IL SOLITO REFRAIN. RINNOVAMENTO. VECCHI E GIOVANI. FALSO PROBLEMA. E POI, IN PROVINCIA DI SONDRIO, LA CONFRATERNITA DEGLI EX

Il solito refrain. Rinnovamento

Con maggiore, come ora, intensità o in atmosfera più ovattata il ritornello è sempre quello: ci vuole il rinnovamento e avanti i giovani. E' il modo più semplice di conquistare popolarità. Poi magari succede come a Milano,a un congresso DC quando Andreotti già allora contestato con lo slogan "Ministro a vita" (e Ministro e Premier lo fu ancora, dopo quella data, per un gran numero di volte. Alla contestazione Andreotti rispose che sì, è vero, ancora una volta dopo anni e anni sentiva dire che ci vuole il rinnovamento. Non si capiva però come mai a volerlo erano sempre i solito da tempo immemorabile… Insomma è come il direttore di un'azienda che, alla finestra, si volta alla segretaria dicendo che così l'azienda andrà per forza male. "Venga qui alla finestra a vedere. Da mezzora sto osservando quel nostro dipendente che in mezz'ora non ha fatto niente…". Un po' la storia dell'armiamoci e partite. Il rinnovamento ci vuole ma quello degli altri.

Vi sono due categorie di persone in politica.

- Quelli per i quali 'i vecchi' devono andare a casa. I vecchi sono naturalmente quelli che hanno il pallino e magari solo 50 anni. Un discorso funzionale pensando che 'se il tale va a casa c'è il posto per me',

- Quelli che, avendo il pallino, si ritengono insostituibili pensando che 'i giovani meritano ma devono crescere prima di assumere responsabilità.

Nel primo caso si dimentica che l'umana e naturale aspirazione a correre porta spesso a scorciatoie col rischio di andare a pestare la testa contro il muro. Si dimentica la saggezza popolare che vien da lontano e che non ha tempo. Ricorriamo a un volume pubblicato 171 anni or sono, nel 1838, dalla tipografia di Giuseppe Antonello editore in Venezia, "premiato con medaglia d'oro", con 'notizia letteraria', ovvero prefazione, sia in italiano che in latino di Tommaso Gargallo. E' una sorta di corposissima Opera omnia di Quinto Orazio Flacco, uno dei pilastri della letteratura latina. Non male, trattandosi di rinnovamento, citare quanto scritto 2044 anni fa, ma, come la citazione dimostra il tempo scorre ma i fondamenti del nostro essere comunità tempo non hanno. Veniamo al dunque. Nel primo dei due libri di Satire, precisamente alla nona, sessantesimo verso, si legge "nihil sino magno labore fortuna mortalibus dedit".

Date le scorciatoie il latino è rimasto, erroneamente, di pochi per cui una traduzione, semilibera, si impone: "Nulla dette la sorte ai mortali senza un loro grande impegno". E qui soccorre un gustoso episodio di un po' d'anni fa, primi tempi di Forza Italia. Fra u fans sinceramente in prima linea c'era un certo tizio che a destra e a manca dichiarava il suo buon diritto a impegnarsi e quindi ad andare in Comune per, finalmente, far vedere come si governa. Aveva infatti - diceva lui - un atout inequivocabilmente risolutivo: 'non mi sono mai occupato di politica', caratteristica ideale dunque, secondo lui, per andare in Consiglio Comunale, probabilmente pensando anche alla Giunta e chissà, forse anche alla sedia non gestatoria di primo cittadino. Si avvicinavano le elezioni ed era pronto il discorsetto da fargli non appena presentata la candidatura. Più o meno questo: "Stai per andare ad amministrare ' l'azienda ' di cui io sono uno dei 23.000 soci (tanti erano allora i sondriesi) grazie alla fortunata di non essertene mai occupato, né direttamente, né indirettamente proprio per non aver mai fatto politica. Ti senti quindi in condizioni ideali per il grande passo e per dare finalmente ai concittadini quello che ' i politici ', sia pure di complemento, non hanno dato sinora. Di fronte a questo nobile disegno completa però il quadro di rinnovamento. Tu sei nella fortunata circostanza di avere un figlio che della tua azienda non si è mai occupato, neppure indirettamente. E' quindi in condizioni ideali come le tue. Il non sapere niente come la migliore condizione per mandare avanti le cose. Ti occupati delle cose di tutti noi, lui si occupi delle vostre". Sarebbe stato un bel discorsetto, ma avvicinandosi la data di presentazione delle candidature chissà come mai la vocazione a fare il salvatore della patria perdeva colpi fino a morire del tutto. Peccato. Sarebbe stato divertente. Utile comunque perché lo schema rimane come esempio. L'età conta certamente ma conta forse anche di più la qualità, le competenze, la capacità delle persone. Abbiam parlato di Andreotti, ancora vivo e vegeto con le sue battute. Ricordiamo una delle più famose: "il potere logora chi non ce l'ha", sempre però che il potere sia esercitato nel modo giusto. Il potere altrimenti logora, giovani p vecchi che siano quelli che lo detengono.

