"Chi tene a' mamma can nu chiaglie" (FESTA DELLA MAMMA 2013)
Basta vedere quello che ci trasmette la TV giorno dopo , giorno, come e quanto le mamme di qualsiasi zona del nostro troppo stiracchiato mondo, siano fondamentali per la vita dei loro bambini, senza ricordare che per farli venire al mondo hanno sofferto come mai nessun uomo potrà comprendere (questo è quanto mi ha riferito Luca, alla sua prima esperienza di padre alla nascita in "diretta" del suo Matteo ).
Ogni anno si sprecano parole ed emozioni (false) per le mamme, però la gente è contenta per questo omaggio a colei che ci ha fatto nascere, con tanti dolori che - nelle tradizioni bibliche e rabbiniche - sono comminati da Dio ad Eva quando fu cacciata assieme al suo socio (Adamo) dal Paradiso terrestre). Vorrei chiedere, ancora, al nostro Dio - qualunque sia il suo nome amato nelle diverse culture, il perché di questa punizione feroce del parto se poi, nella vita la donna lavora, soffre e tira la "carretta" come i suoi compagni. Forse non c'è alcuna risposta se non nell'attrazione fisica dell'uomo e della donna da cui germina un'altra vita.
Allora, non facciamo discorsi difficili per elogiare il sacrificio delle mamme, ricordiamo solo alcuni fatti ed eventi che le hanno "immortalate". Poiché i lettori sanno che a me piace il cinema, vi presento le "mamme" che in alcuni film sono formidabili:
Erin Brockovich
Storia vera di una madre trentenne (splendidamente interpretata da Julia Roberts) di tre figli che spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company che ha contaminato le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti. Sostenuta dal suo principale, vince la battaglia legale. E? una madre dei nostri giorni, bellissima, suprema , O.K.
La motivazione:
Perché è un film per mamme: perché Erin è una negoziatrice convinta e testarda che non ha niente da perdere e tutto da guadagnare per assicurare ai suoi figli un futuro migliore.
Gli incredibili
Una famiglia di supereroi in pensione torna alla ribalta e abbandona la tranquilla vita familiare quando un misterioso messaggio li convoca su un'isola per una missione segretissima.
Perché è un film per mamme: la protagonista Sassy Elastigirl è una mamma entusiasta e piena di energie come chiarisce subito con il suo monologo di apertura: "Ritirarmi? Proprio ora che arriva la parte più bella del gioco? Lasciare che il mondo venga salvato dagli uomini? Non credo proprio!".
La signora Miniver
Nel 1939, in un piccolo villaggio inglese, la vita tranquilla di una famiglia borghese viene turbata dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il figlio della signora Miniver si arruola nell'esercito e anche il marito parte per combattere. Ciò nonostante la giovane signora continua la sua vita proteggendo la famiglia. Riesce a disarmare un tedesco piombatole in giardino, sopporta i bombardamenti e non rinuncia a partecipare ad un concorso floreale.
Perché è un film per mamme: la signora Miniver protegge i suoi figli come una leonessa, ma mantiene sempre la calma, il sangue freddo e la dolcezza persino quando deve vedersela son un soldato tedesco.
Nemiche/Amiche
È la storia di un'amicizia impossibile che nasce tra due donne. Jackie (Susan Sarandon) è una donna divorziata, con due figli. Il suo ex-marito ora frequenta una donna molto più giovane di lui (Julia Roberts) che, nonostante faccia grandi sforzi per far breccia nel cuore dei due bambini, non riscuote molto successo. Le cose cambiano quando Jackie che è malata in fase terminale decide di fare il possibile per insegnare a Isabel ad essere una buona matrigna prima che lei non ci sia più.
Perché è un film per mamme: anche se in questo film la mamma sta morendo, Susan Sarandon ci mostra tutta la capacità che abbiamo di dare ai nostri figli sempre il meglio, anche nei momenti più difficili della vita.
Baby Boom
J.C. Wiatt lavora settanta ore alla settimana in una importante società di New York. Improvvisamente le viene affidata una bambina di poco più di un anno, Elizabeth,
Comincia ora una vita dura e affannosa, tra pannolini, biberon e gli assillanti problemi quotidiani in ufficio: la donna tenta di passare Elizabeth in affidamento ad una coppia di provinciali, ma i due candidati non le ispirano alcuna fiducia; con le varie baby sitter le cose non procedono al meglio; inoltre un giovanissimo suo collaboratore la scavalca nella carriera. La società le propone di passare ad un settore più tranquillo dato che rendimento ed orari non sono più quelli di una volta. Ma lei decide di lasciare il lavoro, di comprare una villetta con giardino e frutteto nel Vermont e di tenersi definitivamente l'adorabile bambina. Il ritorno alla natura di per sé tonificante ha però anche i suoi svantaggi per lei abituata ad una vita frenetica, piena di contatti e iniziative. Intanto il frutteto comincia a rendere bene e, dopo aver fatto marmellate per la piccola e per qualche signora dei dintorni, ecco la grande idea: J.C. mette su la "Country Baby", una solida impresa di alimenti genuini destinati all'infanzia che presto vengono venduti nel Vermont e in altri Stati. Dato questo successo, arriva alla intraprendente donna l'offerta della sua ex-ditta: rilevamento della piccola azienda, condizioni eccezionali ed allettanti per J.C. ed enormi percentuali sui futuri guadagni. Ma J.C. Wiatt dice di no: ora che ha la sua azienda, la sua casa e quella deliziosa bambina, è lieta di tornarsene nel Vermont.
