Titanica impresa il nostro arrivo su Titano. Nostro come umanità ma nostro anche come Italia. Occorre una riflessione profonda

La complessità - Identikit di Titano - Si diceva - Questioni aperte - Le cose cambiano, anche se occorre attendere - Orgoglio italico


LA COMPLESSITA'


Titanica impresa il nostro arrivo su Titano, quindicesimo dei
satelliti di Saturno fino ad ora scoperti (fino a non molti anni
fa se ne conoscevano nove), ma molto "antico" visto che Huygens
lo scoprì nel 1655. Non ci riferiamo alla distanza percorsa,
circa un miliardo e mezzo di km, o al tempo impiegato per
arrivare fin là, circa sette anni. Ci riferiamo invece alla
complessità dei problemi di meccanica celeste, prima, per
stabilire con grandissima precisione la rotta, poi la
millimetrica precisione del sistema di propulsione per arrivare
dove previsto, infine la perfetta scelta di tempo per la discesa
del modulo scientifico sulla strafreddissima superficie. E
questo per non parlare degli aspetti tecnologici per le
necessità di resistere alle sollecitazioni indotte da un lato
dalle accelerazioni nelle fasi di lancio e dall'altro a quelle
determinate da temperature alle quali molti solidi diventano
fragili.



IDENTIKIT DI TITANO


Ricorriamo agli “astrofili trentini” per saperne di più su
questo misterioso satellite che orbita a 1.221.830 km da
Saturno, con un diametro di 5150 km (quello della Terra é di
12.756 e con una massa uguale al 2% di quella della Terra. E' il
maggiore e di gran lunga il più interessante. La sua densità
media è 1,88 g/cm3, rispetto al valore di 0,69 g/cm3 di Saturno
e 1,0-1,4 g/cm3 degli altri satelliti, segnala l’insolita
presenza di un nucleo roccioso. Ma gli aspetti più interessanti
di Titano sono l’atmosfera e le proprietà superficiali.
L’atmosfera è stata osservata e analizzata, anche
spettroscopicamente, dalle sonde Voyager nei passaggi del 1979 e
1980, la sua opacità nello spettro del visibile ha però reso
impossibile ottenere immagini dettagliate del satellite. Essa è
costituita prevalentemente da azoto e da una piccola percentuale
di metano, di altri idrocarburi e vari componenti azotati del
carbonio; è anche da segnalare un’elevata concentrazione di
aerosol e polveri, in gran parte responsabili dell’opacità
osservata. Titano possiede un diametro superiore a quello di
Mercurio e risulta essere più grande e pesante di Plutone.



SI DICEVA


Prima dell'arrivo su Titano si diceva:

"Ancora oggi la nostra conoscenza del satellite è incompleta.
Titano è circondato da un'atmosfera spessa e densa; la
superficie non è completamente visibile in luce bianca (sotto a
sinistra). (La missione Cassini mapperà la superficie di Titano
con un radar così come ha fatto la Magellano con Venere.) Tutto
quello che ci mostrano le immagini del Voyager è una leggere
variazione di colore tra l'emisfero nord e quello sud. Alcuni
dettagli sono stati osservati nell'infrarosso con l' HST.

Titano è simile a Ganimede, Callisto, Tritone e (probabilmente)
Plutone. Non si sa se possegga una struttura interna come
Ganimede o sia uniforme come Callisto.

Titano è composto per metà di ghiaccio e per metà di roccia. È
probabilmente differenziato in molti strati con un nucleo
roccioso centrale di 3400 km circondato da molti strati composti
da diverse forme cristalline di ghiaccio. Il suo interno
potrebbe essere ancora caldo. Sebbene sia simile per
composizione a Rea e agli altri satelliti di Saturno, Titano è
molto più denso poiché è così grande che viene compresso dalla
sua gravità.

Titano è l'unico tra i sateliiti del sistema solare a possedere
una atmosfera significativa. Alla superficie la pressione supera
gli 1,5 bar (50% più che sulla Terra). L'atmosfera è composta
prevalentemente da azoto molecolare (come quella terrestre) con
non più del 6% di argon ed una piccola parte di metano. Ci sono
poi tracce di una dozzina di altri composti organici (etano,
idrogeno cianide, anidride carbonica) ed acqua. I composti
organici che dominano l'alta atmosfera di Titano, vengono
distrutti dalla radiazione solare. Il risultato è simile a
quello delle cappe di smog che sovrastano le nostre città.
Queste condizioni sono simili a quelle dell'atmosfera terrestre
primordiale quando sul nostro pianeta cominciò a svilupparsi la
vita.

Titano non possiede un proprio campo magnetico e qualche volta
si trova ad orbitare al di fuori della magnetosfera di Saturno.
Il satellite si trova quindi direttamnete esposto al vento
solare che può ionizzare e strappare alcune molecole dall'alta
atmosfera.

Sulla superficie di Titano la temperatura è di circa 94 K (-290
F). A questa temperatura il ghiaccio non sublima, per questo c'è
poco vapore acqueo in atmosfera.

