Sondrio 7 XI ABOLIAMO LE COMUNITA' MONTANE?
In grande rilievo la locandina di Centro Valle davanti alle edicole annuncia che la provincia é salva aggiungendo "Ora aboliamo le Comunità Montane". Il Giornale celebra giustamente, in prima e nelle pagine interne, la vittoria con un titolone "Abbiamo vinto noi e le nostre montagne - Ora chiudiamo BIM e Comunità Montane".
Noi nel titolo abbiamo aggiunto un punto interrogativo e ne spieghiamo le ragioni.
I valtellinesi, anche quelli che il giornale non lo leggono ma le locandine sì, possono avere l'impressione che, come da occhiello di Centro Valle ("La battaglia é stata dura ma la Provincia é salva") superato uno scoglio durissimo tutto il resto sia a portata di mano.
Non é così.
Qualcuno obietterà che é stato proprio il Presidente della Provincia a Palazzo Muzio nella festosa riunione delle 16 del 1 novembre, poco più di due ore dopo l'annuncio, a porre il problema di BIM e Comunità Montane. Vero, ma in un contesto e in una prospettiva razionalmente e giustamente ambiziosa. Non tappe ma un processo. Non singoli provvedimenti ma tasselli di un mosaico per il quale c'é tutto da inventare dopo il riconoscimento giuridico della specificità di Sondrio e Belluno (che é puiù avanti di noi per le decisioni assunte dalla Regione Veneto e di cui si parlerà).
Per la verità non proprio tutto. Basterebbe riprendere in mano l'ottantina di pagine della relazione di fine mandato presentata all'assemblea del BIM del 15.5.1993. Si tratta di documento che nella quarta di copertina riportava la soluzione BIM della frana di Val Pola, quella poi di fatto scelta - che ha fatto risparmiare quasi mille miliardi di lire pubbliche. Ebbene nelle pagine 8,9,10 viene riportata la proposta redatto da chi scrive, come Presidenza del BIM, e inviata allora alla Provincia.
Era, é, il sistema di Governo della nostra provincia che faceva, e fa, perno sulla Provincia, come si vedrà.
Torniamo al titolo e al punto interrogativo.
Nella "Parte prima" della Costituzione, " DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI" al Titolo terzo "Rapporti economici" la frase finale dell'art. 44 é la seguente: "La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane". Dobbiamo sottolineare che uno dei grandi meriti della Prima Repubblica - che ne ha tantissimi anche se un velo di silenzio stupidamente li copre - é stato quello di ricostruire il Paese con grabndi riforme. Per quanto riguarda la montagna il dettato costituzionale non era rimasto gingillo da bacheca ma si era tradotto nella LEGGE 25 luglio 1952, n. 991 Provvedimenti in favore dei territori montani che introduceva il concetto di montanità, La tappa successiva fu l'approvazione della Legge 3 dicembre 1971, n. 1102 Nuove norme per lo sviluppo della montagna che all'art. 4 istituiva la Comunità Montana, Ente di diritto pubblico. Noti i passaggi successivi con, fra l'altro, quello straordinario guaio per la Valtellina che fu la parcellizzazione - fummo in pochi a contrastarla avendo poi, magra consolazione, il riconoscimento che avevamo visto giusto - dell'unica Comunità. Il capannonnificio di fondovalle che ci ha fatto perdere il riconoscimento dell'UNESCO é figlio del massacro della Comunitù unica di Valtellina e, in particolare, del suo piano urbanistico che avrebbe impedito l'attuale sconcio. Da aggiungere che il Testo Unico sugli Enti Locali, di cui all'art. 27 del Decreto Legislativo 18/8/2000 n. 267 "le Comunità Montane sono Unioni di Comuni, enti locali costituiti fra Comuni montani ... per la valorizzazione delle zone montane, per l'esercizio di funzioni proprie, di funzioni delegate e per l'esercizio associato delle funzioni comunali".
Un salto in avanti.
Erano una trentina le Comunità Montane ma dopo la Finanziaria del 2008 la Regione con la sua legge 19/2008 ha provveduto ad un riordino. Oggi sono 23 di cui 5 nella provincia di Sondrio, Bergamo e Brescia, 3 Como, 2 Lecco e Varese, una Pavia. In totale comprendono 550 Comuni su 1544, 1.265.436 abitanti su 9.917.714 (ISTAT XII 2010), 10.370 kmq su 23863..
Le nostre cinque in ordine di popolazione:
Morbegno 45.799 in 25 Comuni su una superficie di 49.524 kmq.
Sondrio (per legge il capoluogo non fa parte della C.M.) 35.287, 21 Comuni, 770,13 kmq.
Tirano 29.228, 12 Comuni, 451,97 kmq.
Valchiavenna 24.826, 13 Comuni, 576,81 kmq.
Alta Valle 24.664, 6 Comuni, 896,72 kmq.
Torniamo indietro.
Nell'agosto dello scorso anno 2011, con la LR 11/2011, la Regione ha istituito un capitolo specifico di spesa corrente, dotato di 9,3 milioni di euro all'anno per il triennio 2011-2013 dal momento che lo Stato, al contrario di quel che aveva fatto la Prima Repubblica, si é dimenticato dell'art. 44 della Costituzione prima citato avendo azzerato le risorse statali che in precedenza garantivano il funzionamento delle CC.MM.
Le Comunità Montane della Lombardia sono 23, dopo il riordino operato atraverso la LR 19/2008, conseguenza delle esigenze di contenimento dei costi dettate dalla Legge Finanziaria 2008 (L. 244/2007). In seguito all'azzeramento delle risorse statali per garantire il funzionamento delle Comunità montane, Regione Lombardia ha aggiornato la LR 19/2008 nell'agosto 2011, con la legge di assestamento di bilancio (LR 11/2011), istituendo un capitolo specifico di spesa corrente, dotato di 9,3 milioni di euro all'anno per il triennio 2011-2013. Tale fondo" viene ripartito tra le Comunità attraverso lo strumento di programmazione negoziata del PISL Montagna (Programma Integrato di Sviluppo Locale, semplificato rispetto al PISL tradizionale ex LR 2/2003), uno strumento triennale che pone la CM al centro dell'attività di programmazione territoriale, in raccordo con la programmazione regionale e provinciale, consentendo un uso più razionale e sinergico delle risorse disponibili per gli investimenti".
Già questi dati indicano che di per sé le Comunità Montane in questa situazione non hanno molto fiato e quindi avrebbe ragione che le ritiene al capolinea.
Non é semplice.
Già come problema preso a sé c'é da chiedersi chi prende in carico il personale ma soprattutto chi lo paga. Quanto alle funzioni di specifiche non ve ne sono, se non per delega, ma qui il discorso diventa estremamente ampio. E' quello del riordino generale dell'ordinamento che comprende anche una razionale revisione, se possibile, delle circoscrizioni comunali, peraltro secondaria rispetto a quella delle funzioni, in testa quello di cui nessuno mai parla - anche perché per parlarne bisogna conoscere il problema - ovvero dello Stato Civile.
Ma adesso per questa volta ci fermiamo.
1 - continua
Alberto Frizziero