Visto da Sondrio: n° 1: Junker, Napolitano, Montezemolo. E i valtellinesi

Jean-Claude Juncker,

60 anni il prossimo 9 dicembre, dal primo novembre è il Presidente della Commissione Europea. Era evidentemente atteso al varco perchè dopo neanche una settimana è esploso il caso. Sulla stampa europea sono stati presentati i conti, per dirla così, al neo-Presidente e con accuse mica da poco visto che il Granducato del Lussemburgo è stato accusato di essere stato se non un paradiso fiscale quasi. Tutto a norma, formalmente a posto ma sta il fatto che oltre 500 aziende internazionali, una trentina italiane, abbiano avuto vantaggiosissimi trattamenti fiscali. Quali gli aspetti negativi? Se il signor Scarpasacchi o l'Azienda dell'acqua DOC pagano le imposte lassù non le pagano in Italia Loro fanno il loro interesse, e quello lussemburghese, ma a danno dell'Italia, come il signor Dupont danneggia la Francia e così via.
Piccolo particolare: Junker, paladino del rigore in Europa, è stato Primo Ministro del Lussemburgo dal 20 gennaio 1995 al 4 dicembre 2013 attirando di fatto le aziende con trattamenti ad hoc. al punto che ne sono state chieste le dimissioni. Chieste senza sviluppi considerata la massa finanziaria in gioco.
Quello che vogliamo sottolineare è, anche in Europa, gli scandali a orologeria. Cui prodest? Ognuno la pensi come vuole, anche se non è difficile dare una risposta. Ma la domanda resta: chi ha fornito la documentazione (quasi 30mila pagine) alla stampa? E siccome dà fastidio esser presi per fessi ma volete proprio che i vari Governi, le Banche centrali, le tante organizzazioni, le Agenzie di Rating, e migliaia di persone delle varie Aziende non ne sapessero niente?

Giorgio Napolitano, 89 anni compiuti il 29 giugno scorso, Presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 essendo stato rieletto il 20 aprile dello scorso anno a grande richiesta.
Se ne va e ne ha ben diritto a quell'età di pensare solo ai nipotini. Imperversa il toto-nomi con la stupidaggine di dire che ci vuole una donna. Potrebbe benissimo capitare che al Quirinale vedano arrivare una Presidentessa e non un Presidente ma non perchè una donna come qualcuno voleva per la recente nomina del Ministro degli Esteri. Non è questione di genere ma di competenza, e qui non basta essere professori universitari o militanti di Partito. Quanto ai professori al Quirinale o al Governo la saggezza popolare (ma anche la nebulosa vicenda del Governo Monti) indica cosa bisogna fare o non fare: ofelè, fa el tò mestee
Non diamo le motivazioni ma il nome, ancorché ignorato dal e nel totoministri:
Enrico Letta, Pisa 48 anni lo scorso 20 agosto, già Presidente del Consiglio dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio di quest'anno. Annotare.

Luca Cordero di Montezemolo, Bologna 31.8.1947, mandato via da Marchionne per la disastrosa ormai poliennale gestione sportiva della Ferrari, vola con Alitalia alle cui ali presidenziali è approdato nei giorni scorsi. Per un paio d'anni erano stati in ansiosa attesa dopo la creazione di ?Italia futura': “viene, non viene, viene... ecc.). Viene dove? Lo aspettavano al centro al punto che quando finalmente prese la decisione di impegnarsi ci fu tanta euforia nei centristi di varia provenienza e nei novelli Montiani: “abbiamo il 20”” e quindi, dopo le elezioni, la guida del Governo. Se qualcuno ha voglia di fare una ricerca fra i nostri 20mila e più testi in archivio troverà la previsione elettorale del nostri giornale. Scrivevamo infatti allora che Montezemolo avrebbe sicuramente portato il suo voto ma forse anche quello della moglie. Il risultato uscito dalle urne evocò, ed evoca ancora, il detto popolare richiamato dianzi (per la verità qualcuno potrebbe portare l'esempio di Berlusconi, ma si tratta della classica eccezione. Scese in campo quando c'era ancora una sinistra “molto sinistra” e una maggioranza moderata di persone che non facevano maggioranza politica mancando pilastri ed architravi per costruire il castello).
Lo spunto ci è venuto da un tizio che faceva da ofelè, e cioè faceva il suo mestè, quello di cittadino che segue le cose, applaude se fatte bene, critica se fatte male, chiede se non ne sa abbastanza. Montezemolo è stato il fondatore di Italo, il treno ad alta velocità privato, che però marca male. 33 milioni di perdita sul primo bilancio, più del doppio nel secondo e, da metà dicembre, la rinuncia a continuare il servizio per Ancona. La tratta principale è quella da Milano per Roma (e peduncoli annessi) che, guarda un pò, è la tratta d'oro per Alitalia. E non c'era nessun altro da mettere al vertice della Compagnia di Bandiera?
Si potrebbe dire, contenti loro... No visto che nell'Alta Velocità ci siamo anche noi in quanto le frecce e rosse e bianche sono pubbliche, anzi un esempio di come si possa dare un servizio adeguato quadrando i conti (per i traffici locali, oggi delle Regioni, il discorso è più complesso).

Ma ai valtellinesi che importa?
Sì, ma al caricatore d'alpe di Berbenno piuttosto che all'artigiano malenco, agli operatori turistici sparsi in provincia, alle imprese in difficoltà che importa di Junker, di Napolitano, di Montezemolo?
Niente, assolutamente niente in linea diretta. Ma indirettamente si tratta di cose che ci penalizzano tutti. Nel silenzio generale. Marchionne l'ha detto esplicitamente. Il cervello della ex FuItalianaAutomobiliTorino va in Olanda. E perchè non resta a Torino? Perchè là spende meno di imposte. E se nessuno protesta, e se nessuno chiede che si provveda, non è per caso che sia per la complessiva capacità finanziaria delle multinazionali? Se un cittadino lussemburghese in media ha un reddito oltre i 100mila dollari senza che il Granducato abbia grandi industrie ma solo il turismo, quello dei ragionieri delle diverse nultinazionali.
Junker. Poi Napolitano. Elezione delicatissima anche perchè non dimentichiamo che il rinnovo forzato di Napolitano è stato un'ancora di salvezza ma ora non si può dire che occorre una donna, o che occorre uno che non sia fumatore o una che sappia le limgue e così via. Tempi duri, e se si sbaglia paghiamo tutti.
Quanto a Montezemolo non vorremmo che a tutti noi, a partire dal caricatore d'alpe di Berbenno e soci di cui sopra, ci tocchi dover pagare i debiti sia dei treni che degli aerei.
Abbiamo l'impressione che si debba cominciare a prendere coscienza che dopo un lungo letargo la gente comune si svegli, 

Alberto Frizziero
Editoriali