LA CONFERENZA DEI SINDACI E DEI PRESIDENTI DI COMUNITA’ MONTANE E AREE PROTETTE A LARGHISSIMA MAGGIORANZA DA’ IL VIA AL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO. IL PIANO IN DIRITTURA DI ARRIVO - (Articolo in rete lunedì 11)

Pietra miliare il parere dato dalla Confere

Sabato 9 settembre nel salone del Consiglio Provinciale seduta conclusiva della Conferenza dei 78 Sindaci, dei 5 Presidenti di Comunità Montane e dei due Presidenti di aree protette. Argomento, pietra miliare per la provincia, sia quella con la P maiuscola che con la p minuscola, l'emissione del parere come prescritto dalla legge sulla proposta di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

Ci sarà modo e tempo per approfondire. Diremo intanto che sono stati presentati due documenti. E' passato quello proposto dal dr. Passamonti, Presidente della CM di Morbegno e consigliere provinciale, e quindi esso costituisce il parere formale ai fini del successivo iter, parere che pubblichiamo integralmente anche se non é ancora la comunicazione ufficiale. Ampio il voto a favore: 6281 i favorevoli, 733 i contrari, 381 gli astenuti. Il secondo documento, presentato dall'assessore di Piateda, ha visto 432 voti a favore, 5270 contro e 1693 astenuti.

Soddisfazione oltre che del Presidente Provera, dell'assessore al Territorio Crosio, "motore" del Piano, e del Presidente della Conferenza Oscar Giudice. Sostanzialmente unica voce decisamente critica quella del segretario dei DS che hanno predisposto un documento di 29 pagine.

IL PARERE

PROVINCIA DI SONDRIO - CONFERENZA DEI SINDACI, DELLE COMUNITA’ MONTANE E DEGLI ENTI GESTORI DELLE AREE REGIONALI PROTETTE

Schema di Parere sul Piano territoriale di coordinamento provinciale ai sensi dell’art. 17 comma 3 della L.R. 12/2005

Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale rappresenta uno strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo socio-economico del territorio locale. Nel corso dell'iter di elaborazione del PTCP, che ha perfezionato il Piano ereditato dalla precedente Amministrazione definendo le scelte strategiche in materia di infrastrutture, trasporti, insediamenti produttivi e riassetto idrogeologico, le istanze espresse dagli Enti locali hanno trovato adeguato accoglimento nel rispetto delle esigenze avanzate dal territorio.

La Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane e i Consorzi di gestione del Parco delle Orobie Valtellinesi e della Riserva Naturale del Pian di Spagna intendono esprimere il proprio ringraziamento per il metodo partecipativo adottato dall'Amministrazione provinciale guidata dal Presidente Fiorello Provera, che ha tenuto in massima considerazione il parere degli Amministratori locali, consentendo una celere conclusione del procedimento.

Particolare gratitudine si intende manifestare all'assessore provinciale all'Urbanistica, Jonny Crosio, per l'impegno profuso nelle fasi di consultazione che hanno condotto alla stesura definitiva dello strumento di pianificazione, per la massima disponibilità all'ascolto ed il costante confronto con gli Enti locali, le categorie economiche e le realtà associative. Il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e sociali interessati rappresenta la migliore garanzia per il conseguimento di obiettivi strategici condivisi, in una globale politica di valorizzazione del territorio provinciale e delle sue risorse.

Premesse:

In data 16 dicembre 2005 presso la sala consiliare della provincia si è riunita la Conferenza dei Comuni, delle Comunità Montane e degli Enti gestori delle aree regionali protette istituita ai sensi e per gli effetti degli artt. 16 e 17 della legge regionale 16 marzo 2005 n.12. Nel corso dei lavori è stata consegnata da parte della Provincia la proposta di Piano territoriale di Coordinamento provinciale previo illustrazione della stessa da parte dell’assessore, dei tecnici e funzionari del Servizio. Nel corso della seduta sono stati inoltre consegnati a tutti gli Enti gli elaborati di Piano su supporto informatizzato e una copia cartacea completa è stata depositata per la consultazione presso le sedi delle cinque comunità montane. I lavori della Conferenza si sono articolati in successivi incontri con gli amministratori a carattere mandamentale e precisamente in data 14 febbraio 2006 presso le sedi della Comunità Montana della Valchiavenna e successivamente presso quella di Morbegno, in data 15 febbraio presso la Comunità Montana Alta Valtellina e successivamente quella di Tirano. Infine in data 22 febbraio 2006 si è tenuto l’incontro con la Comunità Montana Valtellina di Sondrio e il comune di Sondrio.

