PROVINCIA: PER LEGGE CONDANNATA A MORTE. MA NON E' ANCORA FINITA. APPELLO AL COMUNE (quasi ex) CAPOLUOGO. DUE PROPOSTE. A MALI ESTREMI ESTREMI RIMEDI PER SCONGIURARE IL DISASTRO DELLA SUDDITANZA 2012.agosto.10.5

Norme chiarissime. Una per tutte: la "Riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio". Via da Sondrio la Prefettura, via la Questura, via tutti gli Uffici periferici dello Stato. Resteranno un ufficio distaccato (art. 10), un commissariato, u

Al Presidente del Consiglio Comunale cons. Eugenio Bordoni

Al Vicepresidente del Consiglio Comunale cons. Ivan Munarini

presidenteconsigliocomunale@comune.sondrio.it

e, p.c.

A E.S. Pier Paolo Frate Presidente Consiglio Provinciale, E.S. Massimo Sertori Presidente Provincia

A quanti di interesse

Egregio Signor Presidente

Pochi minuti fa il Parlamento ha definitivamente approvato la legge che cancella dopo 197 anni la nostra Provincia e che, per conseguenza, facendo perdere a Sondrio il ruolo di capoluogo é destinata a pesanti conseguenze per la città e per il Comune.

Ci può essere ancora qualcosa da fare ma occorre che scenda in campo anche il Comune.

Due proposte le avanzo, da ex Sindaco e prescindendo da ogni posizione politica. Proposte tali da lasciare aperto uno spiraglio per il mantenimento della nostra Provincia

In allegato memorie ecc.

Grazie Frizziero


Al Presidente del Consiglio Comunale cons. Eugenio Bordoni

Al Vicepresidente del Consiglio Comunale cons. Ivan Munarini

presidenteconsigliocomunale@comune.sondrio.it

e, p.c.

A E.S. Pier Paolo Frate Presidente Consiglio Provinciale, E.S. Massimo Sertori Presidente Provincia

A quanti di interesse

Egregio Signor Presidente

Pochi minuti fa il Parlamento ha definitivamente approvato la legge che, coerentemente con il linguaggio di un certo mondo economico-finanziario, ha avuto un titolo in lingua inglese. Forse chi ci governa non é informato che se non tutti nel nostro Paese conoscono l'inglese al contrario l'italiano lo capiscono benissimo. Perfino i senza laurea.

E' nota la scelta di legare "il riordino" delle Province a due dati, estensione e popolazione. La statistica applicata all'ordinamento. Le Istituzioni modificate non in seguito ad un processo alimentato dalla cultura e sorretto da dati probanti, ma affidate alla lotteria dei numeri.

Con l'approvazione odierna e la successiva promulgazione cala il sipario su Palazzo Muzio. Il De Profundis per una Istituzione istituita 197 anni fa per le stesse ragioni per cui avrebbe un senso ancora oggi. La Valle ha reagito unitariamente e con larga partecipazione popolare ma anche la specificità d'un territorio interamente montano, la metà sopra ai 2000 metri di quota, ha dovuto cedere alla lotteria dei numeri.

Oggi, rebus sic stantibus, non ci sarebbe che da preparare il catafalco ben sapendo che per la Valle sarà un disastro. Ogni persona minimamente responsabile si può facilmente rendere conto delle conseguenze indipendentemente da quale potrebbe essere l'esito del "riordino", sia che si venga assorbiti - di fatto é così - da Como che da Lecco o da altri ancora per avere domani nel Consiglio Provinciale, che sia di Como, di lecce, di altri, un paio di consglieri provinciali in tutto a rappresentare Valtellina e Valchiavenna.

La Provincia

La Provincia si é mossa, con un impegno corale, in tutte le direzioni possibili. Può scontare una debolezza intrinseca legata ad essere parte in causa nonostante la piena attendibilità delle ragioni portate a sostegno della permanenza, sostanzialmente legate alla geografia dei luoghi, all'orografia, alla realtà antropica.

Qui entra in gioco il Comune di Sondrio, interessatissimo in quanto capoluogo oggi ed ex capoluogo domani.

Il Comune di Sondrio

Non é la cosa più importante ma a suo modo risulta significativa la riduzione dei consiglieri comunali dagli attuali 40 a 16, come Morbegno. Questo perchè l'essere capoluogo voleva dire entrare nella fascia delle città con più di 100.000 abitanti. Non é una cosa simbolica. Alla condizione di capoluogo sono legate una serie di altre peculiarità destinate, in tempo non lungo, a liquefarsi, specie visto quello che prevede, e come, la recente legge sullo sviluppo. L'impoverimento della città rientra nel quadro delle realtà possibili, anzi probabili.