Ci sono due strati di nubi ad un'altezza di 200 e 300 km dalla
superficie. Piccole quantità di elementi complessi sono poi
responsabili del colore arancio con il quale ci apprare il
satellite quando lo guardiamo dallo spazio.

Le nubi di etano potrebbero produrre delle precipitazioni con la
conseguente formazione di un "oceano" di etano (o di un
miscuglio di etano e metano) profondo più di 1000 metri. Recenti
osservazioni radar effettuate da Terra sembrano però smentire
questa ipotesi.

Le osservazioni compiute con l' Hubble Space Telescope ci
mostrano immagini infrarosse della superficie di Titano,
immagini che le sonde Voyager non ci hanno potuto fornire poiché
l'atmosfera impedisce in luce bianca la visione della
superficie. Queste immagini suggeriscono che su Titano esista un
gigantesco "continente" molto chiaro . Questo non prova che su
Titano esista un oceano, ma solamente che esistono regioni scure
ed una grande regione più chiara. Il sito di atterraggio del
modulo Huygens (18,1 gradi Nord, 208,7 gradi di longitudine) è
stato scelto analizzando queste immagini.


Questioni aperte


* C'è del liquido sulla sua superficie?

* Il suo interno è ancora caldo?

* Perché Titano possiede una atmosfera densa e gli altri
satelliti no?

* Su Titano ci sono composti organici e potenzialmente un
ambiente liquido . Queste condizioni sono favorevoli alla vita.
Titano rappresenta quindi uno degli ambienti in cui ci sono più
possibilità. che si sviluppino forme di vita extraterrestri. In
ogni caso rappresenta un interessante termine di paragone con
l'ambiente primordiale terrestre.

* Le mappe radar della Cassini ed il modulo Huygens ci
forniranno numerosi dati su questo enigmatico satellite".

Quanto sopra, da "Si diceva" sin qui tratto dal sito degli
astrofili trentini dall'indirizzo

http://www.astrofilitrentini.it/tnp/titan.html

Le cose cambiano, anche se
occorre attendere

Le cose cambiano. Sono bastate le prime foto inviate dalla
superficie del satellite per accendere d'entusiasmo gli
scienziati. Era già stato un prodigio il successo tecnologico ma
quel che ci é arrivato ha superato ogni più rosea previsione. Le
formazioni dendritiche, é stato osservato, sono un segno
inequivocabile dello scorrimento di fluidi. Non si tratta, o non
si é trattato, certamente di acqua data la temperatura
strarigida che dovrebbe essere intorno ai 150 - 160° gradi
centigradi sotto zero. Presumibilmente idrocarburi. Occorre
attendere e non poco tempo perché l'analisi delle foto e dei
dati inviati a terra terrà occupati per parecchio gli scienziati
che hanno il compito di interpretare le une e gli altri.

orGOGLIO ITALICO

Orgoglio italico più che legittimo visto che la parte più
delicata della sonda, quella che ha assicurato la trasmissione a
terra, é stata progettata e costruita in Italia.

Orgoglio ma anche qualche riflessione. Il nostro Paese ha punte
avanzatissime. Per stare nell'astronautica basta ricordare la
genialità del progetto San Marco con i satelliti, già essi
stessi prodigiosi, lanciati da una piattaforma galleggiante al
largo delle coste del Kenia. E il tutto, per giunta, a basso
costo, anche sotto questo profilo per via della fantasia.

In tante cose siamo all'avanguardia e poi non cogliamo i frutti.
Valga per tutti l'esempio FIAT. Possiede la Ferrari che é un
unicum mondiale e non riesce a trasfondere nel suo settore auto
i vantaggi che la supremazia nelle corse potrebbe e dovrebbe
assicurarle.

In queste settimane ha fatto parlare di sé il satellite NASA
Swift, il cui  telescopio XRT ha catturato la prima
l'immagine di un lampo di raggio gamma (Gamma-Ray-Burst); un
campo in cui, guarda caso, è stato precursore il satellite
italiano "Beppo" Sax.

XRT è uno dei tre strumenti a bordo di Switf, che, ancora guarda
caso, é stato realizzato con la collaborazione dell'Agenzia
Spaziale Italiana e del Particle Physics and Ast ronomy Research
Council (lanciato il 20 novembre del 2004). Il telescopio XRT è
stato costruito alla Penn State University con la
collaborazione, guarda caso, dell'Osservatorio Astronomico di
Brera e dell'università inglese di Leicester.

E ancora a proposito di italiani, guarda caso, é Guido
Chincarini a capo del team scientifico di Swift dell'Università
di Milano e dell'Osservatorio Astronomico di Brera...

Nelle varie discipline ogni tanto vien fuori che alla base di
questa o quella innovazione c'é un ricercatore italiano. In
genere però fuori
dall'Italia.

C'é da pensarci su.

Alberto Frizziero

GdS 20 I 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Editoriali