Nella fase consultiva sopradescritta sono pervenuti alla Segreteria della Conferenza dei Sindaci, delle Comunità Montane e degli Enti Gestori delle Aree Regionali Protette alcuni positivi contributi e osservazioni volte a migliorare la qualità del piano.

La Conferenza dei Sindaci, delle Comunità Montane e degli Enti Gestori delle Aree Regionali Protette, pur non essendo, tecnicamente, quella in corso, una fase di “osservazioni” al Piano territoriale di coordinamento della Provincia, ha ritenuto opportuno, propedeuticamente alla formulazione del proprio parere, effettuare una ricognizione di tutta la documentazione pervenuta.

L’esame analitico compiuto su tale documentazione ha permesso di scomporla e di classificarla in funzione delle differenti tipologie di questioni sollevate, alcune di carattere molto generale e dunque essenzialmente volte ai principi ispiratori del Piano, altre relative a suoi aspetti specifici ma comunque di rilevanza generale, altre ancora relative a scelte puntuali del Piano o addirittura semplicemente alla rettifica di singole informazioni circa lo stato di fatto o la pianificazione urbanistica comunale.

Il testo che segue, che costituisce il parere obbligatorio sul Piano territoriale di coordinamento della Provincia da parte della Conferenza dei Sindaci, delle Comunità Montane e degli Enti Gestori delle Aree Regionali Protette, espresso ai sensi dell’art 17 comma 3 della legge regionale 12/2005, proprio per valorizzare al massimo il processo partecipativo sviluppatosi è articolato in funzione delle diverse questioni poste dai comuni e dagli altri soggetti che si sono espressi. Naturalmente poiché numerosi documenti toccano svariate questioni e poiché d’altro canto alcuni temi sono affrontati in svariati documenti, talvolta, per non appesantire eccessivamente il testo, si è deciso di omettere l’elenco completo di tutti coloro che sollevano un determinato problema, orientando dunque il documento ad una trattazione ordinata per problemi e non per “osservanti”, come è d’altronde corretto, non trattandosi di una fase di formali osservazioni al Piano.

1. Parere sui principi ispiratori e sui criteri di impostazione del Piano

Solo pochi dei documenti pervenuti esprimono valutazioni sulla questione più generale dei principi ispiratori e dei criteri di impostazione del Piano. Si tratta per di più di documenti redatti da soggetti non membri di questa Conferenza, che tuttavia si desidera prendere in esame in considerazione dei ruoli tecnici o economico sociali svolti dai soggetti che li hanno elaborati, e con l’intenzione di favorire la massima partecipazione possibile al processo di formazione del Piano.

In uno dei documenti ( quello predisposto dall’Unione industriali), si sostiene che il Piano travalicherebbe i compiti affidatigli dalla legislazione ed in particolare quelli definiti dalla l.r. 12/2005.

Sul medesimo punto della attribuzione dei poteri un altro documento, quello dell’ Ordine degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia, si esprime in termini sostanzialmente opposti, proponendo di rendere più definite e definitive alcune scelte del Piano.

Sul problema generale gli organi di questa Conferenza non hanno riscontrato conflitti tra legislazione e impianto del Piano. Quanto alla maggiore rigidità del Piano auspicata dall’ Ordine si ritiene che essa sia difficilmente perseguibile in termini di correttezza tecnica, per l’inevitabile salto di scala tra pianificazione territoriale e pianificazione comunale, che deve suggerire di lasciare a quest’ultima margini di aggiustamento, da gestire però sempre in coerenza con le finalità del piano di area vasta. Per l’insieme di queste ragioni la Conferenza propone perciò, sugli aspetti trattati, di confermare l’impostazione del Piano.