Nel secondo caso si dimentica la natura umana e quel quid di narcisismo che inevitabilmente c'è in tutti. Un quid che però spesso e volentieri dilaga proprio perché a fronte degli scenari che gli studiosi prospettano per la fine secolo 21° pensano di essere in grado per allora di provvedere con le misure del caso… Succede. Succede in genere quando si dimentica - sempre la saggezza popolare! - che tutti sono necessari ma nessuno indispensabile. Regola questa che viene condivisa da più o meno tutti ma per qualcuno, anzi molti, risulta implicito che ammetta l'eccezione quando c'è di mezzo lui.

La realtà è diversa e come schema non era male quello della Commissione Edilizia di Sondrio. A parte i membri di diritto gli eleggibili erano sei, da scegliersi in Consiglio ma cinque su terne indicate da ingegneri, architetti, geometri, avvocati, costruttori. Ebbene ogni anno ne scadevano due e se ne eleggevano due. Un processo di continuo rinnovamento che però aveva come solida base l'esperienza di chi restava per cui era garantita la continuità di linea.

Assodato quindi che non debba esserci una ideologia del rinnovamento ma un rinnovamento razionale non va dimenticato che in fin dei conti il Presidente della repubblica in carica, e più o meno i predecessori, è un ultraottantenne e non vi è dubbio alcuno che sappia, come i predecessori, svolgere il suo incarico nel modo migliore.

E così ci sono dei giovani che stanno dando ottimi risultati e altri che, messi alla prova dimostrano di essere, andando bene, ancora acerbi.

Ultima considerazione. Abbiamo fatto il caso della politica ma non c'è solo questa. Pensiamo alla Nazionale di calcio e alla polemica sui 'vecchi' che molti vorrebbero lasciare a casa. Occorre innovare, non c'è dubbio, ma guarda caso in porta c'è qualcuno che a 36 anni - calcisticamente un vegliardo - sta dimostrando che 'i giovani' devono ancora mangiare parecchia polenta prima di prenderne il posto.

Falso problema l'antinomia vecchi-giovani. Innocazione indispensabile ma in un processo di integrazione che consenta ai ' vecchi ' di trasmettere ai ' giovani ' l'esperienza fatta, salvo ovviamente per chi la riceve di farne tesoro o meno nella misura che la sua sensibilità riterrà giusto.

Alberto Frizziero

AOOENDICE

Chiudiamo con un elenco, che speriamo completo, degli ex. Fra parentesi chi è in carica.

LA CONFRATERNITA DEGLI X

Parlamentari

Bettini

Bissi

Buzzetti

Catellani

Ciabarri

Ciapusci

(Del Tenno)

Forte

Mazza

Moro

Oberti

Paini

(Provera - EU)

Pucciarini

Rossattini

Scherini

Tarabini

Consiglieri regionali

(Bordoni)

Contini

Muffatti

Presidenti della Provincia

Bottà

Dioli

Marchini

Pasina

Provera

Scaramellini

(Sertori)

Tarabini

Sindaci di Sondrio

Benetti

Bianchini

Buzzetti

Frizziero

(Molteni)

Presidenti CCIAA

(Bertolini)

Catellani

Dassogno

Presidenti BIM

Bonetti

Frizziero

Rampa

(Rebuzzi)

Presidenti C.M. unica

Benetti

Frizziero

Garbellini

Presidenti IACP - ALER

Canali

(De Gianni)

Alberto Frizziero
Editoriali