Il Comune, può quindi giocare un ruolo nel quadro ovviamente delle dovute intese istituzionali e politiche in quanto, sia pure ancora per poco, capoluogo. Come, lo dirò più avanti con una premessa.

A che titolo

Certo, si può chiedere a che titolo, senza averne, nasce questa mia personale iniziativa, come se gli amministratori avessero bisogno che arrivi qualcuno a illuminarli. Non é questa la logica. Chi sta scrivendo questa nota tiene alla sua città in un modo del tutto particolare che viene dall'aver passato in Comune 21 anni, 10 dei quali da Sindaco, anni che contano e pesano come penso sia per i colleghi Bianca, Alcide, Flaminio e come peserebbero, fosse con noi, anche a Primo Buzzetti. Chiamiamolo un Ligari d'argento del tutto particolare per una Provincia che deve restare. E quindi un portato dell'esperienza, - per quanto riguarda chi scrive di 20 incarichi pubblici alle spalle fra qui, Milano e Roma -.

Formalmete potremmo richiamare lo Statuto comunale. Titolo III, Capo II, art. 45 ma l'argomento non é da valutazione amministrativa bensì di carattere strategico. Siamo, lo sappiamo tutti, a un punto di non ritorno.

La proposta

Una proposta da intendersi come ipotesi di lavoro il cui punto di partenza é il ruolo di Comune capoluogo che sta per essere perduto con conseguenze che i più non valutano, neppure coloro che nel giro di non molto tempo saranno costretti a cambiare sede di lavoro e non all'interno della città.

Pur avendo seguito da vicino il dibattito istituzionale e avendo al riguardo dato numerosi contributi, non ho presente interventi sull'argomento dei Comuni-capoluogo neppure di alcuni in situazione come Sondrio, che. perdendo la Provincia. nei giro di pochissimi anni subiranno un ridimensionamento consistente della presenza dello Stato (in alcuni casi giustificato, in altri no). La proposta é dunque quella di una discesa in campo, a sé, in logica diversa rispetto alla mobilitazione generale di tempo fa e che dovrebbe avere come fine proprio quello di porre i problemi di fondo che non sono affatto strumentali di una Provincia che vuole sopravvivere ma sono concretamente e problematicamente reali.

La discesa in campo ma per fare cosa?

Una sola ipotesi: restare. Non ce ne sono, non ce ne possono essere altre.

Come ho già avuto modo di scrivere ritengo che sia molto pericoloso discutere se é meglio andare con X o con Y. Non si dovrebbe neppure minimamente entrare in queste discussioni. Abbiamo sul piano della logica, della cultura, della geografia e via dicendo centomila ragioni per sostenere che per noi non ci può essere alternativa al mantenimento, Ora infatti a occuparsi del 'riordino' é il CAL Lombardia che poi rimetterà le sue proposte a Roma dove si deve conclusivamente legiferare. E' abbhastanza facile dimostrare al CAL, e al CAL dimostrare in sede romana, che abbiamo una situazione unica in Italia. In quella sede può intervenire la deroga.

Probabilità che a Roma la capiscano poche ma non zero.

In alternativa se ci mettiamo già noi a entrare nella logica di quello che non sarebbe un matrimonio ma una sudditanza la fritatta é fatta.

La Provincia ha il ruolo istituzionale da svolgere, anche per la guida dell'UPI regionale. Il Comune capoluogo può avere uno spazio suo autonomo, ovviamente nell'intesa generale - di qui la scelta di rivolgere questa proposta alla Presidenza del Consiglio Comunale - ma soprattutto con un forte supporto di argomenti (allego la mia nota ai 47 deputati della Commissione della Camera. Un modesto contributo di conoscenza. E non é vero che non servano. Quando si dibatteva, a Sondrio ma anche a Roma, il tema della soppressione del BIM il corposo dossier che allora ho preparato non solo ha fatto, per richieste, il giro d'Italia ha soprattutto ha messo a tacere prefiche romane prima assai garrule nelle loro leggende metropolitane anti-BIM ma sconfitte dalla eloquenza degli argomenti.

Consiglio Provinciale "valtellinese"

La seconda proposta é principalmente diretta alla Provincia. Il "nostro" Consiglio provinciale, comunque vadano le cose!!!

