Elezioni provinciali: Centro-sinistra addio

di L.A.

“Il centro-sinistra non ha conseguito il risultato che sperava e al suo interno sono subito esplose le polemiche. Ma chi avrebbe potuto immaginare che l’ostilità verso Tarabili avrebbe prodotto un consenso così massiccio per il candidato della Lega, che ha mietuto con abbondanza nei campi di Forza Italia, delle formazioni di centro e, al ballottaggio, perfino in quelle della sinistra?

La candidatura di Tognini è sorta tardi..”. Per lui parole di plauso, con la sottolineatura dei 3000 voti personali in più rispetto alle liste che lo sostenevano, “lasciando dietro di sé non il deserto, ma un esercito pari circa un terzo dell’elettorato valtellinese” Giugni vede l’aspetto positivo di un progetto politico che ha riunito tutte le forze dal centro alla sinistra, “patrimonio politico e umano” da non disperdere pur nelle inevitabili difficoltà. 

C’è il programma nel quale si sono spese molte energie con ampi apporti anche della società civile. Occorre partire da lì “Sarebbe certamente un modo più serio per riprendere il cammino, oggi da oppositori, domani da governanti”.


Un intervento preciso, attento, oculato, nobile e generoso quello dell’avv. Giugni, socialista autentico nell’ispirazione ideale, testimone in prima persona dei valori che ha sempre professato.

La domanda è: quanto c’è di realizzabile di quell’auspicio “domani da governanti?”, o forse meglio quant’è distante quel “domani”?

Non c’è bisogno né di profeti né di cartomanti, ma solo di analisti, anche di chi non ha ancora conseguito la specializzazione, per rispondere a questa domanda. Quel domani è, se si volasse alto, lontano. Se invece, come è più probabile, non si volasse alto ma si seguisse la prassi politica, allora quel domani diventa addirittura lontanissimo.

Ci spieghiamo.

Un’opposizione, per non essere sterile, deve avere dei punti di riferimento, anzi dei punti di riferimento sensibili e credibili.

Non ne ha più o quasi.

In queste elezioni ha perso una presenza, sempre opposizione, comunque rilevante in Consiglio Provinciale. Ha perso la guida dei Comuni importanti. Dopo lo scorso anno Sondrio ora anche Chiavenna e Tirano. Resta il solo Comune di Morbegno oltre a qualche Comune minore che però non ha ovviamente caratterizzazione politica di livello provinciale.

Non ha possibilità di presenza effettiva nelle Comunità Montane, la Presidenza di quella dell’Alta Valle dovendo tenere conto di una particolarissima situazione locale. Non ha parlamentari. Ha un consigliere regionale intorno al quale non si è però prodotto alcuno staff e conseguenti processi politici.

Non siamo ad uno standard di catacombe ma comunque a livelli minimi, probabilmente storicamente minimi.

E allora cosa può fare quest’opposizione per non essere sterile e priva, in prospettiva, di risultati?

Una sola cosa: uscire dagli schemi e fare magari quello che con Tarabini non è riuscita a fare pur avendolo offerto in più di un’occasione (e Tarabini ha pagato anche questa scelta di autosufficienza autarchica). Dioli in Consiglio Provinciale ha più volte offerto la propria collaborazione sui punti nodali per la nostra gente, pur restando la distinzioni di ruoli e nessuna confusione.

Tarabini non ne ha voluto sapere, Provera ha continuato a proporlo. Non era strumentale l’offerta a Tarabini ma rispondente alle necessità della Valtellina, tanto varrebbe ripeterla.

Ma, si dice, oggi il centro-destra dilaga. E allora? Restano o no i punti nodali, interesse di tutti? Resta o no l’interesse a far vivere il Consiglio Provinciale, spesso invece negli scorsi anni, a dir poco, ingessato?

Resta o no l’interesse a tenere unita la pattuglia di amministratori che sono, per così dire, sopravissuti alla deriva Proveriana?

Ma, si dice, oggi il centro-sinistra non è più quello di prima. Qui le cose, obiettivamente, cambiano. Qui si capisce la ragione dell’intervento di Giugni che cerca di forzare perché il disegno politico non si esaurisca e con esso l’entusiasmo e l’impegno. Giugni, consapevolmente o meno, ha compreso che in realtà il giocattolo si è rotto. Tiene, sia pure a fatica, il centro (Margherita), tiene la sinistra (Rifondazione e Comunisti), in forte difficoltà tutti gli altri.

Si esprime, forte, la volontà di cambiamento anche su molti fronti locali. Non la intercetta l’opposizione, ma Provera che ha fatto un discorso nuovo.

“Non credibile”, “ma è leghista”, “E’ tutto centro-destra” e simili, qualcuno dei commenti a sinistra.

Ma se fosse vero? E se il suo discorso avesse una sua validità? Lascio, vedo, rilancio? Rilanciare non è possibile, per ovvi motivi. Lasciare sarebbe comodo ma si finisce in un angolo da cui poi sarà difficile uscire. Vedo? Vedo, ma senza compromettermi in nessun modo. Rapporto istituzionale, salvo verifica. Se le cose funzionano c’è un vantaggio reciproco. Se non funzionano la posizione non è più isolata, in un angolo perché è la maggioranza ad aver fornito occasione di uscita dall’angolo e la inevitabile, a quel punto, polemica è una conseguenza del comportamento della maggioranza.

Ecco però, a questo punto, l’intelligenza dell’intervento di Giugni. Resta intatto lo schieramento di centro-sinistra? Le posizioni sono differenziate perché si passa dall’intransigenza a sinistra a prospettive che potrebbero essere anche diverse al centro. Margherita e UDC, così come con gli altri tronconi democristiani, a livello nazionale si stanno parlando come mai prima, anche se consapevoli che a breve non siano da attendersi improvvise novità.

C’è una vistosa crisi oltre. I DS appaiono di consistenza ridottissima e altrettanto i socialisti organizzati.

Paradossalmente poi fosse andato Tognini al ballottaggio, non andando al secondo turno oltre il risultato del primo nonostante errati pareri diversi in proposito, la situazione sarebbe stata ancora più secca dell’attuale che qualche margine di manovra lo lascia.

Anche se non verrà usato perché si guarderò al domani con strumenti e modalità di ieri senza far tesoro di quello che successo: Tarabini sconfitto per pensare ad ieri, o all’altroieri addirittura; Provera trionfatore presentandosi del tutto in modo nuovo. Non si dimentichi che per andare al ballottaggio con Tarabini determinante è stata la lista “Provincia Unita” che ha superato il 15%, alcuni candidati della quale avevano tenuto a precisare alla vigilia di essere nella lista per un progetto ma di non essere per niente leghisti. Più del 5%…

L.A.

GdS 10 VII 04 -
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