Non "l'esecuzione" bensì il barbaro assassinio di Enzo BaldOni richiede che si faccia qualcosa. Anzi che gli Iman facciano qualcosa
Enzo Baldoni segue dolorosamente la via tracciata
da Fabrizio Quattrocchi lo scorso aprile, da molti altri di
altri Paesi e sperando che non tocchi ad altri connazionali
visto che di italiani in Irak, anche per lavoro, ce ne sono
parecchi.
Abbiamo sentito dire in TV di “esecuzione”.
Molto peggio, e
chiamiamo le cose con il loro nome; barbaro assassinio. in modo
barbaro da parte di barbari fanatici. Una specie che si sta
diffondendo con aspetti imprevedibili. I due Tupolev russi
distrutti non sono soltanto un fatto russo-ceceno, tutt'altro.
E poi gli attentati vari e, proprio mentre il giornale va in
rete, la quintessenza della barbarie e della ferocia: i bambini
ostaggi con la minaccia di ammazzarli.
Si é innescata una spirale paurosa.
Quello che si è innescato su scala mondiale, favorendone
diffusione e ampliamento oltre misura di preesistenti nicchie, è
un fenomeno di fronte al quale l’Occidente è impreparato per cui
o non sa come reagire o reagisce stolidamente mostrando
inutilmente i muscoli quando bisognerebbe innanzitutto far
funzionare il cervello, magari anche con l’ausilio di qualche
pensatore tipo Nicolò Machiavelli.
Il caso di Moqtada al Sadr è
illuminante.
Han cercato irakeni e americani, persino con gli
aerei, di stanare i suoi miliziani dal mausoleo dell'Imam Ali a
Najaf. C’è voluto l’arrivo del capo religioso, l'ayatollah Ali
al Sistani, per raggiungere in quattro e quattr’otto l’intesa.
Implicitamente “alla faccia del Governo irakeno e degli USA”, e
come a dire che per il futuro dell’Irak bisogna fare i conti
anche con lui.
Tornando alla nostra tragica vicenda, orrore e commozione
generale, anche rabbia, ma delusione per l’evidente impotenza.
Che fare? Non serve ridire che bisogna portare a casa i nostri
soldati. I francesi non ne hanno ma questo non li ha preservati. Non cambierebbe
dunque niente salvo far cantare vittoria ai
barbari. Così come non servono indiscriminate reazioni verso
tutti gli islamici presenti in Italia.
Qualcosa però si può fare.
Si deve fare.
In Italia c’è un certo numero di islamici, un certo numero di
moschee, un certo numero di Iman.
Il minimo che ci si può attendere è che ognuno di questi Iman
emetta parole di condanna, chiara, esplicita, senza riserve nei
confronti di questi barbari ma anche nei confronti del loro
barbaro modo di agire (alcuni autorevoli rappresentanti islamici
in Italia lo hanno già fatto).
Non obbligando nessuno.
Liberi di farlo e di non farlo.
Se non lo facessero però consentire ulteriormente la loro presenza nel
nostro Paese sarebbe come coltivare serpi in seno.
Se non intendessero farlo sarebbe come dichiararsi complici,
correi dei barbari, barbari essi stessi.
Aperti e ospitalissimi con qualsiasi extracomunitario che,
venendo a casa nostra, entra nella logica delle regole e dei
costumi di casa nostra come hanno fatto tanti emigrati italiani,
fra i quali tanti valtellinesi.
Gli altri a casa loro. Là potranno stare alle loro regole.
Non si tratta soltanto di legittima difesa, ma di 'dovere di
legittima difesa'.
L'epoca del buonismo generalizzato é finita per la semplice
ragione che con esso si va di male in peggio. Buoni sì ma solo con chi
se lo merita.
Alberto Frizziero
P.S.
Bush ha ammesso qualche giorno fa che sono stati fatti errori nella previsione del
dopoguerra, quegli errori che ci hanno infilati tutti i un
brutto, pericoloso e costosissimo vicolo cieco.
Era facile evitarli: bastava che leggesse la Gazzetta di Sondrio
e si comportasse di conseguenza
al posto di dare retta a Rumsfeld.
GdS 30 VIII 04 -
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