contro la guerra

di "Gazzetta di Sondrio"

Tutti contro la guerra, ma... -
Si conosce cos'é la guerra se... - Ineluttabile la Guerra del
Golfo - Non siamo... - Chi ha spaccato l'Europa? - Contro - Ma
l'11 settembre e il resto? -





TUTTI
CONTRO LA GUERRA, MA...

Tutti, o quasi, sono
contro la guerra, qualsiasi guerra, ma poi si dividono fra
quelli che non derogano e quelli che ammettono possibili
eccezioni.

Noi siamo fra questi e dimostreremo perché.

La guerra per noi non é qualcosa di astratto, di lontano, di
conosciuto attraverso scritti, films, documentari, TV,
testimonianze.

Noi siamo testimoni e, in un certo senso nostro malgrado,
protagonisti, con ricordi personali lucidissimi nonostante la
fresca età.



Si conosce cos'é
la guerra se...


- Si conosce cos'é la guerra se la sveglia é data da una bomba
che esplode al di là del muro maestro della stanza dove si sta
dormendo. Caos, un gas dall'odore intensissimo, e acre, i fili
della corrente che bruciano, urla dei superstiti, silenzio di
tanti altri, soccorritori al lavoro, mio padre che dirige per
ore con un capolavoro di ingegneria i lavori per alzare, dopo
averlo tutto imbragato, il tetto crollato sul mucchio di macerie
e ridare vita a chi é rimasto sepolto, mia nonna che entra in
Chiesa, s'inginocchia e resta in preghiera per un'ora e forse
più senza dare retta a nessuno.

- Si conosce cos'é la guerra se sette aerei in picchiata
mitragliano in modo così massiccio che poi accanto alla
biciclettina, lasciata lì per terra correndo a cercare rifugio
in una tabaccheria piena di donne che pregano e piangono,

restano ile ogive dei proiettili schiacciati in punta
dall'impatto col terreno.

- Si conosce cos'é la guerra se viene bombardato il cantiere
della Falck, a pochi metri da noi, di Pontremoli, ove lavoravano
molti valtellinesi e qualcuno c'é ancora che ricorda quella
notte.

BOMBE INTELLIGENTI, quelle sì, altro che quelle che stanno per
essere lanciate sull'Irak! 20 o 30 in pochi secondi. Scoppi
secchi, lampi che s'intravvedono attraverso le persiane. Gente
in fuga. Mia sorella che, con il fratellini in braccia, fatti 50
metri proprio sul marciapiede non vede nel buio una grossa buca
e ci casca dentro. Prima non c'era. Per forza é un'altra bomba
intelligente che si é guardata bene dall'esplodere. Fosse
successo la casa attigua sarebbe un cumulo di macerie.
Intelligente come tutte le altre che cadono fra case e capannoni
del cantiere Falck. Nessuna di loro produrrà danni, neppure agli
orticelli sparsi.

- Si conosce cos'é la guerra se si é passati per le privazioni,
per l'assenza di cibo, persino del pane e del latte. Problema
non solo alimentare ricordando i tanti finiti in sanatorio con i
più giovani ricoverati al Preventorio del capoluogo. Il ricordo
dei primi cioccolatini - un pugnetto come premio e chissà cosa
erano costati! - quasi un anno e mezzo dopo la fine della
guerra, superati gli esami di ammissione allora obbligatori per
accedere alla Scuola Media (e da Ponte scendemmo a Sondrio in
due in tutto per farli!). Il ricordo della prima palla di gomma
- prima si giocava con quella di stracci - dopo un paio d'anni,
a Natale, dato il costo iperbolico, ben duecento lire...

- Si conosce cos'é la guerra un fratello grande al fronte non dà
notizie per mesi finché arriva una lettera da un ospedale, e si
tratta "solo" di una gamba spezzata da una scheggia, mentre in
altre famiglie resta il silenzio.

Eccetera.



Ineluttabile la
Guerra del Golfo


Conosciuta bene la guerra, terribile Moloch, sostenemmo sulla
stampa, in TV, in dibattiti l'indispensabilità della precedente
guerra del Golfo.

Allora non c'era altro da fare. Si trattava di liberare un Paese
invaso ma, ancor più importante, di ripristinare un equilibrio
nello scacchiere che sarebbe stato gravemente compromesso con
rischi enormi per il futuro e non solo di quell'area. Lo facemmo
con i dati del PIL del Kuwait, con le disponibilità della sua
Banca centrale, con quelle risorse petrolifere che si sarebbero
aggiunte a quelle dell'Irak. Paragonammo sulla stampa Saddam a
Hitler e Stalin, pubblicando le foto di donne e bambini curdi
uccisi con i gas. Polemizzammo con tutti coloro, ed erano tanti,
che ritenevano il petrolio motore della guerra. Erroneamente.
Fosse stata questa la ragione principale gli Stati Uniti non si
sarebbero fermati, non avrebbero lasciate intatte le migliori
armate di Saddam e soprattutto il loro armamentario bellico
distribuito su 200 km della strada che va da Bassora a Bagdad e
quindi facile obiettivo per gli aerei.

Si trattava dell'eccezione, dell'ineluttabile eccezione di cui
s'é detto all'inizio.