In calce l'allegato pubblicato sul mio giornale ( www.gazzettadisondrio.it )

Il paradosso delle Comunità Montane

Molti Comuni oggi ancora capoluogo seppur per poco hanno intravisto un ruolo accresciuto, ritenendosi in ragione di importanza antropica ed economica, futuro riferimento dei Comuni. I conti senza l'oste. Sbagliano ma affar loro, noi guardiamo alla nostra realtà. Con il capoluogo, e con lui via via Prefettura, Questura, Uffici e Comandi vari ecc. volato a Lecco o Como o Belluno - e perché no? - in Valtellina restano come riferimento per i Comuni le loro Comunità Montane che dovevano essere soppresse, che languiscono dove non ci sono i soldi BIM, ma che ci sono ancora.

Sondrio a sé con tutti i sintomi dell'anoressia.

Può darsi che la presenti resti una pura e semplice esercitazione intellettuale, Quanto sopra comunque per dovere di coscienza civica consegno alla Presidenza del Consiglio Comunale con preghiera di inoltro ai capigruppo consiliari. Seguono:

Nota inviata ai parlamentari della competente Commissione della Camera.

Proposta per la Provincia

Grazie

Alberto Frizziero, 7 agosto 2012

Primo allegato (nota inviata a Roma e pubblicata su www.gazzettadisondrio.it

SOPPRESSIONE PROVINCIA: AI 47 DEPUTATI DELLA COMMISSIONE CHE DISCUTE IL TEMA UNA NOSTRA SINGOLARE LETTERA APERTA 2012.4.30.44

Comincia così: "Innanzitutto una personale presentazione: Ho una sola auto blu, purtroppo da qualche mese ferma in garage e non per via della veneranda età da reperto archeologico - curata bene nel tempo si difende ancora - bensì per via del fatto che chi faceva anche da autista è andato in pensione. Ho, è vero, qualche spesa di rappresentanza. Purtroppo nello scorso anno 2111 abbiamo avuto degli imprevisti per cui abbiamo dovuto destinare a questa voce 2791,50 €uro compresi gli 80 €uro della corona di alloro per il IV novembre ..."

Il Presidente Sertori ha scritto al Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera. La risposta ha avuto il solito stampo burocratico con il che Sertori ha dichiarato che ora ci vorranno iniziative, cominciando a consegnare al Prefetto le firme raccolte, come testimonianza chiarissima che non c'è una posizione corporativa, un discorso di poltrone, una resistenza al cambiamento ma ci sono ragioni per mantenere la Provincia di Sondrio, interamente montana e con caratteristiche uniche nel panorama nazionale, così com'è.

Riteniamo che tutti, nei diversi settori della vita civile, dopo avere contribuito con l'adesione, l'appoggio, la raccolta di firme riprendano il tema e facciano quel che possono per far capire a Roma la realtà della situazione.

Come giornale abbiamo deciso anche noi di fare, in piccolo, la nostra parte scrivendo, uno per uno, ai 42 deputati membri della Commissione che sta esaminando le proposte di legge al riguardo oltre che al Presidente, ai due Vicepresidenti e ai due segretari. Abbiamo fatto parlare in prima persona la Provincia, 207 anni di età, che si è, dopo l'esposizione delle ragioni, dichiarata innocente e quindi da non essere condannata come invece toccò a Pietro Tascal.

LA LETTERA APERTA INVIATA A ROMA

Province: il caso. Niente auto blu, nel 2011 spese per rappresentanza pari a 2791,50 €uro, una specie di paria, insomma, quella che, onorevole, Le invia questa lettera aperta

( da gazzettadisondrio@email.it )

Egregio onorevole, La prego di dare un minimo di attenzione a questa attestazione di stima, inusuale in questi tempi - (x) in calce le ragioni - nei confronti Suoi e dei colleghi della Commissione Affari Costituzionali.

Innanzitutto una personale presentazione:

Ho una sola auto blu, purtroppo da qualche mese ferma in garage e non per via della veneranda età da reperto archeologico - curata bene nel tempo si difende ancora - bensì per via del fatto che chi faceva anche da autista è andato in pensione.

Ho, è vero, qualche spesa di rappresentanza. Purtroppo nello scorso anno 2111 abbiamo avuto degli imprevisti per cui abbiamo dovuto destinare a questa voce 2791,50 €uro (diconsi duemilasettecentonovantuno virgola 50 €uro), analiticamente dettagliati, compresi gli 80 €uro della corona di alloro per il IV novembre.

