10 10 15 IL NOBEL A ROBERT EDWARDS - L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA - ETICA E G.B. VICO

Signor Direttore,

la medicina è solo un atto tecnico? Può esserci una procreazione senza etica? "Procreare" è la stessa cosa che "riprodursi"?

Nel 1978, sulla rivista "Lancet", Robert Edwards e Patrick Streptoe annunciavano la nascita di Luise Brown, primo essere umano concepito "in provetta". Per tale motivo l'Assemblea del Nobel di Stoccolma ha deciso di assegnare il prestigioso premio a Robert Edwards, laureatosi in agraria e specializzatosi in genetica animale, attualmente 85enne. Egli applicò agli esseri umani una tecnica che, negli anni '50, alcuni scienziati avevano scoperto essere possibile, in zootecnia, nei conigli. La fecondazione "in vitro" applicata all'uomo, di cui Ewards è "padre", ha e ha avuto un costo altissimo in termini di vite umane nei decenni successivi. Infatti solo una minoranza di embrioni umani, concepiti in provetta, attecchisce, senza contare la selezione pre-impianto, applicata un pò in tutto il mondo, in cui ne viene scartata un'alta percentuale. Attualmente sono circa 4 milioni, complessivamente, i bambini nati con questa tecnica, in tutto il pianeta, ma si ritiene che ben oltre i 40 milioni siano state le vite scartate, eliminate e sacrificate, utilizzando le procedure connesse a tale tecnica. Per ogni vita prodotta ben più di altre 10 ne vengono sacrificate, senza contare la mercificazione di embrioni e ovuli, l'aumento di gravidanze plurime, l'incremento di malformazioni e anomalie cromosomiche. Oltre a ciò l'irrisolto e grave problema di una enorme quantità di embrioni congelati. Durante il Referendum sulla legge 40 abbiamo avuto modo di riflettere su tali argomenti e si è cercato di frenare il far-west procreatico innescatosi sull'onda delle scoperte di Edwards. Il popolo italiano disse: "Basta". Anche la scienza doveva avere dei limiti. Personalmente, ritengo che la via maestra da seguire, per le coppie che vivono la sofferenza della sterilità, debba essere sostanzialmente l'adozione. Il costo, in termini di vite umane, dato dalla fecondazione in vitro, non è ulteriormente ed eticamente accettabile.

dr.Glauco Santi

Il dibattito è aperto.

- Vico. Non c'è dubbio che fa presa l'argomento. Ormai però è così, l'etica sempre in secondo piano. Chi resta a sistenerne le ragioni oltre a venire considerato al minimo un 'conservatore' se non un 'troglodita reazionario' ha l'impressione di vestire i panni de "l'ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha" impegnato con la sua spada contro i terribili giganti del mulino a vento. Ma non siamo in Spagna, nella Mancia. Non ci sono mulini a vento. La spada non viene da Toledo ma, simbolicamente, da San Pietro. E lo studio della storia dà ragione al grande napoletano G. Battista Vico. In corsi negativi dunque l'operare è confortato dal sapere che seguiranno i ricorsi perché chi oggi non ha il senso del limite, in particolare per la scienza, il limite se lo troverà per forza.

- Nobel. Normale per lil Comitato norvegese (indicato dal Parlamento di Oslo mentre per gli altri premi ci pensa la Reale Accademia di Svezia) che ha fatto un'eccezione solo nel 1997 con il Nobel per la Pace a suor Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, meglio nota come Madre Teresa di Calcutta. Basta ricordare quando per il Nobel per la Pace c'era il più grande candidato ma esattamente 17 anni fa come oggi, 10 ottobre, a Karol Wojtyla venne preferita Shirin Ebadi, pacifista iraniana "per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e a favore della democrazia. Si è concentrata specialmente sulla battaglia per i diritti delle donne e dei bambini". Un'aggiunta significativa: "E' un piacere per il comitato norvegese per il Nobel assegnare il premio per la Pace a una donna che è parte del mondo musulmano, e di cui questo mondo può essere fiero, insieme con tutti coloro che combattono per i diritti umani, dovunque vivano".

Di persone protagonista della lotta per la pace della statura di Papa Giovanni Paolo II ce n'erano pochi nel mondo, posto di trovarli. Di Shirin Ebadi, con tutto il rispetto di questo mondo, in giro nel pianeta ce n'erano e ce ne sono centinaia. Oltre a tutto questo Premio Nobel preferito al Papa se ne è andata a Londra dichiarando di essere più utile al proprio Paese da là. Può darsi, ma mel mondo ci sono centinaia di persone in trincea a casa loro - per molti il termine 'casa' non rende la situazione per via delle sbarre alle finestrine - e non all'estero. C'è, del resto, un illustre precedente Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace 1991, leader dell'opposizione birmana, più volte agli arresti domiciliari e addirittura oggetto di una sparatoria da parte di militari il 30 maggio di sette anni fa.

Al nord, si sa, fa freddo, Irlanda a parte. Ne fa in genere tanto quando arriva qualcosa con l'etichetta di cattolico. Figurarsi poi se c'entra il Papa! Però, Vico è saggio, abbiamo visto che il recente viaggio sel Pontefice in Gran Bretagna ha avuto un riscontro e un successo inattesi. Da cui…

- Da cui… una considerazione. La caduta della pratica religiosa è stata indubbiamente verticale. Non però del sentimento religioso. Questa dicotomia dovrebbe far riflettere, soprattutto la Curia al di là del Tevere. Non si tratta di cavalcare il nuovo sol perché nuovo. Non si tratta di seguire un proverbio desueto, quello secondo cui "sai quel che lasci ma non sai quel che trovi". Saremmo ancora nelle caverne. Fermissimi su quelli che non sono né vecchi né nuovi ma dato permanente, ovvero i valori. A cominciare dall'etica. Tutto il resto di conseguenza.

NdD

dr.Glauco Santi - NdD
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