Nello stesso documento dell’ Unione Industriali si sostiene poi che, nel rapporto tra esigenze della tutela ambientale e paesistica ed esigenze dello sviluppo economico il Piano privilegerebbe eccessivamente il primo aspetto, a danno del secondo.

Sul medesimo tema, in un altro documento, quello elaborato dalla Cisl di Sondrio si dichiara viceversa di apprezzare le scelte del piano per la tutela ambientale e paesistica e si chiede anzi di renderle, per alcuni aspetti, più stringenti.

Su questa questione di impostazione complessiva questa Conferenza ritiene che il Piano sia ispirato da un criterio corretto: quello di considerare le qualità ambientali e paesistiche della Provincia non solo come un prezioso patrimonio ma anche come la fondamentale risorsa economica specifica del suo territorio, che nessun processo competitivo di grande scala potrà mai azzerare, purché naturalmente non se ne permetta il degrado.

La conferenza fa pertanto proprie le linee di impostazione del piano sul complesso tema del rapporto tra tutela paesistico/ambientale e sviluppo economico.

Una terza questione, quella del meccanismo di Piano strutturato sul successivo sviluppo dei piani di settore è sollevata da due documenti, con taglio ed intenti opposti.

La Conferenza ritiene che il Piano abbia raccolto e rilanciato tutto quello che era possibile sulla scorta dello stato di avanzamento degli studi disponibili negli svariati campi e settori che interagiscono significativamente con la pianificazione territoriale. Tali studi non saranno tuttavia mai definitivamente compiuti, e dunque occorre instaurare un meccanismo processuale di interazione tra studi di settore e quadro territoriale complessivo. Il meccanismo immaginato dal piano prevede un ulteriore impulso agli studi ed ai piani di settore, al compimento dei quali si può immaginare, in parte o in toto, l’aggiornamento del PTCP. La Conferenza giudica adeguato questo meccanismo.

In conclusione, la Conferenza si esprime favorevolmente sui principi ispiratori e sui criteri di impostazione del Piano.

2. Parere sugli aspetti relativi alle tecniche di redazione e di aggiornamento del Piano

Alcuni documenti presentati sollevano il problema di vari tipi di imprecisioni, errori o mancanze di aggiornamento delle informazioni utilizzate e riportate dal piano relativamente alla cartografia di base, allo stato d’uso del suolo, alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali, ad altre informazioni relative allo stato di fatto o ai progetti regionali, e alle classificazioni e ai vincoli di carattere geologico. Mentre per questi ultimi si rinvia al successivo punto 3.10, per tutto il resto si precisa quanto segue.

Il Piano territoriale è stato sviluppato senza attivare nuove ricognizioni analitiche sul campo, ma utilizzando l’insieme delle rilevazioni a vario titolo e da vari soggetti già compiute nel tempo; problematiche di inesattezze o mancanze di aggiornamento per vari tipi di situazioni sono difficilmente evitabili sia per la eterogenea provenienza delle fonti sia per la vastità del territorio interessato.

Nel corso della redazione del Piano è stato realizzato il Mosaico Informatizzato degli Strumenti URbanistici Comunali (MISURC) che tuttavia era ed è fondato, per disposizione regionale sulla considerazione dei soli strumenti urbanistici approvati, con un limite di aggiornamento attuale, variabile da comune a Comune, ma non antecedente al luglio 2003 e con l’utilizzo delle mosaicature informatizzate già realizzate da alcune Comunità Montane.

Ne consegue che problematiche di inesattezza o mancanza di aggiornamento per vari tipi di informazione sono assolutamente da dare per scontate, anche in considerazione della estrema vastità del territorio interessato.

Quel che però è importante precisare è che nella stragrande maggioranza dei casi gli errori o le mancanze di aggiornamento non hanno prodotto conseguenze a livello delle indicazioni dispositive del Piano, e non sono di natura o di estensione tale da deformare anche la semplice lettura del territorio.

In tutti questi casi la Conferenza suggerisce alla Provincia di non apportare le correzioni non significative preliminarmente all’adozione, mantenendo in evidenza le inesattezze rilevate ai fini di un aggiornamento successivo all’ adozione o all’approvazione del Piano.

