IL GOVERNO HA VARATO IL DDL SUI DICO (DIRITTI DEI CONVIVENTI). VINCONO I DISVALORI

Il comunicato del Governo

Il Consiglio dei Ministri n. 38 dell'8 febbraio 2007 ha varato un disegno di legge sugli ex PACS, ora DICO. Ne pubblichiamo il comunicato ufficiale emesso al termine della seduta:

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:

il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 17,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.

Il Consiglio ha esaminato e approvato, su proposta del Ministro per i diritti e pari opportunità, Barbara Pollastrini, e del Ministro delle politiche della famiglia, Rosy Bindi, un disegno di legge in materia di diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO). Il provvedimento si pone l’obiettivo di tutelare i soggetti più deboli nella convivenza, superando così disparità e disuguaglianza tra cittadini.

Nel rispetto degli art. 2 e 3 della Costituzione (il testo relativo: Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. - Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali) é compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese., il disegno di legge chiarisce e precisa i diritti e i doveri delle persone, anche dello stesso sesso, che hanno dato vita a convivenze stabili, legate da vincoli affettivi, di solidarietà e reciproca assistenza; pertanto le uniche limitazioni sono riferite all’esistenza di vincoli matrimoniali, di parentela (in linea retta), affinità, adozione e simili. Viene inoltre escluso che la legge si applichi a chi coabiti in forza di un rapporto di lavoro.

I diritti riconosciuti e attribuiti dal disegno di legge, e i conseguenti doveri, discendono dalla situazione di convivenza provata mediante certificazione anagrafica, fatta salva la possibilità di provare il contrario.

Alcuni diritti – quali l’assistenza in caso di malattia o ricovero dell’altro convivente, la possibilità di prendere decisioni in materia di assistenza sanitaria o in caso di morte, la riduzione dell’imposizione fiscale in caso di successione testamentaria – sono immediatamente esercitabili; altri diritti – la possibilità di successione legittima, le agevolazioni in materia di lavoro o la possibilità di subentro nel contratto di locazione in caso di morte o di cessazione della convivenza – sono invece legati ad una durata minima, variamente determinata.

Chi già convive potrà, entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, dimostrare che la sua convivenza è iniziata prima, per l’esercizio di quei diritti che presuppongono una durata minima (salvo quelli previdenziali, che comunque saranno definiti in sede di riordino complessivo del sistema).

Fra i doveri, in ambito di una situazione di assistenza e solidarietà materiale e morale, è espressamente previsto l’obbligo di prestare gli alimenti in favore del convivente che versi in stato di bisogno, al termine di una convivenza iniziata da almeno tre anni.

Nel rispetto dell’art. 29 della Costituzione (il testo dell’art. 29. – “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”) e nella linea già tracciata dalla giurisprudenza costituzionale, il disegno di legge non prevede alcun nuovo istituto giuridico o strumento amministrativo che possa ledere i diritti della famiglia o prefigurare istituti paramatrimoniali.

Il testo del disegno di legge sui diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi, sarà pubblicato sul sito del Governo non appena sarà ufficiale.

Il Consiglio ha altresì approvato la dichiarazione dello stato di emergenza per la situazione di grave pericolo che interessa il reticolo idrografico dei torrenti Ferreggiano e Sturla in Liguria. Sono stati prorogati anche gli stati di emergenza nella Regione siciliana per i rifiuti da rottamazione di veicoli e per la bonifica ambientale dei suoli e delle falde inquinati.

La seduta ha avuto termine alle ore 18,25.


"Manifesto" (e colpetti)

Ci sarà tempo per un’analisi dei contenuti del ddl già comunque passato al microsetaccio in TV, sui giornali e via dicendo. Noi ci fermiamo al dato di fondo che è molto chiaro e lo ha messo benissimo in evidenza giovedì sera la giornalista di Liberazione intervenuta alla trasmissione di Bruno Vespa. Richiesta dal conduttore di una valutazione del provvedimento licenziato dal Governo la sua risposta è stata duplice. Nel merito, ha detto, mi aspettavo di più. Delusa quindi. Il provvedimento però ha un valore enorme in sé come “manifesto” che rompe un muro. Il vero punto è questo. Il successo, indubitabilmente, è di chi voleva i PACS perché hanno avuto la vittoria di principio. Il Ministro Pollastrini ha portato quindi a casa il risultato più significativo lasciando al Ministro Bindi quelle che paradossalmente conta meno, e cioè le norme vere e proprie che poi saranno già cambiate nell’iter parlamentare ma soprattutto negli anni a venire, colpetto per volta. Com’era successo per il Ministro Mussi in Europa a proposito delle staminali. Cattolici, e chi la pensa nello stesso modo anche se laico, sempre in difesa con il contentino di qualche risultato parziale dopo che i buoi sono usciti dalla stalla o che si sono create le condizioni perché possano uscirne domani. Magari con un altro colpetto e un altro e un altro ancora…

