Referendum: 77 Premi Nobel per il SI. Sono il 32,08% dei 240 Nobel viventi. Gli altri 163 (67,92%) non hanno firmato. Perché é validissima, giuridicamente e sostanzialmente, l'astensione dal voto, su qualsiasi argomento referendario
I 77 Nobel:
propaganda
Questo editoriale sarà breve.
Ospitiamo su questo numero diversi contributi esterni, tutti
quelli arrivati (e se quasi tutti sono dello stesso tenore é
perché i favorevoli al SI referendario non ci hanno scritto. Lo
avessero fatto sarebbero comparsi sul giornale).
Non ci vanno diverse cose di questa campagna referendaria. Ci
sono cose decisamente fuori posto, su tutti i versanti anche se
si é distinto particolarmente il versante del SI. Non in modo
generalizzato. C'é stata parecchia gente correttissima, ma ci
sono stati tanti "sbragati".
Non ci é andato questo discorso dei 77 Premi Nobel schierati per
il SI. Volendo stare sullo stesso piano ci sarebbe da dire che
77, sui 240 viventi, rappresentano il 32,08%.
La realtà é diversa. Il Premio Nobel, di qualsiasi materia, non
é Leonardo da Vinci, enciclopedico. Ma se per caso ne spuntasse
uno anche in questo caso il chiamarlo in causa non sarebbe
appropriato.
Un Nobel o anche uno senza Nobel ma specialistissimo di genetica
può essere il nulla in fatto di etica.
Citare i 77 Nobel é solo propaganda e basta.
L'astensione é una
furbata?
L'astensione é una furbata hanno detto alcuni soloni in prima
linea per il SI, offendendo tutti coloro che hanno
consapevolmente fatto questa scelta.
La migliore, per qualsiasi referendum, non solo per questo.
Il referendum in Italia é abrogativo, in tutto o in parte, di
una legge approvata in Parlamento. Nel momento in cui si vota
per l'abrogazione in un certo senso si censura l'operato del
Parlamento.
Non é cosa da poco.
E' cosa da richiedere maggioranza qualificata, vale a dire la
maggioranza non dei votanti ma degli italiani elettori.
Oggi, visto che gli elettori aventi diritto sono 49.731.352, per
la validità occorre che si rechino alle urne almeno 24.865.677
italiani. Supponiamo che in un qualsiasi referendum vada a
votare appunto questo numero di connazionali. Supponiamo anche,
cosa che teoricamente é possibile, che 23 milioni scelgano di
votare in bianco e che, in assenza di schede nulle, che 1
milione voti il SI all'abrogazione e 865.677 siano per il NO.
In questo caso un milione di italiani in tutto avrebbe
"censurato" il Parlamento!!!
E' giusto invece che, qualsiasi cosa facciano gli altri, i
fautori del SI vadano a votare questo loro SI almeno nel numero
di 24.865.677.
Altro
Ci sarebbe dell'altro ma ne accenniamo solo.
!) L'abrogazione. Un referendum serio deve riguardare una intera
legge, non questo articolo, o questo comma, o addirittura queste
paroline!
La legge non va? Se viene abrogata il Parlamento ha tre mesi per
cambiarla, secondo le linee direttive inserite nella proposta di
chi ha promosso il referendum.
2) C'é chi in Parlamento ha approvato la legge e ora é per il SI
(anche, seppur pochi, che hanno votato contro allora e ora sono
per il NO).
Con tutto il rispetto per le convinzioni di ciascuno e per
motivazioni che possono essere di coscienza di giravolta
comunque si tratta.
Se infatti fosse per ragione di coscienza allora il voto in
Parlamento avrebbe dovuto essere diverso, passando in secondo
piano il dato politico.
No?
I cattoilici che
hanno scelto il SI
C'é poi
il caso dei cattolici - ex-cattolici - che hanno scelto il SI.
Ma di questo é bene parlare, indipendentemente da quale sarà il
risultato che é un'invariante, a referendum alle spalle.
GdS
GdS 10 VI 2005 -
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