Viceversa la Conferenza richiede alla Provincia di apportare direttamente, in sede di valutazione delle osservazione formali le correzioni segnalate dai comuni che abbiano effetti sugli aspetti dispositivi del Piano, o che possano ingenerare significative distorsioni nella lettura del territorio.


3. Parere sui temi del Piano aventi portata ed interesse di carattere generale

3.1. Collegamenti infrastrutturali strategici e locali principali

La Conferenza condivide che la Provincia abbia rappresentato in due diverse tavole ( 5.1 e 5.2) la rete infrastrutturale considerata come primaria e le ulteriori connessioni che possono essere proposte ma alle quali non si annette il medesimo livello di significatività. Infatti la mancanza di un preciso quadro di priorità, in un contesto di risorse scarse non può che indebolire gravemente la capacità contrattuale complessiva della Provincia.

Si ribadisce che:

- nella tavola 5.1 sono riportati sinteticamente i tracciati stradali e ferroviari per i quali l’avanzamento tecnico- amministrativo e gli orientamenti programmatici fanno intravedere livelli di concretezza sia pure in tempi diversi;

- la tavola 5.2 riporta, invece, a dimostrazione anche del complesso iter di valutazione che è stato compiuto nella formazione del Piano, le proposte che sono state esaminate e che costituiscono uno scenario di riferimento per possibili sviluppi.

Le osservazioni pervenute non sono tali da indurre a variazioni nella impostazione di questo tematismo di Piano: la Conferenza esprime gli orientamenti e le proposte riportate di seguito nel merito di alcuni collegamenti..

Quanto ai collegamenti strategici indicati nella tavola 5.1. si ribadisce l’indicazione ferroviaria per il traforo della Mesolcina in quanto la mancanza di una breve tratta ferroviaria in funzione in territorio elvetico non pare ostativa all’intervento, né d’altra parte è ipotizzabile che si modifichi l’orientamento generale della Svizzera a favore del trasporto ferroviario.

Si ribadisce poi l’indicazione modale aperta per il traforo del Mortirolo anche se si concorda con una osservazione che valuta come più significativa l’opzione ferroviaria.

Per quanto concerne la ferrovia Tirano - Bormio la Conferenza chiede alla Provincia di prendere in attenta considerazione i problemi aperti sul tracciato ( in particolare a Villa di Tirano, Tirano e Valdisotto ) e di prevedere, in generale, la possibilità di soluzioni alternative in galleria anche per altre tratte caratterizzate da maggiore acclività e/o instabilità del versante.

Quanto ai principali interventi di interesse locale la Conferenza appoggia la richiesta avanzata dagli Enti locali interessati di reintrodurre la previsione di una circonvallazione ad est di Chiavenna con funzione di raccordo tra le statali 36 e 37, e di riesaminare le possibili correzioni al tracciato della statale 36 a Novate Mezzola.

Quanto alla richiesta di previsione del traforo dello Stelvio e di una galleria in corrispondenza dell’abitato dell’Aprica, la Conferenza suggerisce alla Provincia il loro inserimento nella tav. 5.2.

Pertanto, con le precisazioni e gli orientamenti sopra espressi, la Conferenza si esprime favorevolmente sulle proposte di Piano in materia di collegamenti infrastrutturale strategici e locali.

3.2. Captazione delle acque per la produzione idroelettrica

Alcuni dei documenti pervenuti si soffermano sul tema dell’utilizzo delle acque per la produzione idroelettrica con proposte ed accenti diversi ed in alcuni casi contrastanti.

La Conferenza pur non essendo pregiudizialmente contraria allo sfruttamento delle acque, chiede all’Amministrazione Provinciale di adottare nel PTCP ogni misura idonea per una “moratoria” di qualche anno contro le nuove captazioni . Nel contempo auspica una attenta verifica di tutti gli impianti idroelettrici esistenti per accertarne le reali captazioni, le concessioni ed autorizzazioni in atto, i collaudi, il deflusso minimo vitale al fine di tutelare il più possibile le acque superficiali non ancora captate.

