Contro la guerra in Irak. Ma la Gran Bretagna è in Europa? Editoriale

di "Gazzetta di Sondrio"

Contro la guerra in Irak. Lo
scriviamo prima - Siamo con il Papa - Non siamo antiamericani -
Non siamo con Saddam! - No ai lutti e al dispendio di risorse -
Non per partito preso - 

Ma la Gran Bretagna è in Europa? -
Di qui però la seconda: ma esiste l’Europa?





CONTRO LA GUERRA IN IRAK. LO SCRIVIAMO PRIMA

Contro la guerra in
Irak

Siamo contro la guerra in Irak.

Lo scriviamo prima che si pronuncino le varie parti politiche,
politicizzando così un tema che certamente è politico ma che
dovrebbe vedere la priorità delle coscienze.

SIAMO
CON IL PAPA


Siamo con il Papa, con i suoi messaggi che cadono nel vuoto. Non
solo non arrivano, in particolare, alle orecchie di Bush e Blair,
ma neppure a quelle di quello che sembra sempre di più “il
gregge” cattolico. Gregge non come una volta simbolo di
mansuetudine. Gregge oggi simbolo di ignavia.

Non fanno sentire la loro voce neppure i pastori, salvo, e non
tutti, quelli che nelle loro omelie domenicali lanciano generici
messaggi di pace, sempre necessari ma non sufficienti. Tacciono
gli intellettuali cattolici. Tacciono i cattolici impegnati
nella società. Qualche flebile voce solo dai cattolici impegnati
in politica.

Siamo contro la guerra in Irak.


Non siamo
antiamericani


Non siamo antiamericani. E come potremmo esserlo pensando che
gli USA ci hanno salvato due volte, prima dal nazismo e poi dal
marxismo? Non abbiamo nulla in comune con quelli che qualsiasi
cosa facciano gli americani sono dall’altra parte e quindi non
sono credibili anche se la loro posizione contraria alla guerra
risultasse genuina e non condizionata.

Siamo contro la guerra in Irak.


Non siamo CON
SADDAM!


Questo non vuol dire che siamo con Saddam Hussein (e non occorre
aggiungere altro al riguardo).

Siamo contro la guerra in Irak.


No AI LUTTI E AL
DISPENDIO DI RISORSE


Per i lutti innanzitutto, e che siano militari anziché civili
poco importa. Si tratta sempre di uomini e donne, talora
bambini, con le loro famiglie, i loro affetti, la loro vita. E
poi per l’enorme dispendio di risorse che potrebbero, almeno in
parte, essere utilmente impiegate a beneficio dell’umanità, o
anche solo delle persone più deboli negli Stati Uniti e in Gran
Bretagna, così come in Australia e Canadà e altri eventuali
Paesi che fiancheggeranno l’impegno bellico.

Siamo contro la guerra in Irak.

Per le motivazioni esteriori che ne sono alla base, ben diverse
da quelle reali che attengono più all’economia che ad altro.

Siamo contro la guerra in Irak.


Non per partito
preso


Contrari non per partito preso dunque. Contrari per quanto detto
ed anche per le conseguenze che si profilano per tutti, forse,
ahimè, per noi italiani in particolare.


Ma la
Gran Bretagna è in Europa?


Bush tira dritto per la sua strada, nonostante il clima che
circonda questa avventura. Ci sono Paesi che hanno espressa
chiara e tonda la loro disapprovazione, arrivando anche, come ha
fatto la Germania, che questa volta non ci sarà neppure il
contributo finanziario che c’era stato per la Guerra del Golfo.

Tirerebbe così dritto se fosse solo, e se fosse stato solo in
questi anni? Dubitiamo. In realtà gli ha fatto da grande sponda,
politicamente in misura molto superiore all’apporto concreto,
pure non trascurabile, la Gran Bretagna. Non conta che i
sondaggi diano il 58% dei laburisti contrari, che l’erede al
trono Principe Carlo abbia manifestato la sua contrarietà fino
al punto, clamoroso, di vedersi invitato ad annullare il
previsto viaggio in USA, che in Europa spiri aria diversa. Blair
procede come Bush. L’accoppiata BB, un tempo sigla di grazia
femminile, tira dritto per la sua strada, di lutti e rovine.

Di qui la domanda: ma la Gran Bretagna è in Europa?

Se lo fosse dovrebbe stare, come gli altri, alle regole comuni
unitariamente definite. Evidentemente siamo ancora in quell’habitus
mentale che faceva dire “Nebbia sulla Manica, il Continente è
isolato”.


Di qui però la
seconda: ma esiste l’Europa?


Di qui però la seconda: ma esiste l’Europa?

Se non lo si fosse ancora compreso ribadiamo ancora: siamo
contro la guerra in Irak che potrebbe diventare inevitabile solo
in condizioni eccezionali, solo se non ci fosse nessun’altra
via.

Non pensiamo certo di commuovere il Presidente USA e di
dissuaderlo dai suoi propositi, neppure se per questa nostra
posizione ci fosse un plebiscito totalitario nel Bel Paese, o
forse magari anche in tutto il Vecchio Continente. In certi
momenti comunque l’ignavia è fuori posto mentre è eticamente
indispensabile assumere le proprie responsabilità obbedendo alla
coscienza che ha detto, dice e dirà “Siamo contro la guerra in
Irak”.
Gazzetta di Sondrio

GdS 18.I 03   

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