Abbiamo anche - pensi! - deciso, nel chiedere allo Stato i soldi per rinnovare parte della strada dello Stelvio che ha quasi due secoli di vita, di mettercene dei nostri, e tanti nonostante sia opera dello Stato. Sa, veniamo da lontano, siamo molto tradizionalisti all'insegna 'dell'aiutati che il ciel t'aiuta', 'del fare il passo secondo la gamba', e molto conservatori per una tradizione di buona amministrazione che chi ha a che fare con le asprezze della vita in montagna ben conosce.

Sono nata molto tempo fa, 207 anni or sono. Allora, nell'anno Domini 1805, non mi chiamavo Provincia - così sono stata chiamata all'inizio del Regno d'Italia, nel 1859 - ma Dipartimento dell'Adda, capoluogo Sondrio che allora aveva la bellezza di 3.515 (tremilacinquecentoquindici) abitanti cresciuti, essendo capoluogo, fino a 6.284 al primo censimento, quello del 1861 e a ben 8.862 nel censimento di 50 anni dopo.

VI CHIEDO LA PRIMA RIFLESSIONE. L'avere scelto un'entità demografica così modesta, mantenutasi nel tempo, doveva avere ben una ragione, E LA HA TUTTORA: IL MIO TERRITORIO e i miei collegamenti, ovvero 2012 passi alpini. Questo territorio si sviluppa infatti su un arco di Alpi di 200 km, con quasi la metà dei suoi 3212 kmq sopra i 2000 metri di quota e fino ai 4050 del Bernina con collegamenti a saliscendi: cinque passi alpini per la Svizzera (Spluga a quota 2115, Maloia 1815, Forcola 2315, Bernina 2323, Santa Maria Umbrail 2503), quattro passi alpini per scavalcare le Orobie verso Brescia e Bergamo: Gavia 2621, Mortirolo 1852, Aprica 1175, San Marco 1991), un passo per raggiungere l'Alto Adige, lo Stelvio a 2758 metri, due passi (Foscagno 2291 e Eira 2208) per raggiungere il Comune di Livigno posto al di là dello spartiacque. Un solo varco aperto a fondo valle, verso il Lario, utilizzando la Strada Statale 38 di austriaca memoria (anni '20 di due secoli fa).

Sono ricchissima di acque che generosamente offro quotidianamente alla comunità nazionale.

Non mi riferisco alla ben nota Levissima, con Bernina e Frisia. Mi riferisco al lavoro che le mie acque fanno in una cinquantina di centrali e in una serie di altre centraline. Tra i 5 e i 6 miliardi di kWh, quasi tutti pregiati perchè da una trentina di impianti a bacino. Grandi dighe per laghi artificiali che possono contenere l'acqua che serve ai fabbisogni di Milano per alcuni anni. Qui se ne consumano solo una parte modesta. Quasi tutti, tramite una selva di elettrodotti, vanno a finire infatti all'Italia.

Le mie acque dunque un bel tesoro per il Paese. Di rimaste libere da dighe, traverse, prese, per me, per noi ne restano poche. E pensare che nella sola Valtellina, senza contare la Valchiavenna, ho il quarto fiume d'Italia, l'Adda, che scorre in Valle per 125 km ricevendo qualcosa come 45 affluenti lato Alpi Retiche e 60 lato Prealpi Orobie. In totale i miei corsi d'acqua sono una volta e mezza il Po, con i loro 1533,565 km. Per dare ancora un'altra idea sintomatica la destinazione di queste mie acque: la maggior parte va a finire nel Po e quindi nell'Adriatico, altra va nel Mare del Nord e altra ancora nel Mar Nero. Una bella carta d'identità per il mio territorio, no? Un territorio che va governato e, se Dio vuole, non è che i miei valtellinesi lo abbiano massacrato.

Mi limito nella esposizione delle mie caratteristiche dando solo qualche campione.

La pianificazione, sia quella generale che quelle specifiche, come, ad esempio, il Piano Cave o gli aspetti ambientali, importantissimi. Decisioni a Milano o, nell'ultima versione a Como, raggiungibile da Sondrio nel tempo che da Milano si va oltre Genova. Peggio sta l'eventuale consigliere di Bormio e Alta Valle: per arrivare in Consiglio Provinciale ci metterebbe il tempo che ci vuole per arrivare da Milano a Firenze). Problema non insolubile. Una soluzione infatti ci sarebbe solo se si riuscisse ad assumere come consulente per questi problemi Mandrake. Forse lui ci riuscirebbe, anche se non è detto. Neanche Mandrake potrebbe aiutare l'eventuale consigliere residente a Livigno: sette ore di viaggio per andare alle sedute del Consiglio Provinciale e tornarsene a casa.