Inoltre invita la Provincia ad adoperarsi per razionalizzare le linee elettriche di trasporto e distribuzione per una maggior tutela del territorio e per un risparmio energetico, favorendo, per quanto possibile, l’utilizzo delle energie alternative.

La Conferenza si esprime favorevolmente sulla disciplina di tutela dei corpi idrici delineata nella cartografia del Piano e nell’art. 30 delle Norme di attuazione.

3.3. Elettrodotti

Alcuni Comuni lamentano la mancata rappresentazione nella cartografia di Piano degli accordi di programma in essere per la razionalizzazione delle linee di elettrodotto oppure chiedono una maggiore esplicitazione della tempistica dei lavori. La Conferenza concorda con la metodologia seguita dal Piano non ritenendo possibile che in un Piano territoriale vengano indicati tempi sull’attuazione di lavori di tale natura e ritenendo non opportuna la rappresentazione cartografica di tracciati, ancora indicativi e non sviluppati ad un livello di dettaglio congruente con quello della cartografia di Piano .

3.4. Corridoi ecologici

Alcuni documenti evidenziano possibili incongruenze tra le indicazioni della rete ecologica con la relativa normativa e i vincoli indicati sul territorio nelle tavole numero 6. Ritenendo l’osservazione non infondata la Conferenza invita la Provincia a rendere pienamente congruenti i tre elaborati.

3.5. Servizi per i poli attrattori

Alcuni documenti pongono in evidenza una insufficienza delle indicazioni del Piano per i servizi di livello intercomunale. Mentre appare difficile andare oltre le indicazioni proposte in termini di specifici servizi, va osservato che, in termini generali l’art 9 della legge regionale 12/2005 fornisce uno spunto concreto chiedendo al Piano territoriale di definire i Comuni con caratteristiche di polo attrattore e di prevedere per essi particolari dotazioni. La Conferenza chiede alla Provincia di integrare il Piano sotto questo profilo.

3.6. Parchi locali di interesse sovracomunale

Alcuni Comuni avanzano proposte di costituzione di un Plis. La Conferenza accoglie e trasmette la proposta alla Provincia, invitandola ad estendere eventualmente analoga decisione per quei Comuni che avevano avanzato analoga proposta in occasione delle precedenti consultazioni

3.7. Rifugi e bivacchi e aree sciistiche

Alcune osservazioni chiedono di rendere possibili alcuni interventi in materia di Rifugi e bivacchi e di modificare alcune disposizioni in materia di aree sciistiche. La Conferenza chiede alla Provincia di tenere conto per quanto possibile delle esigenze espresse anche in relazione ai disposti del piano del Paesaggio lombardo.

3.8. Aree di elevata naturalità e riserve

Vengono avanzate due richieste: l’una di estensione delle perimetrazione della riserva del Pian di Spagna, e l’altra di precisazione della normativa e della perimetrazione dell’area di elevata naturalità della Val Grosina e della Val Verva . La Conferenza ritiene le proposte accoglibili e le trasmette a tal fine alla Provincia

3.9. SIC e ZPS

Qualche documento solleva problemi relativamente alla perimetrazione o alla gestione di tali aree di tutela. La Conferenza osserva che tali aree sono regolamentate a monte del campo di azione del Ptcp

3.10. Aspetti geologici del Piano

Il Piano si attiene alle disposizioni della delibera di giunta regionale del 21 dicembre 2001 che individua quali contenuti minimi obbligatori del PTCP sul fondovalle la rappresentazione delle fasce fluviali e sui versanti le aree in dissesto e le valanghe. Le fonti dei dati utilizzati sono il Piano di assetto idrogeologico (PAI) e le banche dati regionali rispettivamente riferite al progetto IFFI 2004 (inventario dei fenomeni franosi italiani – aggiornamento 2004) e al Sistema Informativo Regionale VALanghe.

Gli indirizzi normativi vigenti sul territorio provinciale scaturiscono dagli studi geologici svolti dai singoli comuni secondo le direttive della legge regionale 41/97 e validati a tal fine dalla Regione Lombardia.

