NOBEL: LO SCANDALO RAZZISTA DELL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE SVEDESE (anticipazione)

Lo scippo all'italiano Nicola Cabibbo, una discriminazione che continua. Piccoli uomini (molto piccoli) per un grande Premio. Il 10 dicembre si onori il nostro scienziato! --- Staffetta monca - Mezzo Premio Nobel - Reazioni autorevoli e competenti - Pe

Staffetta monca

L'attribuzione del Nobel per la Fisica di quest'anno è avvenuta con una logica particolare e cioè come se alle recenti Olimpiadi la Giamaica, vincitrice della staffetta 4x100 con tanto di record mondiale fosse salita sul podio con Carter, Frater, Powell mentre il quarto, Usain Bolt, il vero fenomeno della velocità con l'oro e il record nei 100 e nei 200 osservava la scena della premiazione dalla tribuna.

Mezzo Premio Nobel (5 milioni di corone svedesi, pari a 516.529 €uro), al giapponese naturalizzato statunitense Yoichiro Nambu e mezzo ai ai giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa. Uno scandalo internazionale. Perché razzista lo vedremo in chiusura. Il Bolt della situazione è il fisico italiano Nicola Cabibbo che nella motivazione del Premio ai giapponesi è stato sì nominato - lui il padre delle scoperte - ben sette volte, ma là dove andava scritto il nome dei premiati "si sono dimenticati", a ragion veduta, di scriverlo.

Reazioni autorevoli e competenti

Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il fisico Luciano Maiani:

"Il lavoro di Cabibbo ha rappresentato una svolta storica per l'Europa. Siamo tutti dispiaciuti, me incluso, che il Nobel non gli sia stato riconosciuto".

Presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Roberto Petronzio:

Non posso nascondere che questa particolare attribuzione mi riempie di amarezza.. Kobayashi e Maskawa hanno come unico merito la generalizzazione, PERALTRO SEMPLICE, di un'idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo che, in modo autonomo e pionieristico, ha compreso il meccanismo del fenomeno del mescolamento dei quark, poi facilmente generalizzato dai due fisici premiati".

Direttore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Roma La Sapienza, Giancarlo Rocco:

"In pratica, si è trattato di uno scippo. Anzi, un doppio scippo: per il, le ricerche di Cabibbo e di Jona-Lasinio" - altro italiano in corsa, ndr - "sono indissolubilmente legate a quelle dei vincitori. Spiacevole constatare che questi importanti contributi di ricercatori italiani - sottolineati anche nelle motivazioni dell'Accademia - nella presente circostanza non abbiano ricevuto il meritato riconoscimento. D'altro canto non dobbiamo dimenticare che in passato un altro italiano è stato escluso dal comitato dell'Accademia Svedese delle Scienze. É accaduto nel 1979 e anche allora si trattava di fisica delle particelle".

Presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Enzo Boschi, fisico:

"Il Premio Nobel per la fisica andava assegnato solo ed esclusivamente a Nicola Cabibbo, che nel 1963 ha aperto il più grande filone della fisica moderna. Nicola Cabibbo é in assoluto uno dei più grandi fisici teorici. I tre scienziati giapponesi, Makoto Kobayashi, Toshihide Maskawa e Yoichiro Nambu, si sono semplicemente limitati a estendere la teoria di Cabibbo, un risultato importante, ma un banale dettaglio se confrontato con quanto aveva fatto Cabibbo. Probabilmente

é la più grande ingiustizia che l'Accademia Svedese delle Scienze abbia mai fatto in tutta la sua storia". Vedremo più avanti che non è così. Ce n'è un'altra clamorosa nel 2003.

Perché? Lo chiede il New Scientist, lo chiedono tutti

Un autorevole settimanale britannico, il New Scientist, parla di "una decisione che ha già suscitato controversie" e si domanda perché sia stato snobbato Cabibbo. Nessuno, però, ha la risposta.

Non è così.

Noi la risposta l'abbiamo.

La biografia

Traiamo da Wikipedia la biografia del nostro scienziato.

Nicola Cabibbo (Roma, 10 aprile 1935) è un fisico italiano noto per l'introduzione nella fisica delle particelle dell'angolo di Cabibbo. I suoi studi sull'interazione debole, nati per spiegare il comportamento delle particelle strane, hanno permesso, grazie all'ampliamento dell'idea originaria da lui proposta nel 1963, di formulare l'ipotesi dell'esistenza di almeno tre famiglie di quark. Questa ipotesi fu utilizzata per spiegare, grazie all'introduzione della Matrice CKM (x), la violazione della simmetria CP. Attualmente è professore ordinario di fisica delle particelle elementari all'Università la Sapienza di Roma, città in cui vive e conduce le sue ricerche che attualmente sono focalizzate sullo studio della QCD su reticolo e sulla progettazione di array di computer, nell'ambito del progetto APEnext, in grado di eseguire i calcoli richiesti dalla teoria.

(x) matrice 'Ckm' (Cabibbo-Kobayachi-Maskawa), nel Modello Standard della fisica delle particelle é una matrice unitaria che contiene informazioni sulla forza del 'flavour changing weak decays'. Essa é importante nella comprensione delle violazioni Cp, ovvero della più piccola violazione di una simmetria fisica nota in natura, e come tale rappresenta uno dei campi di ricerca più attivi nella fisica delle particelle elementari. Siamo in fondo al tubo, siamo in zona Big Bang, alle ragioni della formazione dell'universo.