I miei Comuni. Sono settantotto, veninove dei quali sotto i mille abitanti. Nella sola Valchiavenna, nei tredici Comuni per 22.000 abitanti, ci sono 107 fra frazioni e contrade. In montagna gli abitati sparsi sono diffusi con problematiche che può capirle solo chi vive qui. I dati recentissimi del censimento, altro esempio, indicano Pedesina con i suoi 30 abitanti il Comune più piccolo d'Italia. Ci sono realtà che vanno oltre i dati crudi. 30 i residenti ma poi ci sono le case di chi è sceso a valle, risiede ora in basso, ma continua a salire e non solo per le ferie o nei week-end, e ci sono le seconde case di chi se ne va dalle città ove lavora per andarsi a godere un po' di pace. 30 abitanti ma un territorio oltre i 1000 metri di quota da presidiare, certo, magari accorpando le funzioni con quelli contermini.

Via la Provincia sottoscritta, o comunque via le mie funzioni.

Una simulazione l'ho fatta per vedere a chi, e cosa, lasciare in eredità. Al Comune di Sondrio andrebbero i sistemi museale e bibliotecario. Ai Comuni ove sono localizzate andrebbero le Scuole. Stop. Le condizioni di Valtellina e Valchiavenna sono tali per cui tutto il resto delle competenze dovrebbe andare a Milano. Con tutto il rispetto della Regione e dei suoi funzionari il metro di giudizio non può che essere diverso. Là domina la cultura metropolitana. Qui da me quella montana, tutt'affatto diversa. L'ottica con cui guardo i miei, i nostri problemi, è ben distante, obiettivamente distante, da come li si vede nella e dalla metropoli. Forzatamente. Un problema di Livigno visto dal Pirellone o dal nuovo grattacielo, è visto da quasi 250 km di distanza, da circa 200 quelli dell'intero comprensorio bormiese. In auto, partendo alla stessa ora dallo stesso punto di Milano, il sign. Bianchi arriva a Livigno quando il sign. Rossi ha superato almeno da un'ora Genova, e il sign. Verdi sta arrivando a Trieste mentre il sign. Neri nel frattempo è arrivato a vedere la cupola di San Pietro. In auto. Se poi si va per mezzi pubblici è ancora peggio.

Un'ultima considerazione: che ci fanno ancora la mie 15 sorelle, con illustri nozze da tempo annunciate? Fiori d'arancio con i grandi Comuni capoluogo e un allargamento vivace con i Comuni dell'hinterland, un futuro brillante da magniloquente "città metropolitana".

Voi, in Parlamento avete scelto da tempo: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. Le Regioni hanno aggiunto le loro: Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Trieste. Perchè tenere queste mie 15 sorelle in trepida attesa di questo sposalizio, di questa luna di miele che sta diventando invece un miraggio? Perchè non vi fanno gola i tanti denari che l'agognato rito matrimoniale porterebbe nelle disastrate casse di uno Stato che, volendo eliminare me e sorelle, o toglierci quello che stiamo ora facendo, i denari li vedrebbe non entrare ma uscire? Vi siete dimenticati della scadenza del 21 maggio 2012 in base a quel che diceva l'articolo 23 della legge 42/2009 con l'obbligo per il Governo di adottare un decreto legislativo per l'istituzione delle città metropolitane (con il che sparirebbero quelle 15 Province, le più grosse e costose)?.

Perchè, sia consentito, non venire trovarmi per vedere in concreto come sono e come sarebbero le cose se le Province venissero prima svuotate e poi magari soppresse? O quantomeno cosa succederebbe qui, sostanzialmente essendo io unica in Italia ad essere interamente montana e distesa nei citati 200 km di Alpi incuneata fra loro e, a sud, la catena delle Prealpi.

Perchè, sia consentito, non venire a verificare in concreto la situazione? Io sono commossa nel vedere qui tutti, diconsi tutti, intenti a confortarmi, sostenermi, difendermi. Tutti insieme, dall'estrema sinistra all'estrema destra, dai sindacati agli industriali, agli artigiani, ai commercianti, ai coltivatori diretti. Il mondo della cultura, dell'ambientalismo, del volontariato. Tutti. Non difendono "poltrone" che poi qui in questa "regione alpina", tale definita e descritta per il riscontro con la realtà dal Vice Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, già Presidente della Società Italiana degli Economisti prof. Alberto Quadrio Curzio, in realtà sono impegnative poltroncine. L'impegno richiesto a chi le occupa in fin dei conti dimostra come anche nell'anno Domini 2012 sia possibile praticare la politica come un servizio.

