ROMA

Per Berlusconi non va bene - Tocca al Polo - Se la ?Casa? ce la fa... - E sennò... - E' andata così, ma adesso... - Leader di un Partito, non Partito del leader - L'incognita del 13 maggio

Per
Berlusconi non va bene

In un articolo
del 20 marzo 2004, leggibile andando agli indici, scrivevamo:

"Per Berlusconi non va bene. Berlusconi ha più volte
dichiarato che rivincerà alle elezioni del 2006. Che bisogno c'é
di dirlo e ridirlo? Il bisogno viene da una preoccupazione
legata alle prossime elezioni europee ed amministrative. ...Da un lato le preoccupazioni hanno
origine non solo dai sondaggi ma anche da una situazione
oggettiva di impasse politica e istituzionale, ...Dall'altro il malessere nella coalizione al governo é evidente
così come le forze centrifughe al suo interno, frutto e di
diverse sensibilità e anche da contrastanti interessi
elettorali.

La realtà é che il Paese non va bene. In queste condizioni é
difficile governare per chiunque ....Berlusconi, sbagliando, comincia a guardare alle elezioni del
2006 con timore, anzi con paura..."


Tocca al Polo

In un articolo del 8.10. 2002, leggibile andando agli indici,
scrivevamo:

"Il 15 gennaio 2001 scrivevamo "TOCCA AL POLO"

Cosa manca al nostro Paese? Lo dicono tutti, dentro e fuori
Italia: la stabilità di Governo. Kohl ha governato la Germania
persino in una legislatura con una maggioranza di 3 o 4 voti,
senza difficoltà. In Italia sono andati in crisi Governi che
disponevano di ampie maggioranze parlamentari.

Manca la stabilità. Sembrava che con la vittoria del Polo più
Lega questo risultato fosse stato ottenuto. Dopo un anno il
cosiddetto “ribaltone”,...

Sta il fatto che una scelta che in teoria doveva essere quella
della stabilità in una dozzina di mesi era già saltata per aria...

Elezioni successive:il Polo ha fallito, il popoìo sceglie
l’Ulivo, anche per una strategia intelligente di avvicinamento
all’evento elettorale da parte di Prodi. Sembra che si sia
imboccata la strada giusta, il Governo pensa di fare sul serio,
la maggioranza “caricata” dal successo elettorale vede un lungo
percorso davanti a sé. Ma la matematica prestata alla politica
interviene: cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non
cambia. Prodi va a casa, non per eventi esterni, ma interni alla
maggioranza, e D’Alema ne raccoglie l’eredità, fra l’altro
cavandosela bene nella gestione di una situazione molto
difficile e spinosa per il suo schieramento: la guerra contro
Milosevic. Ma anche D’Alema va a casa, non per eventi esterni,
ma interni alla maggioranza. Tocca ad Amato che toglie le
castagne dal fuoco all’Ulivo in un frangente periglioso. Ma
anche Amato va a casa, seppure questa volta non anticipatamente:
il TFR gli viene consegnato in anticipo e abbozza, non proprio
entusiasticamente, lasciando la candidatura a Premier a Rutelli
nel tentativo di invertire un trend sfavorevole. E non è ancora
finita perché Cofferati non ècontento, perché D’Alema prende le
distanze, perché Mastella scalpita, perché i piccoli...."


Se la “Casa” ce
la fa... - E sennò...


La democrazia dell’alternanza è stata sempre vagheggiata. Ora
dunque tocca al Polo che, acquisita la Lega, ha cambiato nome e
da Polo delle Libertà è divenuto la Casa delle Libertà.

Se la “Casa” ce la fa, ha un percorso ampio davanti.

Se non ce
l’ha l’esame spetta di nuovo all’Ulivo o come diavolo si
chiamerà allora, e quindi la prospettiva di questo percorso
ampio.

In un Paese occorre infatti una forza trainante egemone (che non
vuoi dire totalitaria o dimentica dell’esistenza di una
minoranza che non è né può essere, se si ha a cuore linteresse
del Paese, sempre opposizione, come il modello inglese insegna,
o dovrebbe insegnare.

L’Italia ha bisogno che la guidi qualcuno per due o forse anche
tre mandati legislativi per affrontare i nodi strutturali avendo
il tempo di scioglierli, dato che non basta per questo fare le
leggi, ma occorre anche applicarle, e occorre poi controllarne i
risultati, e occorre infine apportare le correzioni che la
realtà concreta evidenzia come necessarie.

In termini astratti toccherebbe quindi ora al Polo, anzi alla “Casa’.



E' andata così,
ma adesso...


E' andata così, ma adesso Berlusconi appare in caduta libera,
sconfitta dopo sconfitta. Pesantissime. Già durissime sul piano
dei numeri, e proprio in particolare per Forza Italia, ma con
un'aggravante per le prospettive. Teniamo conto che per la
maggior parte dei problemi i riferimenti oggi sono le Regioni.
C'é tutto un mondo che ruota attorno ad esse e l'Ulivo, oggi
Unione, non si lascerà sfuggire certamente questa occasione
d'oro in funzione del voto dell'anno prossimo.


Leader di un
Partito, non Partito del leader


Avevamo pure scritto che Berlusconi avrebbe dovuto cambiare
ruolo diventando leader di un Partito dall'attuale posizione,
che resta, di Partito del leader. La prova l'abbiamo avuta
recentemente con la questione del Partito unico. Al di là della
qualità e della sostanza della proposta, sulla quale non
vogliamo entrare, logica politica avrebbe voluto una prioritaria
analisi quantomeno degli organi centrali. Non ci sarebbero state
opposizioni certamente, ma poteva anche venire qualche idea
positiva.

Che tipo di Partito unico? Quello, peraltro impossibile a
realizzarsi, teutonicamente omogeneo e piramidalmente
strutturato agli ordini di un Capo? O quello nel quale andando a
coesistere sensibilità diverse, con storia e patrimonio ideale
diversi, si sommano inevitabilmente correnti di pensiero, in
ogni caso correnti? E quello che elettoralmente parlando é
destinato, come sa bene chiunque abbia un minimo di esperienza
politica o abbia anche solo un minimo di infarinatura di
psicologia di massa, ad ottenere un numero di voti inferiore
alla somma dei diversi Partiti qualora si presentino da soli?

Sarebbe bastato all'on. Berlusconi leggere qualche articolo di
un giornale edito nell'estrema periferia italiana, in mezzo alle
Alpi, ancorché leggibile in tutto il mondo. Leggere e meditare,
non perché "La Gazzetta di Sondrio" sia il quinto Vangelo, ma
più semplicemente perché col passare del tempo e quindi con le
conseguenti verifiche emerge che, chissà come mai, le sue
analisi si rivelano regolarmente esatte e precorritrici della
realtà futura... Ne avrebbe avuto parecchi vantaggi.


L'incognita del
13 maggio


Il 13 maggio 2006 ricorrono, in un giorno solo, due anniversari:

- il settimo dall'elezione di Ciampi a Presidente della
Repubblica

- il quinto dalle elezioni politiche.

Entrambi quindi punti di arrivo, il primo del mandato di Ciampi,
il secondo del mandato del Parlamento.

Chi per primo? E proprio nessuna novità alle viste per evitare
l'accavallamento?
Luca Alessandrini

GdS 10 V 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Luca Alessandrini
Editoriali