Castrazione chimica non come espiazione ma come monito, come disincentivo, come deterrente

Violenza con i minori e con le donne in particolare lo esigono. Specie le vittime.

(alberto frizziero)  Tempo fa spregevoli reati, vittime donne, in particolare fanciulle 'illibate', che avevano dolorosamente colpito la gente, accesero il dibattito su pena di morte e castrazione per i colpevoli. Il sottoscritto prese carta e penna e scrisse le ragioni per cui era contrario alla pena capitale di cui invece auspicava la reintroduzione un autorevole personaggio politico, oggi non più sulla scena, col quale polemizzai.
In quella nota alle ragioni etiche dei sostenitori dell'abolizione della pena di morte negli Stati che ancora oggi la prevedono nei loro ordinamenti, si aggiunge qui un significativo  richiamo storico ripreso dal nostro giornale il 1 marzo del 2006.

Fornareto insegna
Indietro nel tempo ma nella sostanza attuale: nel 1507 in Venezia Pietro Tascal, detto il Fornareto in quanto garzone di fornaio, fu accusato di assassinio, condannato e impiccato. Emerse poi la sua innocenza. Il Consiglio dei Dieci, potentissimo organismo della Serenissima Repubblica, ne decise pubblicamente la riabilitazione, ordinando che da allora in poi, a conclusione di un giudizio e prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, il cancelliere recitasse la formula "Recordève del pòvaro Fornareto" ("Ricordatevi del povero fornaretto"). Giustizia. Monito per una estrema attenzione per non commettere errori giudiziari che, se la condanna è la morte, possono portare alla riabilitazione ma non alla resurrezione.
Il sottoscritto usò di questo ricordo per intervenire sul Giorno e l'allora direttore Zuccoli non solo diede notevole rilievo ma aggiunse una nota di condivisione.

Quel che la gente segue
C'è da tener presente che la gente comune non seguiva le ragioni etiche del no, più cosa da addetti ai lavori anche dottrinaria. Il ragionamento che correva e che invece colpiva l'attenzione di tutti, il più semplice, era quello del rischio di errori. Il rischio che una condanna  diventasse uccisione. Il rischio dell'irrimediabillità.
La castrazione come pena viaggiava sullo stesso binario, quello dell'irrimediabillità per cui i sostenitori non ebbero molto credito, anzi non ebbero credito, presso l'opinione pubblica.

Passa il tempo
Con il passar del tempo si fa sentire il progresso – il regresso è morale – in tutti i campi, compreso quello medico ed in particolare a quello farmacologico. Capita che arrivando al risultato positivo per alcuni malanni specifici con nuovi medicinali si scopra che quelli possono essere usati ai fini della cosiddetta castrazione chimica.

Cade il rischio dell'irrimediabillità
Si passa dunque alla discrezionalità e, sostanzialmente, all'emergere di un dibattito fra due scuole di pensiero. Da tenere presente la situazione nei principali Paesi interessati per avere introdotto nei loro ordinamenti la cosiddetta castrazione chimica: Argentina  Australia Canada Danimarca Estonia Francia Germania India Indonesia Israele Norvegia Polonia Regno Unito Russia Spagna Stati Uniti (una decina di Stati) Svezia Corea del Sud. Naturalmente si va da posizioni rigide, specie se le vittime sono bambini, ad altre variegate.

Le due scuole
Il NO. L'idea dei critici, in sintesi, è che la castrazione chimica rappresenti una punizione crudele, perché esercita un controllo sulla mente e sulle pulsioni dei carcerati (x)
Il SI. L'idea degli altri? Diciamo in premessa la nostra partendo dalla frase precedente. La 'punizione crudele? L'ha subita la vittima non il delinquente che l'ha targato/a per tutta la sua vita e che deve passare rigorosamente sotto le forche caudine dell'espiazione. Attenzione però. C'è chi è contro, e noi non condividiamo, e chi è favorevole alla sostituzione della pena con il trattamento farmacologico, posizione che è anche del Ministro Bongiorno.

Nostra posizione diversa
La castrazione chimica, debitamente normata, deve servire, al più riducendo ma non eliminando la pena, innanzitutto come monito, come disincentivo, come deterrente.
Nella sua vita il delinquente aggressore sente evidentemente il sesso come una componente fondamentale al punto di arrivare all'infamia, all'abiezione pur di avere una sua soddisfazione. Se la prospettiva del dopo l'infamia, in particolare ma non solo, commessa ai danni di minorenni, fosse quella di vedere calare il sipario, di perdere la sua virilità per un tempo non breve le cose, a nostro avviso, potrebbero cambiare. E' questa la via che il Parlamento nella sua interezza dovrebbe imboccare anche perchè è ora di finirla, in questa materia e in altre simili, di trovare spesso  giustificazioni intellettualistiche per i farabutti e magari solo per le vittime qualche quasi pietistica commiserazione e non atti concreti secondo GIUSTIZIA.

(x) (x) Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/castrazione-chimica.html

 

Alberto Frizziero
Editoriali