SONDRIO: MALINCONICAMENTE AMMAINATO IL VESSILLO DELL’AUTOGOVERNO

Ora il Commissario sino alla primavera prossima

Giovedì scorso, 26 luglio, a Palazzo Pretorio di Sondrio é stato malinconicamente ammainato il vessillo dell’autogoverno. Le dimissioni, presentata dal Sindaco Bianca Bianchini il 6 luglio scorso, sono divenute operative non essendo state ritirate entro i prescritti 20 giorni come invece era avvenuto lo scorso anno.

Diciamo malinconicamente in quanto l’arrivo del Commissario Prefettizio in un Comune sta ad indicare, fatte salve particolari eccezioni, che non si è fatto buon uso del mandato popolare conferito in una elezione a suffragio universale.

Tempo fa era diverso

Un tempo potevano intervenire difficoltà legate alla composizione numerica del Consiglio Comunale che impedivano la formazione o comunque il mantenimento di una maggioranza adeguata. Unico esempio diverso in Italia il caso del Comune di Sondrio retto nel quinquennio 1975/1980 da un monocolore programmatico. Un monocolore che poteva contare su 17 dei 40 consiglieri del Consiglio, e che, senza accordi sottobanco ma basandosi su una cultura di governo di ampio respiro che aveva messo in gioco la parte più nobile della politica, concluse il mandato con grandi realizzazioni cui avevano concorso tutti i gruppi consiliari.

Ora la maggioranza c’é

Ora la legge elettorale assegna, quasi sempre, alle liste che hanno appoggiato il Sindaco una consistente maggioranza e quindi, sulla carta, la governabilità. A Sondrio non è stato così. In voti la dr.ssa Bianca Bianchini aveva superato l’antagonista avv. Angelo Schena di soli 83 voti, ma per le norme di cui s’è detto ne basta in realtà anche uno solo per assicurare un’ampia maggioranza consiliare. Pur non volendo entrare in valutazioni di tipo politico, nonostante ve ne sarebbe ampia gamma, non possiamo non ricordare come allora scrivemmo che il risultato elettorale avrebbe dovuto favorire quello che chiamammo “il modello inglese” (la regina che in momento importanti chiama a Buckingham Palace Premier e Leader dell’opposizione trovando ragionevoli intese nell’interesse del Paese…), non in termini consociativi ma con le ovvie distinzioni di ruolo. Restando poi al primo cittadino, per la prima volta a Sondrio Sindaco non espressione di uno dei Partiti della coalizione, da un lato ovviamente la guida della Giunta ma dall’altro la regia dei gruppi consiliari della maggioranza.

Le prime complicazioni

Obiettivamente questo secondo aspetto fu reso più complicato per un lungo periodo all’inizio di mandato dai problemi insorti all’interno dei Popolari Retici e che, in particolare, portarono alle dimissioni l’assessore avv. Sava. Perdita non da poco. L’avv. Sava era infatti assessore all’urbanistica e la sua assenza pesò non poco (anche sul piano della viabilità che non è affatto un Piano di circolazione come era quello precedente del 1984 ma ha principalmente valenza urbanistica) e non è che i problemi cessarono.

Lasciando da parte i problemi più spiccatamente di carattere politico, ricordiamo che già a suo tempo avevamo, sia pur indicativamente, sottolineato i due nodi strutturali che comunque dovranno essere tenuti presente il prossimo anno da chiunque si presenterà come candidato-sindaco.

Primo nodo strutturale

In questo mandato ha pesato negativamente il fatto che il Sindaco non avesse un suo gruppo consiliare, anche minimo di 2/3 consiglieri. Domani potrà anche esserci un Sindaco espressione collettiva, per così dire, e non legato a questo o quel gruppo consiliare, qualsiasi sia lo schieramento. In questo caso però il requisito richiesto non può che essere quello di una forte autorevolezza politica per esperienza e attitudine, indispensabile per una regia di guida. Non è appunto negativo ma solo constatazione, obiettiva e quindi dato asettico di valutazione, il rilevare come la notevole esperienza del Sindaco in fatto di pubblica amministrazione, per la sua carriera professionale, non fosse sorretta da quel bagaglio di carattere politico che sarebbe stato necessario. Avrebbe anche potuto non incidere tutto questo in condizioni “normali”, ha contato invece nel clima conflittuale, prima interno ad un gruppo consiliare, poi con fasi periodiche un modo più ampio con attacchi pubblici ad assessori, dimissioni di assessori, discussioni via via cresciute anche sul piano politico, estranea, si aggiunga, a tutto questo l’opposizione.

