Renzi, dittatura morbida. Addio democrazia?

Il nostro sistema funziona in questo modo. Indispensabile, secondo Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu ma perdurante anche secondo la logica del terzo millennio, la separazione dei poteri: Legislativo (Parlamento), Esecutivo (il Governo), Giudiziario. Il popolo si esprime direttamente eleggendo il Parlamento, Camera e Senato, che ha il compito prioritario di fare le leggi. Come? Innanzitutto la proposta in uno dei due rami. La possono presentare i parlamentari, il Governo, un Consiglio Regionale, 50.000 elettori, il CNEL. Una volta calendarizzata inizia il suo iter che si conclude con il voto, anche eventualmente solo in Commissione se ad essa sia stata attribuita la sede legislativa. Passaggio all'altra Camera e, se non ci sono modifiche approvazione finale con successiva promulgazione da parte del Presidente della Repubblica. Ce ne fossero torna da dove era arrivata e così fino ad approvazione condivisa da parte dei due rami. L'iter nel migliore dei casi dura però qualche mese. E se ci sono problemi urgenti?

Ci pensa la nostra Costituzione: “Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni”.
Questi  provvedimenti provvisori sono i famosi Decreti-legge.

Ci siamo. Siamo al punto politico per eccellenza specie se poi lo abbiniamo all'apposizione del voto di fiducia. In definitiva il Parlamento viene abbastanza espropriato non solo per la contrazione dei tempi ma anche per l'impossibilità di discutere, e quindi eventualmente approvare, gli emendamenti. Clamoroso il caso della Legge elettorale per la quale non ricorreva nessuna urgenza visto che comunque la si potrà applicare solo fra un paio d'anni. Non solo, ma trattandosi di una 'legge di regole' la disinvoltura, si potrebbe dire lo spregio, è stato tale da scandalizzare esponenti autorevoli della maggioranza, anche in provincia.

Dittatura morbida
Passando il tempo si rivela sempre più azzeccata la definizione che abbiamo dato alla situazione attuale: “dittatura morbida”. Tale comunque anche perchè lo scenario politico è quello che è. In altri termini non esistono, allo stato, alternative, neppure potenziali. E latitante come mai accaduto la politica.

Addio democrazia?
L'interessante quesito che ne viene nel vedere disinvoltamente approvati provvedimenti da tempo in lista di attesa, sia pure targati e di sicuro interesse del Premier, è sintetizzabile in una battuta: 'Ma allora bisogna lasciare alle spalle la democrazia come l'abbiamo vissuta e tornare, fatte le debite differenze, alla logica dell'uomo solo al comando?'.

Il nuovo “cerchio magico”
Nella fattispecie poi con chi è a capo del Governo e a capo del maggiore Partito ed in particolare alla testa di una sorta di ristretta corte - nuovo “cerchio magico” - cominciando dalla Boschi, Vicepresidente del Consiglio (non lo è ma si muove come lo fosse). Corte con funzione di regia effettiva avendo la direzione del Partito ormai veste puramente formale con minoranze alle quali è rimasto solamente, e condizionato, il diritto di parola. Così come veste puramente formale ha lo stesso Consiglio dei Ministri alcuni dei quali, secondo osservatori pure del PD, appaiono l'evanescenza trasferita a Palazzo Chigi. L'unico oppositore infatti che c'era dentro praticamente è stato costretto alle dimissioni da un Ministero di peso, quello alle infrastrutture, subito affidato da Renzi al fedelissimi Delrio fregando Alfano e Ncd. Il Ministero di peso infatti lo ha riportato a casa sua dando in cambio quello leggero leggero, senza portafoglio, agli Affari Regionali. Ma solo sulla carta visto che il Presidente si è 'dimenticato' di nominarlo e la poltrona continua a restare vuota da qualche giorno visto che la Lanzetta l'ha lasciata vuota il 30 gennaio scorso.

Nicolò Renzi, Matteo Machiavelli
Studiato il suo illustre concittadino, accuratamente letto e approfondito il suo capolavoro, “Il Principe”, ha elaborato la sua tesi verificata dai fatti, in primis il 40% alle Europee. Una equazione di secondo grado, numeri interi, con due soluzioni dirimpettaie. Lasciata da parte quella della 'inconcludenza della democrazia tradizionale” con generale consenso lo ha capitalizzato imboccando la strada del “decisionismo reale” sostenuto ed osannato da quasi tutti i media - come non era stato capace di fare il Cavaliere – che non hanno ancora messo sui due piatti della bilancia da un lato quello verbale e dall'altro quello effettivo.
Non resta che seguire anche noi “Il Principe” e machiavellicamente dire 'ben venga questa dittatura morbida se mi risolve i problemi del Paese”
a.f.

PS Ma anche chi scrive può usare del machiavellismo ed è semplice: basta dire come da sopra “ben venga...” ma nel contempo incrociare le dita come qualche compagno di giochi aveva insegnato a noi e agli altri bambini. Se dite una cosa che non è vera facendo finta che lo sia, dietro le spalle incrociate le dita. Perchè anche se “morbida”...
 

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