Province e Comuni alla canna del gas. I nodi al pettine, Governo Renzi al muro
6 OTTOBRE SCIOPERO PROVINCE E CITTA’ METROPOLITANE INIZIATIVE IN LOMBARDIA
Il comunicato dei Sindacati del settore pubblico di CGIL, CISL, UIL
Domani, venerdì 6 ottobre, scioperano per tutto il giorno le lavoratrici e i lavoratori delle Province e delle Città Metropolitane, anche in Lombardia.
La mobilitazione è stata indetta a livello nazionale e lancia l’allarme rosso sulle condizioni degli enti locali. Mancano le risorse economiche per mantenere i servizi. Nella nostra regione alcune attività sono già state chiuse o fortemente ridimensionate, al punto che in alcuni territori è ormai impossibile garantire la manutenzione delle scuole e delle strade.
Il dissesto economico degli enti locali minaccia i servizi fondamentali alla cittadinanza, il posto di lavoro dei dipendenti e anche le buste paga. Non si può andare avanti così. Servono risorse economiche e umane se si vuole continuare a garantire quanto finora hanno garantito le Province. I tagli sono una perdita per i lavoratori ma anche per i cittadini.
Il caso della Città Metropolitana di Milano è emblematico, con gli oltre 30 precari, addetti ai servizi ambientali e stradali, a casa da inizio ottobre per via di un bilancio 2017 non ancora approvato. Intanto lavoratrici e lavoratori hanno interrotto l’occupazione di Palazzo Isimbardi: il sindaco metropolitano Giuseppe Sala, incontrando ieri i sindacati, si è detto abbastanza ottimista, mentre i tecnici della Città metropolitana sono al lavoro per capire attraverso quali risparmi reperire le risorse mancanti. Auspicando in una risposta ufficiale positiva, rimarchiamo che comunque resta in piedi il problema strutturale dell’ente, che senza fondi fatica a sopravvivere ogni anno.
Per questo domani sarà sciopero. In tutte le province lombarde sono state organizzate iniziative unitarie. A Brescia è stato richiesto un incontro al Prefetto. A Bergamo si terrà un presidio davanti alla Prefettura e una delegazione verrà ricevuta dal Prefetto. A Como presidio “simbolico” davanti all’ufficio del turismo, recentemente chiuso, alle 12.30. A Cremona presidio davanti alla Provincia dalle 10 alle 12. A Lecco in Provincia si terrà un’assemblea dalle 9 alle 11. A Lodi presidio davanti alla Prefettura dalle 10 alle 12. Da Mantova partirà una delegazione diretta a Roma, alla manifestazione nazionale. A Milano dalle 9 alle 12 ci sarà un presidio davanti alla sede della Città Metropolitana, in attesa di un riscontro definitivo alle parole parzialmente ottimiste del sindaco. A Pavia presidio in Provincia dalle 9 alle 11. A Varese i sindacati sensibilizzeranno il Prefetto, la stampa, la cittadinanza. A Sondrio la Rsu incontrerà il Prefetto.
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Nostra nota;
Non scriviamo per ragion politica ma andiamo al sodo. Lo scorso anno e ancora prima siano stati duramente contrari alla riforma costituzionale che il Parlamento, quasi con colpi di mano, aveva approvato. Non con lo spannometro ma sulla base di analitiche motivazioni che in quel tempo erano quelle condivise da una larga parte di amministratori che vedevano i rischi e i guai cui sarebbero andati incontro. Artefice dalla riforma, con la graziosa Boschi, il Ministro Dario (che adesso fa lo sciopero della fame per lo jus soli, per la seconda volta dunque andando a Roma contro quello che pensa e vuole la maggioranza fuori del Palazzo, il popolo italiano). Siamo arrivati al punto che persino autorevoli esponenti della sinistra nel condividere la posizione dei sindacati mettono sotto accusa quegli 80 € a pioggia (che non hanno dato i riflessi sperati sui consumi), una decina di miliardi, dicono sotratti agli Enti locali che a loro volta debbobo sottrarli ai servizi non avendo nè bacchetta magica nè macchina fabbricasoldi.
GdS
Milano, 5 ottobre 2017