La nostra proposta

Noi avevamo scritto tempo fa, e poi riscritto, quale avrebbe potuto essere la strada per una soluzione dei problemi reali obiettivamente esistenti, Codice civile alla mano. Avevamo però escluso qualsiasi applicazione per coppie di sesso diverso per la elementare considerazione che ci sono per loro già due Istituti, il matrimonio e il divorzio. Non si vede perché bisogna introdurre un altro rapporto. “Ma se non vogliono sposarsi?” Affari loro, restino così. Perché bisogna star dietro ai loro comodi? “Ma se non possono sposarsi?” Potrebbe succedere qualche raro caso. Avevamo dato risposta anche a una situazione di questo tipo: il magistrato che si occupa di divorzi si potrebbe occupare anche di un’autorizzazione in deroga avuta dimostrazione del caso particolarissimo.

C’è già una tendenza a convivere oggi che non ci sono vantaggi a farlo, salvo quello di non avere doveri. Con i DICO la tendenza sarà rafforzata e maggiormente insidiata la famiglia. Si risparmieranno i soldi di un matrimonio la cui celebrazione oggi rischia di richiedere l’accensione di un mutuo. Si sarà liberi di piantare baracca e burattini senza formalità.

Aspetti singolari

Ci saranno poi vantaggi mica da ridere. Si dice che dovranno passare anni. Non è vero perché c’è una efficacia retroattiva risultando sufficiente dichiarare di avere in corso la convivenza da tot anni, dimostrandolo magari con testimonianza non smentibili. E, nonostante le due donne-Ministro in TV lo negassero ci sono diritti che ora vengono riconosciuti che in un certo vanno a scapito delle famiglie. Valga l’esempio dell’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, la cui disponibilità è sempre largamente inferiore alla ricerca. Se un alloggio viene assegnato a una coppia di fatto è un alloggio in meno per le famiglie regolari. Eccetera.

Nel testo così come varato ci sono poi anche due aspetti singolari.

1) Il primo che uno/a dei due può piantare tutto quando vuole alla faccia delle tutele che si vogliono introdurre. Per fare un solo esempio citeremo la legge svizzera che per lo scioglimento di una convivenza prevede una procedura quasi simile al divorzio.-

2) Se il testo del ddl passerà così com’è nulla vieterà che ci possa essere una unione anagrafica multipla perché da nessuna parte c’è scritto che il signor Scarpasacchi debba avere il legame e la convivenza solo con il signor Calzaborse, potendo aggiungere come partner affettivo anche il signor, o la signora, Prendingiro.

La sostanza é "che si é rotto un muro", importanza enorme

Non sono comunque questi gli aspetti di sostanza. La sostanza è, come detto all’inizio dalla giornalista di Liberazione, che si è “finalmente” rotto un muro, importanza enorme.

E’ vero, come si è detto, che l’Italia è uno degli ultimi Paesi a darsi una legge in materia. E allora?

La Svezia

Abbiamo esempi luminosi. Facciamo il caso della Svezia che autorizza l’adozione di bambini anche alle coppie omosessuali. Con una particolarità: solo per bambini non svedesi. E qui si tocca veramente il fondo.

Come andrà a finire?

Comunque vada a finire, c’è solo da prendere atto di un ulteriore arretramento dei valori tradizionali. Dopo la tragedia di catania tutti a interrogarsi perché tanti minorenni nella piazza violenta. Dopo i vari episodi pedo-pornografici fra coetanei nelle scuole tutti a domandarsi sul perché. In tanti a individuare le cause nella caduta di valori, nell'emergere dei disvalori. Cattolici e laici a individuare nella famiglia il primo presidio. Offrire un'alternativa ufficiale alla famiglia a una coppia eterosessuale va nella direzione opposta. E' un disvalore.

In compenso però siamo particolarmente attenti ai valori di quelli che arrivano da lontano, Corano alla mano.

C’è solo da confidare in Giambattista Vico, quello dei corsi e ricorsi. Ma anche che siano, che siamo, in tanti, cattolici e laici, a non cedere sul piano dei valori.

GdS

PS Il giornale é ovviamente aperto ad ogni contributo, anche a quelli in polemica con il direttore o comunque con il giornale

GdS
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