La rappresentazione sistematica nel Piano di contenuti geologici più dettagliati e aggiornati costituirà materia per le procedure di intesa tra Provincia, Regione e Autorità di bacino per la condivisione e lo scambio di dati, ai sensi dell’art. 57 del D.Lgs.vo 112/98 e dell’art. 1 comma 11 delle Norme di Attuazione del PAI.

Pertanto la Conferenza esprime su questo aspetto parere favorevole al Piano.

3.11. Aspetti normativi

Relativamente agli aspetti strettamente normativi vengono sollevate dai vari documenti diverse questioni. La Conferenza ha preso in esame le eccezioni formulate principalmente dagli Enti Locali e propone alcune modifiche di seguito esplicitate.

4. Proposte della Conferenza di modifica delle Norme di Attuazione

1) Salvaguardia delle previsioni urbanistiche e delle pianificazioni comunali (art. 2 e seg. N.A.) La Conferenza chiede di modificare l'art. 2 e seguenti delle Norme di Attuazione prevedendo che i PRG vigenti e tutti gli atti di Pianificazione Comunale adottati ed approvati dai rispettivi Consigli Comunali alla data di adozione del PTCP, hanno efficacia prevalente su tutti gli atti del PTCP fatte salve le grandi opere infrastrutturali previste nel piano quali, la viabilità a carattere statale e provinciale, elettrodotti e metanodotti, tutela delle acque e tutte le zone di particolare e rilevante interesse naturalistico e paesistico, cave e le altre opere di rilevante interesse provinciale.

2) Fasce di rispetto in edificabili (artt. 7 e 45 delle N.A.)

La Conferenza, relativamente al prolungamento ferroviario Tirano-Bormio e solo relativamente a questo tratto, chiede di ridurre tali fasce a 25 metri.

3) Aree industriali ed artigianali (artt. 49 e 50 delle N.A.)

Sulle precisazioni delle possibilità di ampliamento delle aree industriali ed artigianali di cui agli artt. 49 e 50 delle Norme di Attuazione, la Conferenza ritiene che venga precisato meglio che l'ampliamento ammesso del 30% si riferisce esclusivamente alle zone produttive previste nel presente PTCP dopo la sua approvazione definitiva.

4) Modifiche al PTCP semplificate

La Conferenza ritiene che vengano previste nelle Norme di Attuazione del PTCP delle modalità semplificate per l'approvazione delle modifiche al PTCP previste all'art. 17 comma 11 e 12 della LR 12/2005. Si propone che nei casi indicati l'approvazione delle modifiche al PTCP sia sufficiente l'approvazione del Consiglio Provinciale a maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio stesso.

5. Parere sulle richieste di carattere specifico e puntuale

Diverse sono state le richieste di modificazioni puntuali delle previsioni o delle indicazioni del Piano con effetti sia sulla normativa che sulle cartografie.

In linea di massima i temi più ricorrenti riguardano varchi inedificabili, aree agricole, fasce di naturalità fluviale, terrazzamenti, corridoi ecologici, nuove aree industriali, aree golf, domini sciabili ecc.

Nel tenere conto della imprescindibile necessità di salvaguardare le finalità strategiche del Piano, la Conferenza esprime un sommario parere positivo di accoglimento delle osservazioni presentate dagli Enti Territoriali, in quanto si ritengono compatibili con gli obiettivi generali del Piano e nel trattamento omogeneo del territorio provinciale.

6. Parere conclusivo

La conferenza dei Sindaci, delle Comunità Montane e degli Enti Gestori delle Aree Regionali Protette esprime parere complessivo favorevole, all’adozione della proposta di Piano territoriale di coordinamento trasmessa dall'Amministrazione Provinciale di Sondrio e chiede al Consiglio Provinciale di adottare le modifiche di cui al punto 4 del presente parere quale parte integrante e sostanziale del PTCP stesso.

Sondrio, 9 settembre 2006

IN DIRITTURA DI ARRIVO

Ora il Piano é certamente in dirittura di arrivo. La Provincia deve valutare il parere della Conferenza, provvedere di conseguenza e poi, previo esame nella Commissione consiliare competente (Territorio) adottare il Piano in Consiglio Provinciale.

Si potrebbe ipotizzare una data, forse anche entro ottobre.

GdS

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