Referendum. Rischio grosso per Valtellina e Valchiavenna

Da un editoriale del 20 novembre,, titolo “Via le Province: castroneria. Referendum e Valtellina” stralciamo la parte che riguarda Valtellina e Valchiavenna. nonché Valtellinesi e Valchiavennaschi con nostri figli e nostri nipoti
Dopo 'l'approfondita analisi sulle conseguenze del voto”e l'interrogativo ' E noi?' ci siamo guardati allo specchio avendo questa risposta: “Abbiamo tutti considerato positivamente il disposto di legge che impegnava le Regioni a dare altre competenze rispetto a quelle in essere alle Province interamente montane e confinanti, vale a dire Sondrio e Belluno.

Abbiamo subito rilevato il rischio per l'insufficienza di attribuzione. Una specie di sillogismo: le Regioni devono delegare propri poteri alle due Provincie ma capita che ci siano due circostanze ostative:
a) Il primo che le Province vengono meno se passa il Referendum.
b) Il secondo che le Regioni non possono delegare un bell'accidente visto che le materie che erano di assoluto nostro interesse lo Stato se le riprende.
La palla passa cioè a Roma.

Posto che ci sia la volontà di dare seguito a quella scelta, costasse anche opposizioni in Parlamento, le cose non appaiono facili visto che già si erano levate voci, e iniziative, da parte delle altre Province 'montane' ma non confinanti che rivendicavano di essere al pari considerate. La stessa UNCEM ha salutato con soddisfazione che è entrata in circolo la parolina “montane”.Se si desse loro retta la nostra specificità si annacqua
Altra osservazione. Nei giorni scorsi c'è stata l'approvazione, la seconda, da parte del Consiglio dei Ministri del D.L. riguardante le Camere di Commercio. Siamo citati con una formula criptica. Dedicheremo un articolo in proposito ma intanto ci chiediamo come mai non è stata colta l'occasione – è la terza! - per dare segno concreto che quel disposto di legge è solido. Bastava un emendamento di un riga e mezzo, ci fosse stata la volontà

Referendum?
Non è certo il voto dei valtellinesi che farà pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra e non sarà neppure quello che abbiamo scritto e che andiamo scrivendo a conclusione a farlo. Con la premessa iniziale e con quella conclusiva diremo che, prescindiamo dal merito, dalle posizioni politiche, da quello che ci dicono i fautori del SI o del NO.
Ci interessa la Provincia.
Se ce la portano via saranno guai seri.
L'invito a riflettere, poi ognuno faccia quel che, ponderata la situazione, la coscienza gli detta.
Riassumiamo entrando nel merito referendario.
SE VINCE IL SI
Se vince il SI che per 30 – 40 anni è stato il nostro punto di forza per la sua attività di governo, la Provincia, è definitivamente cancellata. Ci sarà una specie di Consorzietto senza possibilità di governo, - che viene dalla investitura democratica la cui massima rappresentazione è il voto della gente – e dedicato ad occuparsi di aspetti amministrativi.
Quello che eravamo riusciti ad ottenere dalla Regione se ne va. Al di là di quel che sostengono fautori del SI ve lo vedete lo Stato che a Roma decide di chiamare Sondrio e Belluno per discutere di concessioni idroelettriche, di acqua e compagnia bella?
In Valtellina la constatazione che la soppressione della Provincia sia una bella – si fa per dire... - botta è quasi unanime. Credono in pochi che domani la specificità di Sondrio e Belluno venga riempita di sostanza. Sono tre le occasioni importanti in cui era possibile inserire le due Province nella Legislazione nazionale. Occasioni perse. Quella delle Camere di Commercio è emblematica. Nel DL relativo vicino alla conclusione troviamo scritto: “ sarà possibile, ma non necessario, tener conto delle specificità geo-economiche dei territori delle province montane per l'istituzione delle Camere di commercio”. I soloni romani hanno stabilito che da 105 le Camere di Commercio debbono scendere a 60 in base al numero di imprese iscritte – e il merito? Si legifera usando la matematica! - e che vengono fatte eccezioni per chi è già a Statuto Speciale, un privilegio barbarico, per chi è in regione piccola eccetera perchè usare nei nostri confronti quella formula che dice tutto o niente) Ci voleva molto a richiamare il disposto della Legge Del Rio?

SE VINCE IL NO
Valgono per l'Ente Provincia, almeno in parte, le considerazioni fatte prima sulla base di ipotesi del SI vincente. Tornare indietro con l'elezione diretta è politicamente impraticabile, anche se per noi sarebbe la bentornata, non essendoci una maggioranza in Parlamento su questo aspetto. Tutto da vedere il resto, certamente condizionato dalla posizione di casa PD che resta da solo maggioranza alla Camera e in multiforme compagnia al Senato. Qualche schiarita ce la può invece dare la Regione che già si era messa su questa strada addirittura prendendo la Provincia di Sondrio – e domani il l'Ente di maglia larga – a modello di autonomia, l'antitesi rispetto alla filosofia che è alla base di questa riforma.

Santa Barbara
Domenica 4 dicembre dalle 7 alle 23 si vota. Per fortuna che è il giorno di Santa Barbara, protettrice fra l'altro di  artificieri, artiglieri, contro i fulmini e tuoni, minatori,  vigili del fuoco.
La campagna elettorale è stata del tutto atipica, fra l'altro con un Renzi televisivo che ha enormemente surclassato il Berlusconi-TV dei suoi momenti d'oro. Abbiamo sentito di tutto e il contrario di tutto, salvo il tema del Provincicidio che non è stato rivendicato dai renziani, e da qualche forzista. Forse avevano vergogna a dover riconoscere che hanno fatto una cosa da dilettanti allo sbaraglio come peraltro abbiamo ampiamente dimostrato.
Campagna bellicosa che vogliamo sperare risenta positivamente della Protettrice del giorno per evitare che il 5 dicembre riprenda la danza dopo la pausa dei due giorni, il 3 e il 4, trascorsi senza il corredo di contumelie fra i contendenti.

In Valle
E' di una evidenza preclara il grave rischio che noi corriamo. Se ci fosse stato il modo di approfondire la nostra difesa avrebbe dovuto vedere in prima fila la stragrande parte dei valtellinesi. Non sarà così. Chi è più addentro alle tematiche oggetto del voto in grande maggioranza sarà per il NO. Ma ci sarà chi, e neanche pochi, che voterà pensando a quella specie di trio Lescano Renzi-Berlusconi-Grillo e poi con Salvini, la Meloni, Alfano, Verdini a fianco. E ci sarà chi se ne starà a casa, tanti, dimenticando che gli assenti hanno sempre torto, salvo poi lamentare ingiustizie, errori e compagnia bella.
Il rischio è forte e abbiamo due esempi. L'ALER oggi ha il ponte di comando in Bergamo e la sezione staccata a Sondrio. Gli industriali sono emigrati con i colleghi di Lecco, Sondrio restando sezione staccata. La Camera di Commercio è in bilico. Sul BIM – ma qui sarebbe guerra perchè le acque sono nostre! - qualche ingordo giù per Roma ha posto lo sguardo. Le Comunità Montane sono in via di soppressione. Quatti quatti Banca d'Italia, Ragioneria, Tesoreria se ne sono andati. Rebus sic stantibus non sembrano esserci possibilità di avere un consigliere regionale. Ridotti i parlamentari il rischio nostro di non averne sarà forte.

Dante
E noi dunque? Aiuta il nostro commento un certo Dante Alighieri; “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, (6° canto del Purgatorio)
Ogni riferimento alla situazione futura di Valtellina e Valchiavenna è puramente CAUsale.
a.f.

a.f.
Editoriali