Qualcuno ha deciso che non ho più ragione di esistere. Leggendo le cronache capisco cosa prova chi è ospite della cella dei condannati a morte, ma in particolare la situazione di chi, come nei Piombi a Venezia 505 anni fa Pietro Tascal, detto il Fornareto assolutamente innocente, sente il passo pesante di chi si avvicina per portarlo alla forca.

Io non ho bisogno di proclamarmi innocente perchè questo mio stato lo dimostra la documentazione di 207 anni di vita. Basti un episodio in un momento dolorosissimo e tragico: la calamità del 1987 quando il terribile gorgo meteorico sopra questa parte di Alpi causò uno sconquasso secolare, compresa la sparizione di un paese. Le vittime furono onorate. Il grande sforzo di solidarietà dello Stato venne infatti ripagato con una risposta esemplare, senza un solo sospetto di un cattivo uso delle risorse. Le case nuove, per citare un solo aspetto, i valtellinesi le costruirono, e consegnarono, in meno d'un anno dalla tragedia a costi inferiori ai prezzi di mercato e d'una qualità che ha retto nel tempo, e che oggi a 25 anni dall'evento, dimostra come si deve agire in eventi di questo tipo.

Se quanto dico può sembrare interessato ricorrerò ad una testimonianza autorevole, quella di Indro Montanelli:

"I danni che la Valtellina ha subito ammontano, pare, sui mille miliardi - furono molti, molti di più -. Stanziamone subito una prima fetta. Ma, saltando le carte da bollo e anche a costo di qualche sfregio alle procedure ordinarie, diamoli ai valtellinesi. Sono gli unici che sanno come spenderli per le loro valli e che forniscono garanzia di non rubarli. E gente che merita, come a suo tempo la meritarono i friulani,la nostra fiducia. Il coraggio, la compostezza, la misura, la dignità con cui hanno saputo reagire alla catastrofe, sono, o dovrebbero essere, un esempio per tutti.Ieri, davanti allo spettacolo che la televisione ancora una volta ci proponeva di quei costoni mangiati dalla frana, di quegli squarci aperti dai torrenti impazziti nella carne viva della terra, di quei desolati sudari di fango, mi è venuto fatto di pensare quanto ci piacerebbe sentirci italiani se l'Italia fosse, anche sommersa, tutta Valtellina. Indro Montanelli".

Sono innocente. La mia storia lo dimostra. Senza di me - lo dicono tutti i valtellinesi - questa Regione alpina non sarà più la stessa. L'appello, d'innocenza e di sopravvivenza è al senso dello Stato che vorrebbe si verifichi, si valuti riconoscendo le ragioni assolutamente oggettive che solo io, interamente montana, provincia-Regione, possiedo nel Paese. Dubbi? Li si possono sciogliere facilmente, basta venire a vedere prima di decidere

Mi firmo: Provincia di Sondrio, interpretata da Alberto Frizziero (xx)

(x) Perchè questa 'attestazione di stima'? Per una ragione molto semplice. Oggi domina il dalli all'untore. La frase latina si è ribaltata: da "senatores probi viri senatus mala besta" a "senatores malae bestiae ac probus senatus". Col risultato che di fatto detronizzando i "senatores", senza accorgersene nessuno, si detronizza quel démos cràtos, 'governo del popolo', ovvero quella democrazia che è il peggiore dei sistemi ma l'unico possibile. Attestazione di stima pertanto per il ruolo e per la responsabilità che avete, anche con i comportamenti individuali, di ricreare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni e nella politica. Anche con scelte ponderate (il nostro caso docet).

(xx) L'autore, Alberto Frizziero. Per quanto risalente a sette anni fa si rimanda alla sintetica biografia, pur non aggiornata, pubblicata su Wikipedia e enlla quale vengono riportati solo alcuni dei 20 incarichi pubblici ricoperti, quasi tutti gratuitamente o quasi

(xxx) Ha collaborato per la diffusione ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera e a quanti di interesse in provincia di Sondrio Angelo De Michielli, Presidente dell'Associazione "Terzo Millennio".

Alberto Frizziero
Editoriali