

Un piccolo inciso di natura etica. Lo spettacolo degli insulti reciproci tra chi fino a ieri militava nello stesso Partito è una cosa indecente. Lo sarebbe fra persone di opposte fazioni, a maggio ragione è in questo caso. E questo pone la domanda finale: quanto c'è di politico e quanto di personale in questa diatriba da carrettieri (con le scuse ai carrettieri se ne è sopravvissuto qualcuno).

a.f.

a.f.
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