Non siamo...


Non siamo quindi pacifisti assoluti. Lo stesso quinto
comandamento della religione cattolica che vieta di uccidere ha
per converso il precetto "di non farsi uccidere", la legittima
difesa.

Non siamo antiamericani. Nelle discussioni citate ai tempi della
guerra del Golfo a molti che avevano una posizione con due
"contro", contro la guerra e contro gli USA, ricordavamo che
senza gli USA tutti noi in Europa saremmo stati governati da un
caporale austriaco, di razza ariana, con i baffetti assurto a
Fuhrer del Reich:

Proprio per quanto detto sopra non siamo sospettabili di essere,
come ha infelicemente detto il Ministro della Difesa Yankee,
della "vecchia Europa", ma della "saggia Europa", di quella che
prima di parlare, nei momenti topici, collega alla bocca tutte
le regioni del cervello, con esclusione assoluta del fegato. Nei
cromosomi ci sono secoli di cultura, ci sono anche incastonati
gli errori e le conseguenze di secoli di lotte fra i diversi
popoli del Vecchio Continente, c'é anche un ammonimento, quello
di valutare a fondo tutte le conseguenze possibili.



Chi ha spaccato
l'Europa?


Si discetta sulla spaccatura attuale fra Paesi per il no e Paesi
per il si, sicuramente grave, in maniera altrettanto grave della
silenziosa debolezza della Lega Araba (e magari della silenziosa
forza di Shell, Chevron-Texaco, Bp, Exxon-Mobil, e magari anche
delle europee Total ed Eni che non sta alla finestra, per non
parlare, per altri vitali settori produttivi, di Boeing, General
Dinamics ecc.).

Certo, é desolante constatare ancora una volta che abbiamo più
un'Europa dell'economia che non l'Europa vagheggiata dai grandi
Padri De Gasperi, Adenauer, Schumann, ma il tiro delle polemiche
andrebbe corretto.

Da un lato si incolpano Francia a Germania di avere rotto il
fronte con il loro asse "pacifista". Dall'altro lato la colpa
viene gettata sull'Italia e gli altri 7 Paesi che si sono
schierati a fianco degli USA, con il Presidente di Turno, la
Grecia, in braghe di tela.

La riflessione non deve farsi precedere dall'emotività. A scuola
insegnavano una volta che ci sono negli eventi le cause prossime
e quelle remote. Non va quindi dimenticato che l'Europa é stata
in realtà spiazzata dalla Gran Bretagna che fa politica estera a
sé, che da anni bombarda con gli USA l'Irak quando gli altri
grandi Paesi, in linea con il Papa, hanno continuato a chiedere
la fine dell'embargo all'Irak. Ma non hanno anche gli inglesi
nei loro cromosomi quel che si diceva prima per gli altri
europei? Sì, ma con un'aggiunta, quella di un tempo non breve in
cui la Gran Bretagna ha praticato un colonialismo esasperato,
persino altezzoso, in mezzo mondo quantomeno ai confini del
razzismo. Non banale la famosa battuta a Londra: "nebbia sulla
Manica, il Continente é isolato".



Contro


Contro questa guerra.

Contro il tributo in vite umane.

Contro le rovine e le distruzioni.

Contro una scelta che non valuta a fondo le conseguenze,
compresa la vertiginosa ascesa dei prezzi del petrolio e il
condizionamento negativo dell'economia, un dato che sempre
penalizza i più deboli e compresa la percezione del grosso
regalo che si sta per fare al fondamentalismo islamico e a chi,
come Bin Laden, lo sfrutta.

Contro una scelta nella quale, questa volta sì, influiscono
motivazioni che abbiamo già illustrato in precedente articolo,
compreso il petrolio. E non solo per le immense riserve, per
giunta a bassa profondità, ma anche per il suo costo di
estrazione, circa 15 lire al litro, che é grossomodo un quinto
del più economico degli altri giacimenti mondiali.



Ma l'11 settembre
e il resto?


Ma allora l'11 settembre, Bin Laden, Saddam e le sue armi di
distruzione di massa e tutto il resto?

Proprio per la posizione assunta da Francia, Germania, Russia,
Cina ed altri questi Paesi hanno titolo per entrare a dire la
loro a Bagdad, persino, ai limiti, a dichiarare di essere pronti
a rivedere la loro posizione se alcune cose che devono essere
fatte non venissero accettate da Saddam.

Incombe infatti un altro spettro: l'inserimento nei rapporti
mondiali della legittimità delle guerre preventive. Un vero e
proprio imbarbarimento.



UTOPIA,
VELLEITARISMO?


Utopia, velleitarismo quelle di chi si batte contro questa
guerra?

Sappiamo di essere nani alle prese con un gigante (non ci
riferiamo agli USA, ma al complesso processo che ha portato alla
situazione attuale e ai prevedibili suoi sviluppi). Nessuno
scommetteva un soldo su Davide alle prese con Golia. E' un
dovere quantomeno cercare di vedere se per caso si riesce ad
imitarlo.

Gli esitoriali, per loro natura, non vanno firmati. Il tema
vuole l'eccezione.
Alberto Frizziero

GdS 8.II 03   

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