Ecco la ragione dello scippo

Fin qui nulla di particolare, anzi la sottolineatura della Matrice CKM, quella che avrebbe dovuto, prima degli altri, fargli attribuire il Nobel.

La risposta al perché sia stato snobbato Cabibbo, abbiamo detto, l'abbiamo. C'è nelle ultime tre righe di Wikipedia:

"Nella sua qualità di PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE, l'istituzione che ha compito di consigliare il pontefice cattolico su tutte le tematiche scientifiche, è intervenuto in diverse occasioni nei dibattiti etici e in quelli sul rapporto fra fede e scienza.

Nel 2003 snobbato Papa Wojtyla

Nel 2003 Nobel per la pace all'iraniana Shirin Ebadi "per il suo impegno per la democrazia e i diritti umani. Si è concentrata soprattutto nella lotta per i diritti delle donne e dei bambini". Già tanto, pur concordando, l'assegnazione nel 2007 del Premio Internazionale Vittorino Colombo della omonima Fondazione ma il Nobel è parso a chiunque nel mondo decisamente eccessivo considerando il suo curriculum, prima ma anche dopo il premio.

Scrivevamo (18 X 03) una settimana dopo il conferimento del Premio e dopo avere illustrato l'attività di papa Wojtyla per la pace:

Nobel per la pace 2003

"Pochi giorni fa la Reale Accademia di Svezia ha assegnato il Premio Nobel per la Pace. Non a Giovanni Paolo II, come da larga attesa ma alla dr.ssa iraniana, scrittrice ed ex giudice, Shirin Ebadi. 56 anni, attiva nel campo dei diritti umani e della lotta per democrazia, e per i diritti dei bambini e delle donne,

Con tutto il rispetto per lei, per la sua meritoria attività, per il suo impegno civile in situazione difficile, é apparsa chiara a gran parte dei commentatori la grande sproporzione tra le due figure, in particolare oltre che per l'intensità anche per l'ambito di attività, limitata quella della premiata, universale quella del non prescelto che, fra le altre cose, ha il merito di aver evitato che la guerra di potere (Irak) divenisse sciaguratamente guerra di religione con nefaste conseguenze in tutto il mondo e chissà per quanto tempo.

Potremmo scrivere quello che pensiamo, quello che alcuni hanno detto, con persino settori musulmani critici, sulla combinazione di due fattori fortemente influenti lassù al nord d'Europa: d'un lato un habitus mentale da "Riforma" con un persistente "fastidio" nei confronti del Cattolicesimo, dall'altro quello stesso spirito laicista-illuministico che, negando l'evidenza storica, ha evitato di inserire nella bozza di Costituzione europea il richiamo al Cristianesimo. Preferiamo riportare un lapidario, ma oltremodo significativo nella sua sintesi, commento.

Un Papa che non ha bisogno di un premio terreno

Sarebbe stato infatti il Premio Nobel, e non l'inverso, a guadagnarci avendo nel suo albo d'oro, dove guarda caso figura il Dalai Lama, Giovanni Paolo II la cui figura non esce affatto menomata dalla scelta fatta.

Riportiamo dunque questo commento splendido, di Alberto Negri, a pagina sei de "Il Sole - 24 Ore" di sabato 11 ottobre:

"Il Nobel per la pace a Shirin Ebadi é certamente una sorpresa. Per alcuni imbarazzante. Certo non per i cattolici o il Papa la cui sofferenza é ogni giorno una visibile testimonianza che non ha bisogno di un premio terreno".

E il 1 aprile 2005, dopo la scomparsa, scrivevamo ancora:

"Grande nella storia.

Tanto grande da rendere piccola, anzi minuscola, l'Accademia delle Scienze di Svezia per avergli preferito per il Nobel della Pace - siamo al nord e nello spirito della Riforma - prima una diligente pur, in questa diligenza, meritevole iraniana e poi una diligente africana.

La Chiesa lo farà santo. I fedeli però lo hanno già beatificato".

Come dare il Nobel al Presidente della Pontificia Commissione delle Scienze? Giammai!

La freddezza, al minimo, se non addirittura l'ostilità di un certo Nord europeo nei confronti di tutto quello che sa di cattolico è nota. Qualcuno ha anche ricordato "la freddezza con cui i Paesi scandinavi hanno sempre accolto le visite, per altro poche, del Papa". Le radici cristiane dell'Europa sono state negate. La Costituzione europea, grazie al Nord europeo, ha fatto come gli struzzi non vedendole, non inserendole, ma le radici che sono storia e non pregiudizio sono lì a documentare la loro esistenza.

Razzismo

E allora quello della Reale Accademia di Svezia ha un solo nome: razzismo. Onorati ripetutamente gli ebrei, onorati i musulmani, onorato il Dalai Lama, ma i cattolici non hanno diritto di cittadinanza e se premio tocca agli italiani alla larga da ipotesi di questo tipo. Anzi, magari l'opposto...

Piccoli uomini al servizio di un grande Premio intitolato all'inventore della dinamite.

Il 10 dicembre

Il 10 dicembre il Re di Svezia consegnerà il Premio alla staffetta monca del suo più importante personaggio.

Il 10 dicembre, alla stessa ora, o al Quirinale o a Palazzo Chigi venga invitato il prof. Nicola Cabibbo e gli si consegni a nome di tutti gli italiani e anche di quelli degli altri cui non è andata giù la discriminazione un semplicissimo diploma con una sola scritta: grazie professore.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali