PGT Sondrio - 6 OVE SI CERCA UNA VIA CHE TRAGHETTI DALL'ARCHEOLOGIA URBANISTICA OGGI A UNA LETTURA DEL TERRITORIO ALMENO IN LINEA CON I TEMPI E DOMANI A RIPRENDERE UN RESPIRO STRATEGICO
Per parte nostra avevamo finito.
Cominciava il dibattito in Consiglio Comunale e quindi noi, che siamo stati del tutto fuori dalla discussione politica, riprendevamo il ruolo di spettatori. Non avevamo fatto i conti con l'oste, nella fattispecie rappresentato da due piani galeotti, quello idrogeologico e quello sismico che hanno indotto le opposizioni, che non avevano ricevuto la documentazione e che hanno lamentato di non essere stati informati al riguardo, a sollevare l'eccezione. Dopo una fase concitata e una sospensione il Sindaco ha deciso il rinvio per questioni 'di serenità'.
Se il buon giorno si vede dal mattino, - c'è anche un rovescio di tale famoso detto -, qui le cose potrebbero farsi spesse. Al di là dell'incidente di percorso, obiettivamente sorprendente e non addebitabile agli uffici comunali, il 'chi ben comincia' ha subito un'altra smentita visto che sul tavolo della Giunta arrivano bel 149 emendamenti, ciascuno dei quali poi deve essere presentato e discusso.
Monologo non dialogo
Dispiace quel che è successo in Consiglio Comunale. L'opposizione ha dichiarato che non si poteva iniziare la discussione sul Piano di Governo del Territorio Non si può discutere, è stato detto, visto e considerato che non ci sono stati dati, né se ne è discusso, i Piani idrogeologico e sismico. Dopo un concitato dibattito e una sospensione il Sindaco ha accettato il rinvio per ragioni "di serenità".
Si dimostra quanto sostenuto all'inizio.
Su un tema principe che si presta, e per certi versi addirittura lo richiede, ad un dibattito libero negli aspetti culturali e responsabile in quelli politici, si rivela, meglio si conferma, che il quantomeno opportuno dialogo ha lasciato posto ad un quantomeno inopportuno monologo.
Malinconico rinvio.
E così si è arrivati ad un rinvio. Malinconico per due ragioni.
- La prima è che su questi temi a Sondrio si rompe quella che da sempre è stata una tradizione di apertura reciproca che negli anni aveva emarginato la polemica.
- La seconda lascia perplessi. In una situazione del genere, viste le eccezioni sollevate, logica politico-amministrativa avrebbe voluto una diversa conclusione. Ricordo, come testimonianza, che quando firmavo la convocazione del Consiglio Comunale accertavo che tutti i punti all'odg fossero a posto, sotto ogni profilo, formale e sostanziale.
Il Sindaco per la verità ha sostenuto la regolarità formale ma l'opposizione ha duramente contestato anche con dubbi di legittimità.
Si è rinviato ma poteva esserci un'altra via, razionale e politicamente praticabile. Visto che erano presenti i progettisti sarebbe stato logico, a mio personale avviso, fare quello che si è fatto molte volte. In questo caso specifico una volta sospesa la seduta il Sindaco avrebbe potuto chiamare i capigruppo, con la proposta di riconoscere l'errore, 'sia pure involontario', e dedicare la seduta alla illustrazione tecnica da parte dei progettisti. Questo ovviamente senza entrare nel merito delle scelte, questione che riguarda gli amministratori, da valutarsi a partire da lunedì 13, giorno in cui è stata fissata la seduta consiliare.
Incomunicabilità
Niente dialogo dunque. Adesso arriverà la discussione sui 149 emendamenti. Un record assoluto per Sondrio. Già questa presentazione costituisce la cartina di tornasole della incomunicabilità tra maggioranza e tutte le opposizioni. Fra i 149 potranno essercene di più validi e di meno validi, secondo l'ottica della maggioranza, ma è difficile pensare a un voto "politico" e basta. E' vero che sinora è stato fatto tutto in autosufficienza e potrebbe venire la tentazione di continuare su questo piano basandosi sui 24 voti (+1) assicurati dai gruppi consiliari di maggioranza. Sarebbe un errore. Lo diciamo non per qualsivoglia ragion politica ma per la delicatezza della materia, una materia, come è stato detto, che può far milionario il poveraccio e poveraccio il milionario usando un retino piuttosto che un altro. L'incomunicabilità dovrebbe spezzarsi, almeno in parte, trovando dei varchi che migliorino il prodotto, un prodotto che, sarà bene ricordarlo, dovrebbe essere il motore di sviluppo della nostra comunità.
Piano della irrealtà
Ci sono altri aspetti che lasciano ulteriormente perplessi. L'ultimo è stato la convocazione di una conferenza stampa per l'indomani del Consiglio. Una conferenza stampa come di solito in Comune si fa per un progettino di fognatura piuttosto che di marciapiede o di un sentiero o per annunciare una iniziativa. Saltata la seduta consiliare, saltata la conferenza stampa. Quando un argomento di tal peso arriva in Consiglio, dopo anni e anni, è questa la sede per gli organi di informazione. Cosa si pensava, forse all'adozione la sera stessa? Per diventare piano ce ne vorrà del tempo…
Non si può non respirare, sia consentito, intorno a questo PGT, una sorta di atmosfera irreale…
Piedi per terra: questione vincoli
Abbiamo visto nella bozza di piano, tante superfici, magari anche interstiziali, ove saranno possibili interventi edilizi. Abbiamo però anche visto notevoli aree per i servizi. Disegnare è semplice. Tradurre poi quelle intenzioni in realizzazioni non così semplice.
Ferma restando la durata quinquennale dei vincoli urbanistici, è bene fare riferimento alla sentenza 179/1999 del 12 maggio, depositata il 20, della Corte Costituzionale. Tale sentenza ha sancito che la reiterazione dei vincoli comporta automaticamente la corresponsione di un risarcimento. La determinazione della sua entità non ha niente a che fare con l'indennità di esproprio ma attiene alla mancata utilizzazione del bene. In altri termini se fra cinque anni, a vincolo quindi scaduto, il terreno ora vincolato non è stato utilizzato per quanto previsto (verde, park, scuole ecc.) o in ogni caso per uno standard nell'ipotesi che il Comune riconfermi di nuovo, con solida motivazione, il vincolo deve risarcire il proprietario, anche se quel terreno non viene usato.
Nella ipotesi poi che qualcuno faccia riferimento al sistema perequativo introdotto dalla legge regionale 12/2005 - guarda caso già praticato, ove possibile, nel periodo in cui fui a guida dell'Amministrazione -, preciserò che la cessione gratuita al Comune di aree in occasione di interventi o, viceversa, la concessione di una certa edificabilità per avere in cambio le aree può funzionare da qualche parte ma non dappertutto (anche perché la cessione citata avviene al momento dell'utilizzo dei diritti edificatori cui nessuno può obbligarmi mentre alquanto macchinosa appare la via della permuta e da valutare quella del mercato dei diritti edificatori).
Non so se il Comune abbia affrontato questo aspetto, mi pare di no. In Comune l'assessore al bilancio è persona indubbiamente autorevole, competente e stimata. Potrebbe farsi carico del problema con le opportune collaborazioni. Avere un'idea, sia pur di massima, del controvalore economico delle aree che il PGT vincola a "servizi" non sarebbe male onde avere risposta anche in termini di compatibilità in un tempo da vacche magre.
Chiudevamo il precedente articolo, quinto della serie sottolineando come non si riesca "a capire come Sondrio abbia due banche al top in Italia, come offra al Paese, piccoli come siamo, rilevanti risorse umane e poi non riesca a esprimere tutte le sue potenzialità".
Il dinamismo di Morbegno e il risveglio tiranese con l'UNESCO, accentuano una certa qual decadenza del capoluogo ove coesistono associazioni e soggetti vari ma manca un luogo di sintesi culturale.
Crisi anche di persone nella leadership. Tempo fa pubblicammo un curioso articolo in cui si confrontava la presenza di Sondrio alla guida di Enti e Istituzioni. Da una quarantina i sondriesi ai vertici si erano ridotti a poche unità. Da un sommario esame di questi giorni fra le Istituzioni e le principali forze economiche e sociali sono solo tre i sondriesi al vertice: di Confindustria, della UIL e della Coldiretti. Questo non vuol dire che i conti non tornino per questa ragione ma certamente su una serie di tematiche riguardanti il vivere a Sondrio e il prefigurarne lo sviluppo la sensibilità risulta umanamente minore.
Eppure, ripetiamo, sono rilevanti le risorse umane, anche sui problemi del territorio e, specificatamente, urbanistici. Rilevanti ma non hanno neanche il modo 'di contagiare' altri, di confrontarsi, di esprimersi. Un trittico in discesa dal proselitismo all'esercitare un diritto di parola, neppur questo oggi possibile mancando le sedi, fisiche e immateriali.
Domani
E' difficile, oggi, prevedere cosa succeda domani per il PGT. Grandi modifiche non appaiono possibili. Le due occasioni che c'erano, cadute. Per una non c'è più tempo. Per l'altra - grande, ambiziosa, 'utopia' ma com'erano utopie Campus, Piastra e altro ancoraci sarebbe - bisognerebbe tornare indietro al punto zero. Non ne accenniamo nemmeno. Bisogna fare i conti con quel che passa il convento. Non entriamo nelle scelte di dettaglio. Come già scritto in precedenza stiamo fuori dal certame politico che inizierà lunedì 13.
Su tre questioni visto che sostanzialmente sono di carattere generale sì.
Saggio cambiare. Che cosa?
Visto che non si può rivestire la casa con preziosi marmi - come sarebbe stato possibile - diamole almeno una intonacatura di fresco riaffrontando tre punti nodali:
1) La strada panoramica
2) La 'zona produttiva ad est
3) Il sistema Gombaro-Moncucco.
1) La strada va continuata secondo l'indicazione del PTCP, sia pure con tutte le attenzioni del caso, in modo che risulti un plusvalore ambientale e non un pregiudizio
2) La zona produttiva nel breve tempo comunque non serve e se ne può parlare sin da subito con i Comuni contermini (oltre a tutto ci sono spazi disponibili nella zona artigianale Sondrio-Montagna). Non se ne è capita la ragione, quasi una sorta di invenzione accademica delle tre zone che la tavola generale riporta, salvo naturalmente che non sia stata l'Amministrazione stessa a fare questa scelta. Negativa, per tante ragioni.
3) C'è una zona strategica ed è il sistema Gombaro-Moncucco. Perché il sistema? Perché Moncucco si presta in modo eccezionale ad un utilizzo 'da utopia', forse perso se il Governo dovrà fare le valigie. In questo caso Gombaro, acquisito il tipo di utilizzo da parte privata, ne sarebbe al servizio residenziale con standard di qualità. Non ci sono davanti tempi brevi per il recupero dell'area ex industriale, non più utilizzabile come tale, vista la sovrabbondanza di offerta che il mercato edilizio registra in città. Ne consegue una situazione che meriterebbe di essere approfondita, con studi del caso, successive verifiche di fattibilità nelle sedi opportune, infine proponendola al Comune. Domanda ovvia: 'di che si tratta?'. Siamo nella logica dell'innovazione, lontani dunque dall'archeologia urbanistica. Aprire il forziere tirando fuori la proposta sarebbe bruciarla.
E per finire la domanda: A che pro?
E per finire la domanda: A che pro?
Non c'è una ragion politica per questa serie di miei interventi. Non c'è alcun pregiudizio nei confronti dell'Amministrazione e dei suoi rappresentanti. Da sempre mi sono occupato di molteplici problemi ma in particolare su quelli urbanistici. Ho pubblicato nell'appendice stralci di varie date dei miei interventi e, come si rileva, con una linea assolutamente coerente. La mia presa di posizione attuale può perfino essere considerata 'senza tempo'. Come ribadisco sempre quello che sostengo non lo considero il quinto Evangelo. Sono idee che metto nel piatto. Se ne faccia quel che si vuole, se ne critichi l'autore in qualsiasi forma. Ma lo si faccia dopo aver almeno pensato un minuto. In fin dei conti se una sola delle tante idee che ho sciorinato sul piatto andasse in porto un vantaggio per la nostra comunità ci sarebbe.
Non sono temi, quelli trattati, da grande pubblico anche se così come esposti risultano leggibili anche ai non addetti ai lavori. Sono a disposizione, mio personale e disinteressato contributo alla città dei miei, dei nostri, figli, l'avvenire essendo loro prerogativa.
Alberto Frizziero 6 - fine