Secondo nodo strutturale

Il secondo nodo strutturale. Per oltre nove anni aveva guidato l’Amministrazione il Sindaco Molteni. Per un così lungo periodo a Palazzo Pretorio c’è stata una figura-chiave, il Direttore Generale. Era interfaccia attiva da un lato con la struttura, cosa importante dopo le Bassanini. Era interfaccia attiva da un altro lato con Sindaco e Giunta, cosa importante dopo le Bassanini.

Questa figura è mancata, e lo si è visto, su entrambi i piani.

Sarebbe grave, visto che è umano errare ma diabolico perseverare, che l’anno prossimo, chiunque sia il Sindaco, quale ne sia il colore, non si faccia tesoro del passato. Oltre a tutto un personaggio tecnicamente, e anche “diplomaticamente” adatto a questo ruolo lo abbiamo in Valtellina (e non ci si chieda il nome perché è meglio non fargli correre il rischio di essere bruciato, oltre al fatto ovviamente di non sapere che qualcuno pensi a lui per simile ruolo.

Galetto fu il teleriscaldamento (“e chi lo scrisse”?)

Saltando a pié pari qualche disavventura politico-amministrativa non volendo entrare in analisi di tipo politico c’è da ricordare come i problemi sembravano superati quando la Lega era rientrata in Giunta sulla base di un’intesa politica intervenuta nel marzo scorso con il Sindaco, e quindi si poteva pensare ad un termine regolare di mandato. Galletto il teleriscaldamento (“e chi lo scrisse”? – solo una battuta parafrasando Dante Alighieri…-). La Lega condivide la posizione dell’amministratore delegato dell’ASM, Sertori, a suo tempo da essa indicato, per una semplice autorizzazione del Comune come fatto da molti Comuni anche importanti. Il Sindaco sceglie la soluzione indicata dall’ass. Venosta (rete pubblica e poi concessione della gestione). La risposta è che salta il piano economico. Le posizioni risultano inconciliabili. La Lega ritira il proprio assessore e il Presidente del Consiglio Comunale. Dimissioni del Sindaco. Commissario.

Ma adesso il teleriscaldamento?

Ma adesso il teleriscaldamento? Lontani dalla bufera politica, viste un po’ di situazioni in giro per l’Italia, lette sentenze e scorso memoria sinceramente non riusciamo a capire come ci sia stato questo inserimento in una spirale con esito infausto.

Il teleriscaldamento non è della stessa natura di gas, energia elettrica ecc. E’ assodato che si tratta di un servizio che non ha rilevanza industriale. E’ acquisito che ha uno sviluppo esclusivamente locale, addirittura infraurbano. Aggiungiamo che possono esserci più soggetti. La società Pinco Pallino, si fa per dire, può attivare una produzione di calore dalle parti del Cimitero e chiedere l’autorizzazione comunale per raggiungere l’ospedale. Il Comune può solo fissare le condizioni per l’uso del sottosuolo ma non può negarlo. La società Scarpasacchi & C., si fa per dire, può attivare una produzione di calore dalle parti della Piastra e chiedere l’autorizzazione comunale per raggiungere gli edifici ALER. Il Comune può solo fissare le condizioni per l’uso del sottosuolo ma non può negarlo.

La soluzione giuridica “Venosta” non è sbagliata. E’ però complicata e probabilmente economicamente più costosa. Quella dell’ASM oggettivamente più semplice e meno onerosa. Però, ha detto il Sindaco, la prima ha il vantaggio di essere “pubblica”. Viene risposto che l’ASM è pubblica al 65%, anche se, si precisa, è una società di diritto privato che non può imbarcarsi in un’operazione che risulterebbe economicamente in perdita, per cui imporre la prima soluzione vorrebbe dire giubilare l’iniziativa. La seconda è da vedersi anche perché i concorrenti del teleriscaldamento non staranno a guardare. Salvo che… (ma di questo ne riparleremo).

GdS

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