Un po' di fantapolitica (Salvini Di Maio...)
(alberto frizziero) Sgombriamo il campo dalle interpretazioni politiche funzione della casacca che ciascuno – parlamentari, politici, giornalisti – indossa. Noi invece facciamo un po' di fantapolitica solo usando della logica che per sua natura è neutra. Dunque ecco il percorso logico d'una vicenda per certi aspetti kafkiana.
- Conte ha deciso. Se Siri non si dimetterà porterà in Consiglio dei Ministri la proposta di revoca.
- Di Maio ha espresso la sua soddisfazione cercando di alleggerire il rapporto con Salvini con la dichiarazione “che non ha vinto nessuno” Naturalmente si è augurato che le dimissioni arrivino ma che comunque a Palazzo Chigi la maggioranza dei Ministri è del M5S. E niente crisi.
- Siri non ne vuole sapere di dimettersi. “Un innocente non si dimette”. E, di fatto, aggiunge che si dimette chi ha qualcosa da nascondere. Poi una dichiarazione che produrremo più avanti
- La Lega allora fa quadrato. Che lo faccia per solidarietà politica, per calcolo tattico, per il garantismo nei confronti di chi è solo indagato senza però essere stato sentito dai magistrati, non importa. Le conseguenze ci sono indipendentemente dalle ragioni.
- Crisi di governo? Da escludersi perchè Salvini avrebbe tutto da perdere.
- Probabilmente mercoledì 8 – salvo spostamenti in avanti perchè non si sa mai – Il Presidente Conte porta la proposta in Consiglio dei Ministri in una situazione di confusione massima perchè la revoca di un sottosegretario, al contrario della nomina, non è prevista e l'iter da seguire oggetto di interpretazioni tecniche da parte dei costituzionalisti le più diverse, qualcuna addirittura bizzarra.
- Consiglio dei Ministri. Sia che debba essere sua la decisione, sia che invece debba essere solo “sentito” un voto è comunque indispensabile.
- Il voto. Di Maio ha detto di avere la maggioranza. Scontato, ma la Lega? Escluso categoricamente che i suoi Ministri possano votare a favore conta quello che sceglierà di fare: astensione, voto contrario, non partecipazione al voto mantenendo la presenza, non partecipazione al voto lasciando l'aula.
- Conte. Posizione difficile in quanto di fatto sfiduciato da una delle due forze di governo. Crisi di governo? Da escludersi perchè questa volta sarebbe Conte, e Di Maio, a restare con il cerino in mano. Opposizioni ringalluzzite perchè il festival della debolezza le aiuta.
- Novità. Siri dopo aver confidato su una archiviazione una volta sentito dai Magistrati è lapidario: se entro 15 giorni non lo chiamano ci sono le dimissioni e non perchè colpevole.
- Crediamo poco ad una soluzione 'entro 15 giorni' visto che sinora non è stato chiamato e comunque con il can can che ne è seguito è difficile pensare che gli inquirenti facciano marcia indietro. Mesi, se va bene.
- Quirinale. Fin dall'inizio ci siamo permessi di guardare al Quirinale. Se occorre un decreto del Presidente della Repubblica per nominare un sottosegretario non può non volercene uno per la revoca. E che voglia dire la sua è forse una nostra opinione da fantapolitica?
- La data, una novità. Diciotto turni elettorali da quello fondamentale del 18 aprile 1948 che sbarrò la strada al marxismo ossessivo e colpevole. Uno a febbraio, 2 a marzo, 6 ad aprile, 5 a maggio e 5 a giugno. Nessuna in autunno, non per sfizio ma perchè di solito quel tempo vede settimane dopo settimane Parlamento, Governo, Partiti, economisti, analisti, giornalisti alle prese con quella che un tempo si chiamava “Finanziaria” come sarebbe logico fosse di nuovo oggi. Conferma o no?