La Valtellina potrà avere ancora parlamentari? A suo tempo persino sei

Un deputato certo. Poi da vedersi

Oggi 10 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha deciso di porre la fiducia sulla proposta di nuova legge elettorale. C'è da chiedersi se penalizzerà la Valtellina. Ebbene non sappiamo quale aggettivo usare, se possibile o probabile. Salvo quasi un laico miracolo politico rebus sic stantibus quello che rischiamo di portare a casa è un deputato in tutto. Martedì la proposta di legge va dunque in aula del Senato e pare con ragionevoli prospettive di diventare legge dello Stato. Nessuna intenzione dunque di entrare nella discussione sui contenuti ma una cosa che mi, ci, interessa di più e cioè se e quanto conviene a Valtellina e Valchiavenna. Useremo pertanto non la politica ma l'aritmetica.

231 e 386
Partiamo da quello che la proposta di legge dice. Hanno diviso, per la Camera, il voto maggioritario da quello proporzionale. Hanno destinato un 'pacchetto' di 231 seggi in collegi uninominali il che significa che eletto risulterà quello che prenderà più voti degli altri. Per farlo centrodestra e centrosinistra dovrebbero dunque coalizzarsi. Per 386 il proporzionale con le altre norme fra cui quella che i candidati nella lista che ha preso meno del 3% o di quelli inseriti in una coalizione che non ha raggiunto il 10% possono darsi all'ippica o studiare Sofocle, personaggio sempre vincente, o evadere con l'Aretino (...di tutti disse mal fuorchè...), o andarsene a pesca. Si fa per dire.

Camera
Semplifichiamo il discorso ricorrendo neanche alla matematica ma solo all'aritmetica. La popolazione italiana è di oltre 60,6 milioni di abitanti il che significa che mediamente per ciascino dei 231 collegi gli interessati dovrebbero essere 267.000.  Sempre aritmeticamente a Valtellina e Valchiavenna ne mancano 85mila. Metodo poco ortodosso ma utile per vedere e far vedere le cose con i piedi per terra.
Occorrerebbe 'chiedere aiuto' ai vicini per cui andiamo a vedere loro come stanno. Fuori gioco Brescia perchè gliene crescono ben 195mila. In pista invece sia Como che Lecco. Bergamo ne ha pochi disponibili e cioè 42mila. Como ne ha da darci 66mila che non bastano perchè ne mancano ancora circa 20mila. Più o meno sulla stessa linea Lecco cui ne crescono 73mila con una carenza di una dozzina.
Sulla carta dunque il Collegio dovrebbe essere la nostra provincia più  un po' di lago (era stato così per una elezione al Senato). O l'una sponda, o l'altra o un po' per sorta. Morale: un solo deputato certo. Poi ci sono quelli del proporzionale, 386. Aritmeticamente 157.000 gli abitanti rappresentati. Stando all'aritmetica - ma non è detto così stando alla politica - avremmo 'diritto' ad esprimere un altro deputato dopo quello proveniente dal Collegio. Bisogna aspettare in proposito come la legge tratterà questo aspetto e poi come saranno le liste.

Senato
100 senatori per cui aritmeticamente e mediamente un senatore varrà 606mila abitanti. In provincia non ne abbiamo neanche un terzo. Salvo fortissima spinta politica visto che la Lombardia avrà in tutto 10 senatori, da due senatori eletti qui scendendosi a zero, pressochè sicuro.
Sono lontanissimi i tempi in cui la nostra provincia aveva espresso tre senatori, (V. Colombo DC, Forte PSI, Bissi PSDI) e tre deputati (Tarabini, Ciabarri e Mazza).

Autolesionismo
Non è infrequente su questo tema una posizione che riteniamo del tutto autolesionista. Non manca cioè chi dice – a sproposito e senza cognizione di causa – che in fin dei conti poco male se restiamo senza rappresentanti “tanto per quel che fanno...”. Idiozia eretta a sistema, come tanti fattori e tanti aspetti indicano. Un solo esempio: calamità Valtellina del 1987. Per noi ci furono cifre colossali: 1800 miliardi (sui 2400 della legge) più tutti quelli spesi per l'emergenza più quasi 600 miliardi per la Strada della Rinascita cioè la SS38 per l'Alta Valle. Di chi fu l'iniziativa e il conseguente durissimo impegno? Forse di parlamentari di Pordenone o di Siena o di Crotone o anche solo di Mantova o Pavia? O forse bisogna scomodare lo Spirito Santo? (che però col daffare che ha si occupa di ben altre cose). Grazie in primis ai nostri.

Se poi qualcuno risponde che quelli erano altri tempi a nostra volta rispondiamo che i tempi sono cambiati ma il lavoro dei nostri rappresentanti a Roma e a Milano non è affatto diminuito.  Basti citare la SS38.
Non avremmo infatti scommesso un €uro, visti i chiari di luna in cui ci si trova da qualche anno, su una sollecita realizzazione della tangenziale di Morbegno. Men che meno in quella di Tirano. La prima è quasi pronta, la seconda. con la concatenazione a quella di Morbegno. è previsto si avvii subito dopo. E per questa addirittura, a chiari di luna del Paese aumentati, non avremmo scommesso un centesimo di €uro..
Agli scettici infine l'invito a andare a vedere la situazione difficoltosa di altre strade, anche in Lombardia, per rendersi conto dei passi avanti invece compiuti in casa nostra. E anche per questo problema, come tanti altri, ripetiamo quanto dianzi affermato: Di chi fu l'iniziativa e il conseguente durissimo impegno? Forse di parlamentari di Pordenone o di Siena o di Crotone o anche solo di Mantova o Pavia? O forse bisogna scomodare lo Spirito Santo? (che però col daffare che ha si occupa di ben altre cose e con la SS38 non c'entra proprio).

Chi?
Chi sarà in pista? Siamo in pre-campagna elettorale e al minimo occorre aspettare la legge e gli adempimenti successivi fra i quali come saranno Collegi e Circoscrizioni. Poi se ne parlerà, anche in base ai frutti delle alchimie in atto a livello partirico.

Alberto Frizziero

 

Alberto Frizziero
Editoriali