Perché è un film per mamme: è un tipico esempio di quanto poco potere abbiamo sulla nostra vita e che - per quanto possiamo programmare un percorso - basta un miracolo della natura per cambiare tutto. E così persino una donna workaholic, ovvero una lavoratrice stakanovista si scioglie come il burro di fronte ad un angelo come la piccola protagonista del film.
Tutti insieme appassionatamente
Maria è un'orfana allevata in un convento che sta studiando per diventare una suora. Su di lei, però, ci sono alcuni dubbi anche perché la ragazza ama cantare e ballare. Per metterla alla prova, la madre superiora decide di mandarla come governante dei sette figli (5 bambine e 2 bambini) di un vedovo, già comandante della Marina Imperiale Austriaca, il Capitano Georg Ritter von Trapp: i bambini, inizialmente ostili e maligni, imparano ad apprezzarla, grazie alla simpatia e alla dolcezza di Maria che nel frattempo si innamora del capitano che a sua volta la ricambia. Fenomenale la colonna sonora tra cui due splendide canzoncine che faccio ascoltare spesso a mio figlio: "le cose che amo di più" e "Do, Re Mi, Fa".
Perché è un film per mamme: non c'è bisogno di avere un legame biologico per essere delle brave mamme. Julie Andrews lo dimostra in tanti modi nel film ma soprattutto con la sua dolcezza e con la capacità di capire sempre cosa c'è nel cuore dei bambini. E non c'è nulla di più importante per una mamma.
Avrei potuto citarvi almeno tantissimi altri film sulle mamme, ma bastano questi per far scorrere qualche lacrima.
Facciamo - allora- gli auguri alle mamme della nostra Comunità europea (davvero c'è?) e che di seguito riporto:
(abbiamo omesso gli auguri in tedesco, spagnolo, catalano, portoghese, svedese, finlandese e ungherese perché, contentendo vocali particolari, non volevamo incorrere in errore sostitutendole con altre accettate dal computer . Gli auguri restano anche per tali lingue - ndr)
Inglese:
Happy mother's day
Italiano:
Buona festa mamma
Francese:
Bonne Fète maman
Sloveno:
Vesel Dan Zena
Polacco:
Wszystkiego najlepszego mamo!
Olandese:
Fijne Moederdag! oppure: Gefeliciteerd!
Norvegese:
Gratulerer med morsdagen!
Indonesiano:
Selemat (hari) ulsang tahun Ibou
Malese:
Selamat hari ibu
Russo:
C npazgHuKou, uaua !Turco:
Iyi bayramlar anne
Ebraico:
Yom Haem
Ricordiamoci anche che la festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In Italia cadeva regolarmente l'8 maggio, fin quando non si decise di fissarla alla seconda domenica di maggio, come negli Stati Uniti.
Un po' di storia
Costituisce una festa molto antica, legata al culto delle divinità della fertilità degli antichi popoli politeisti, che veniva celebrato proprio nel periodo dell'anno in cui il passaggio della natura dal freddo e statico inverno al pieno dell'estate dei profumi e dei colori (e della prosperità nelle antiche civiltà contadine) era più evidente. Con l'andare del tempo questa festività dal tono religioso si è evoluta in una festa commerciale, talvolta anche in sagra. Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista (della schiavitù), propose di fatto l'istituzione del Mother's Day (Giorno della madre), come momento di riflessione contro la guerra. Nello stesso anno negli Stati Uniti ci fu la proposta di Anna M. Jarvis. Anna era molto legata alla madre, un'insegnante della Andrews Methodist Church di Grafton,nel West Virginia. Dopo la morte della madre, Anna si impegnò inviando lettere a ministri e membri del congresso affinché venisse celebrata una festa nazionale dedicata a tutte le mamme. Questa festa doveva rappresentare un segno d'affetto di tutti nei confronti della propria madre mentre questa era ancora viva.
Grazie alla sua tenacia e determinazione, la prima festa della mamma fu celebrata a Grafton e l'anno dopo a Filadelfia: era il 10 maggio 1908.
Anna Jarvis scelse come simbolo di questa festa il garofano, fiore preferito dalla madre: rosso per le mamme in vita, bianco per le mamme scomparse. Fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la pace. La festa si è diffusa in molti Paesi del mondo, ma cambiano le date in cui è festeggiata. In Italia fu celebrata per la prima volta nel 1957 da don Otello Migliosi ad Assisi, nel piccolo borgo di Tordibetto di cui era parroco. Migliosi la celebrò la seconda domenica di Maggio. In Norvegia viene celebrata la seconda domenica di febbraio , in Argentina la seconda di ottobre ; in Francia la festa della mamma cade l'ultima domenica di maggio ed è celebrata come compleanno della famiglia. In molti Paesi la ricorrenza è stata imitata dalla civiltà occidentale: in Africa, ad esempio, alcuni Stati istituirono la festa della mamma ispirandosi al concetto britannico della stessa. In generale i simboli di questa festa sono il rosso, il cuore e la rosa, che più di ogni altro fiore rappresenta l'amore e la bellezza e sa testimoniare l'affetto e la riconoscenza dei figli.
Non bastano auguri e fiori per dire "grazie" ad ogni mamma, ma il palpito sicero del cuore del figlio nato da lei che ha tanto patito per farlo nascere. Magari non sarà contento di stare in questo mondo così poco umano, ma ormai c'è e deve vivere la sua vita.
Maria de falco Marotta